Temporary Management per le microimprese: che nome dargli?
In un recente webinar sul rapporto triangolare management-banche-PMI organizzato da Confassociazioni Management, il suo Presidente, Giorgio Roveri, e Angelo Deiana, Presidente di Confassociazioni, hanno ribadito il valore aggiunto che interventi di temporary management (di seguito TM) possono dare anche alle microimprese, specie nella fase di ricostruzione e uscita dalla crisi post COVID.
Il comparto delle PMI in generale mostra da tempo un crescente interesse per i benefici acquisibili da un intervento di TM, in primis la possibilità di portare in azienda competenze manageriali di alto livello a costi accessibili e altrimenti difficilmente acquisibili. Anche le microimprese possono utilizzare lo strumento in modi più sostenibili dal punto di vista economico e organizzativo, attraverso formule che il mercato chiama part time o fractional management. Ha senso chiamarlo in un modo piuttosto che in un altro?
Lungi dal voler esprimere un giudizio, siamo andati ad analizzare quanto avviene in due mercati ciascuno a modo suo interessante per quello italiano: la Gran Bretagna, il mercato del TM più evoluto in Europa e dove lo stesso è nato; la Spagna, che presenta molte similarità con il nostro data la grande presenza di aziende molto piccole, ancor più che da noi. Quindi, l’angolazione di un mercato evoluto e quella di un mercato in fase di crescita e di sviluppo. In entrambi i paesi operano associazioni professionali di temporary manager, alle quali abbiamo chiesto come vedano loro la questione.
Gran Bretagna: parla Tony Evans, Co-Chairman di IIM – Institute of Interim Management, associazione degli interim e temporary manager inglesi, con una serie di collegamenti internazionali, Italia inclusa, che vanno dalla Polonia, alle nazioni Adriatiche, alla Germania.
“Nel nostro contesto, a parte l’ovvia differenziazione temporale, non facciamo alcuna reale distinzione tra fractional/part time interim management e incarichi full time; nella realtà, i driver chiave sono rappresentati dal problema del Cliente e dalla migliore soluzione che possiamo fornire tenendo adeguato conto dei suoi vincoli (piccole organizzazioni, budget limitati, bassa complessità organizzativa). In questo senso, se una PMI può ottenere benefici attraverso un progetto di interim adattato alla sua dimensione, che sia, non importa se lo si vuol chiamare fractional o part time, purchè il manager usi la sua esperienza. Il punto è sempre la qualità dell’output, non il nome del ruolo!”.
Per le aziende più piccole, con la crisi post COVID, sempre più critici saranno i temi legati alla gestione del cash flow e della pianificazione finanziaria e non: “per queste ragioni, in UK figure fractional quali Direttori Finanziari (CFO), specialisti di crisi (CTO), Risorse Umane, Marketing e anche Amministratori Delegati stanno diventando sempre più comuni nelle piccole imprese inglesi”.
“Con la progressiva uscita dalla crisi è quindi ragionevole attendersi una domanda crescente di temporary manager sia full time sia impegnati su più progetti in contemporanea”.
Con alcune cautele: “il fractional/part time management ha un senso per le PMI, purché non venga visto come un modo per pagare di meno soluzioni di valore; va prestata poi molta attenzione alla gestione del tempo e dei possibili conflitti tra le priorità dei clienti gestiti in contemporanea”.
Spagna: parla Gianpiero Brozzi di AIME, associazione dei temporary manager spagnoli.
“Per quanto riguarda il fractional management o part-time TM, in Spagna è una formula molto diffusa ed utilizzata sin dall’affermarsi del concetto di TM. Il tessuto imprenditoriale spagnolo è ancora più frazionato e piccolo di quello italiano: il 99,98% delle imprese attive sono PMI, ed un’azienda che supera i 10 M€ di fatturato e/o i 50 dipendenti è già considerata “media”.
“Un tessuto industriale così formato ha in un certo senso obbligato i TMan ad adattarsi, operando in missioni a tempo parziale. Di conseguenza, è frequente che i TMan spagnoli siano coinvolti in più missioni part-time contemporaneamente. Si tratta di una “zona grigia” dove le mansioni di un TMan e di un consulente tradizionale tendono a mescolarsi, e fare una netta distinzione diventa difficile e, a volte, inutile. Questo non implica che non ci siano missioni Full-Time, ma questo avviene quasi esclusivamente nelle multinazionali attive nel paese.
Dal nostro punto di vista, l’Interim Management Part-Time, o Fractional è una soluzione pienamente valida per apportare know-how di altissimo valore aggiunto alle PMI con scarse risorse finanziarie, ma che con l’aiuto di un professionista senior e con un solido background, possono riprendersi da situazioni di crisi, come quella in cui siamo appena entrati, e uscirne rinforzate e con la possibilità di sfruttare tutto il potenziale che un buon modello di business correttamente adattato al mercato può offrire. Questa è una visione condivisa in AIME, ed infatti le nostre azioni di diffusione si rivolgono più alle PMI che alle grandi imprese, perché è precisamente lì che si trova il maggiore potenziale di mercato da sviluppare”.
Quale sintesi?
Primo, l’abito non fa il monaco! Il re è il problema del cliente, i nomi contano molto poco.
Secondo: bisogna dare continuità all’opera di “educazione” del mercato, sia nei confronti dei manager che delle microimprese per lavorare sulle aree di attenzione evidenziate nella altre realtà nazionali:
- Far capire alla microimpresa il valore aggiunto e il contenuto manageriale, più che consulenziale, di un intervento, sia in singolo che da parte di un team di manager, in modo da evitare le trappole della citata “area grigia” tra TM e consulenza (così come, a partire dagli anni novanta, è stato fatto per spiegare al mercato la differenza tra un TMan a tempo pieno e un consulente)
- Far capire che non è un modo per pagare meno un servizio di valore, ma solo un modo per renderlo più accessibile
- Far capire ai manager come gestire al meglio il tema dei potenziali conflitti nel caso di più incarichi in contemporanea.
E laddove tutti questi ingredienti funzionino armoniosamente, sarà più facile portare a casa dei progetti di successo, come i casi presentati nel corso del webinar.
Dopo una carriera manageriale in gruppi internazionali (Olivetti, Manuli Rubber e Kone Elevators) e in consulenza (McKinsey), è oggi Managing Partner di Temporary Management & Capital Advisors, tra le società italiane più note nel settore. È uno dei quattro partner fondatori del gruppo SMW Senior Management Worldwide, che opera a livello internazionale nel temporary management con diciannove partner nel mondo, dagli USA all’Australia.
Guida in Italia il Chapter di IIM – Institute of Interim Management, associazione inglese dei temporary manager, con cui realizza eventi informativi per associazioni manageriali, imprenditoriali e università.
Ha creato www.temporary-management.com, primo e più gettonato sito istituzionale italiano.
Giornalista pubblicista, anche Consigliere della Stampa Estera di Milano, scrive sulle principali testate di management. Ha pubblicato diversi libri sul temporary management per Franco Angeli e per EGEA.