Tre consigli dall’atletica leggera per direttori marketing vincenti
Se si chiedesse a chi sta bevendo un caffè a un metro di distanza da voi cosa accomuna un direttore marketing alla disciplina dell’atletica leggera, le reazioni plausibili potrebbero essere due. La prima, vi scruterebbe con curiosità pensando di non aver capito la domanda; la seconda, penserebbe che siete un folle e/o un perditempo.
Eppure c’è un fil rouge che trova il suo punto di partenza nell’atletica leggera per sintetizzarsi nella figura di un direttore marketing trionfante. In particolare, sono tre gli insegnamenti di cui un marketing manager dovrebbe far tesoro, provenienti da tre diverse discipline dell’atletica leggera: la staffetta, il salto in alto e la maratona.
- La staffetta: sinonimo di valorizzazione del team
La staffetta rappresenta l’unica competizione dell’atletica leggera definibile di squadra. Essa rientra tra le discipline di corsa veloce e consiste nel passarsi, nel minor tempo possibile, un “testimone” tra i quattro atleti partecipanti. Per ottenere un buon risultato gli atleti devono essere motivati e coordinati al raggiungimento di un obiettivo comune, la vittoria. La staffetta è la disciplina sportiva in cui è più evidente la necessità di un eccellente coordinamento e motivazione da parte di tutti i membri della squadra, poiché se uno dei corridori rallenta o non è abbastanza motivato, l’intera squadra non raggiungerà il traguardo. Allo stesso modo, se in una consulenza di marketing con un cliente un membro del team di esperti non è sufficientemente preparato o motivato, si potrebbe rischiare che l’incontro non vada a buon fine. In un team, come in una squadra, se le responsabilità non sono equamente distribuite, se non c’è la giusta carica motivazionale e se non si da valore al gruppo ma alla singola persona, si rischia il fallimento. Il direttore marketing deve pensare, quindi, di essere l’allenatore di una squadra pronta a correre una staffetta, motivandola giorno per giorno, creando sinergie positive e valorizzando le caratteristiche peculiari di ogni membro, così da creare un team forte e cooperativo in grado di affrontare qualsiasi difficoltà per arrivare a un obiettivo comune.
- Il salto in alto: osare per innovare
Lo statunitense Dick Fosbury, universalmente riconosciuto per aver vinto le olimpiadi del 1968 in salto in alto, per diversi anni antecedenti la vittoria, fu tentato di abbandonare l’atletica poiché non riusciva a saltare più in alto degli altri avversari. Gli atleti del tempo utilizzavano la tecnica “a forbice” che consisteva nell’accostarsi all’asticella orizzontale e gettare al di là, prima una gamba e poi l’altra, con un movimento che ricorda le lame delle forbici. Demotivato, frustrato e non riuscendo a ottenere buoni risultati con la “sforbiciata”, ebbe l’intuizione di un salto rovesciato. Intuì che variando il salto a “forbice”, la sua schiena si sarebbe appiattita sull’asticella così da andare ancora più in alto. Inizialmente fu considerato un folle dai tecnici del tempo poiché il salto veniva effettuato all’indietro. Al giorno d’oggi, invece, gli altisti saltano di schiena con quello che viene tuttora chiamato il “salto alla Fosbury”. Dick Fosbury vide il futuro sperimentando nuove tecniche e andando contro i dogmi comuni, rivoluzionando così la disciplina del salto in alto. Ugualmente, il direttore marketing dovrebbe tramutare ciò che è considerata la norma in terreno fertile per sperimentare e osare nuove visioni e strategie che potrebbero diventare i modelli del futuro. Il marketer vincente, infatti, è colui che con costanza, determinazione e coraggio, esplora nuove opportunità emergendo dal presente stantio e guardando il futuro da nuove prospettive.
- La maratona: la formazione come strategia per una vittoria sul lungo termine
La maratona è una gara podistica percorsa sulla distanza di 42,195 km. Il maratoneta, come il direttore marketing, per arrivare al traguardo deve valutare due fattori fondamentali: il tempo e la strategia. Per prepararsi a una maratona, l’atleta deve considerare il tempo di allenamento necessario, e soprattutto definire un programma di allenamento mirato affinché riesca a percorrere circa 42 km. Allo stesso modo il direttore marketing dovrebbe ottimizzare il tempo a disposizione, affinché il suo team riesca ad avere le energie necessarie per creare e proporre strategie vincenti, oltre ad accrescere le doti di ogni membro attraverso specifici corsi di formazione. Nelle maratone, come nel marketing, i risultati degli allenamenti preparatori si misurano nel medio e lungo termine, ed è proprio per questo che un team più formato sarà in grado di performare in modo migliore, distinguendosi dagli altri.
In conclusione, per trovare una correlazione tra l’antica disciplina dell’atletica leggera e un direttore di marketing, basta guardare da una prospettiva diversa le discipline della staffetta, del salto in alto e della maratona. Queste ultime possono fornire importanti insegnamenti per direttori marketing a cui non interessa “partecipare”, ma interessa arrivare al traguardo con un team di persone motivate, coraggiose e cresciute professionalmente. Dopotutto, il ragazzo che potrebbe avervi considerato un pazzo per la domanda posta davanti a un caffè non aveva tutti i torti: un pizzico di follia è necessaria per guardare la realtà da un punto di vista differente.