Studio pagamenti di Cribis: Sud e Isole doppiano il Nord sui pagamenti in ritardo grave (15% vs. 6,5%)
- A dicembre 2023 i pagatori puntuali rappresentano il 41,1% del totale, mentre i pagamenti con oltre 30 giorni di ritardo raggiungono il 9,6%.
- Le microimprese confermano una performance positiva nella classe di pagamento alla scadenza con una percentuale del 43%, ma registrano anche il più alto livello di ritardi oltre i trenta giorni dalla scadenza (10,5%).
- Il Nord Est risulta l’area geografica più affidabile con il 47,7% di pagamenti regolari, mentre le imprese del Sud e Isole mostrano maggiori criticità con solo il 28,6%.
- La Lombardia, l’Emilia Romagna e il Veneto sono le regioni con la maggiore quota di pagamenti regolari (sopra il 47%), mentre la Sicilia e la Calabria occupano l’ultima posizione del ranking regionale con una quota pari rispettivamente al 23,1% e al 25%.
- Rispetto al trimestre precedente, si osserva una crescita dei ritardi dei pagamenti oltre i 30 giorni del 19,5% per le Industrie chimiche e del 17,2% per le Industrie della carta.
Guardando alla puntualità dei pagamenti delle imprese italiane, l’ultimo trimestre del 2023 si chiude con indici migliorativi rispetto a quelli della fine del 2019 (valori pre-pandemia). I pagamenti regolari segnano infatti un +18,4% e quelli in ritardo diminuiscono del 10% entro 30 giorni e dell’8,6% oltre i 30 giorni.
È quanto emerge dallo Studio Pagamenti realizzato da CRIBIS, società del gruppo CRIF specializzata nella business information, aggiornato al 31 dicembre 2023.
Rimanendo sull’anno appena terminato, i valori di Q4 2023 sono sostanzialmente in linea con quelli del trimestre precedente: nessuna variazione sui pagamenti regolari (41,1%) e una lieve diminuzione dei ritardi entro i 30 giorni (49,3% contro il 49,5%) a favore di quelli oltre i 30 giorni, che salgono dal 9,4% al 9,6%. In generale, le istantanee trimestrali scattate da Cribis nel corso del 2023 mostrano, a fronte di una stabilizzazione del numero dei pagamenti puntuali, una leggera crescita dei ritardi oltre i 30 giorni dalla scadenza, che passano dal 9,1% alla fine del 2022 (Q4 2022) al 9,6% alla fine del 2023.
Lo Studio Pagamenti evidenzia differenze rilevanti per aree geografiche (le regioni del Nord Italia sono più puntuali), settori merceologici (soffrono la ristorazione, le industrie alimentari e la GD/DO) e dimensioni delle aziende (le microimprese mostrano performance migliori in termini di pagamenti regolari, mentre quelle di dimensioni maggiori sono meno propense ai ritardi gravi).
Marco Preti, amministratore delegato Cribis: “Il 2023 è stato caratterizzato da variabili che hanno impattato negativamente sull’economia italiana, tra cui i conflitti internazionali, l’inflazione e l’andamento dei tassi. Nonostante queste condizioni avverse, i dati sui pagamenti mostrano una situazione stabile rispetto all’anno precedente e in miglioramento dal 2019. Ci auguriamo che questo trend prosegua anche nel 2024 in modo da contribuire ad aumentare la competitività delle nostre aziende e del nostro Paese”.
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