Trasformazione digitale, in uno studio Inail le ripercussioni su sistemi di prevenzione e rappresentanza dei lavoratori
Negli ultimi decenni il processo di digitalizzazione ha introdotto notevoli cambiamenti nel mondo del lavoro, caratterizzati dall’introduzione di forme organizzative nuove e spesso guidate da piattaforme online che assumono personale con contratti brevi e sottotutelati. Secondo i dati della Commissione europea, nell’Unione sono oltre 28 milioni le persone che lavorano attraverso piattaforme digitali, di cui circa 570 mila in Italia. A riassumere gli effetti di questi cambiamenti sotto il profilo prevenzionale e di partecipazione e rappresentanza dei lavoratori è ora una scheda, curata dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) e pubblicata di recente sul sito dell’Istituto.
Un progetto realizzato nell’ambito del bando Bric. Lo studio nasce nel quadro del progetto di ricerca finanziato dall’Inail attraverso il bando Bric 2019 su Sistemi di prevenzione, partecipazione e rappresentanza dei lavoratori nel tempo della trasformazione digitale (PrePaRa). Attraverso il bando Bric l’Istituto implementa la propria rete scientifica con l’affidamento di progetti in collaborazione di durata biennale per sviluppare tematiche di ricerca interdipartimentali e multidisciplinari. Affidato al Politecnico di Milano per il coordinamento scientifico, il progetto PrePaRa è stato condotto con Fondazione Di Vittorio, Sapienza Università di Roma, Ial-Innovazione Apprendimento Lavoro e con il coinvolgimento diretto di Cgil, Cisl e Uil nazionali.
La digitalizzazione coinvolge molteplici settori. Come osservano gli autori del report, la trasformazione digitale si è innescata con modalità diversificate e con impatti differenti nella maggior parte delle mansioni che riguardano sia il lavoro operaio che quello impiegatizio. I cambiamenti introdotti caratterizzano contesti complessi, evidenziando la necessità di individuare i rischi emergenti connessi alle nuove realtà lavorative.
L’indagine si basa su una metodologia integrata. La metodologia di ricerca utilizzata nel progetto è stata strutturata in diverse fasi. La prima si è basata sull’analisi della letteratura scientifica in tema e sulla giurisprudenza di riferimento, sia nazionale che internazionale. La seconda fase è stata caratterizzata dalla somministrazione di interviste sul campo a esperti e testimoni privilegiati. Lo studio di casi aziendali esplicativi delle trasformazioni analizzate è stato il focus della terza fase, utile a comprendere l’impatto dell’innovazione digitale sull’organizzazione del lavoro e sulla tutela per la salute e sicurezza sul lavoro. L’ultima fase, infine, è stata quella del confronto partecipato con il coinvolgimento di ricercatori, manager, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, giuslavoristi e altre tipologie di partecipanti intervenuti nel workshop finale, per una discussione aperta sulle prospettive di breve, medio e lungo periodo.
Innovazione e rischi emergenti. La ricerca inoltre ha evidenziato che anche gli scenari di rischio subiscono mutamenti dalle innovazioni tecnologiche e dai processi di digitalizzazione. Comprendere gli effetti delle trasformazioni dei sistemi produttivi sull’organizzazione e sulle condizioni di lavoro può facilitare l’individuazione delle criticità e consentire di riflettere sulle prospettive di intervento possibili. In questo senso, il progetto PrePaRa si inserisce all’interno di un filone strutturato di ricerca, che l’Inail porta avanti in collaborazione con partner qualificati, per analizzare i contesti lavorativi coinvolti dalle trasformazioni digitali e gli impatti delle forme di rappresentanza e per definire raccomandazioni condivise. In quest’ottica, la digitalizzazione comporta la necessità di innovare i sistemi di prevenzione attraverso un approccio inclusivo, basato sulla partecipazione e sul dialogo di tutti gli attori.