STUDI CONFARTIGIANATO – Persistono problemi di liquidità per il 33,9% delle PMI. Con la garanzia pubblica salgono i prestiti, ma pesano gli oneri finanziari
La diffusione dell’epidemia da Covid-19 e gli interventi per contrastarla hanno generato un duplice shock sulle imprese, il primo sui ricavi e il secondo sulla liquidità aziendale. Come evidenziato nella recente analisi di Confartigianato, nei primi dieci mesi del 2020 il valore della produzione delle imprese della manifattura, delle costruzioni e dei servizi privati a imprese e persone – esclusi il commercio e la finanza – è diminuito di 224,7 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, pari ad un calo del 14,4%.
Persiste la crisi di liquidità per un terzo delle MPI – L’enorme caduta dei ricavi ha determinato una prolungata carenza di fondi liquidi: il 33,9% delle micro e piccole imprese (MPI) ritiene di poter subire avere seri problemi di liquidità fino a giugno 2021. I timori di fondi liquidi insufficienti sono più diffusi in Calabria (42,6% delle imprese con 3 addetti ed oltre), Sardegna (40,1%) e Molise (39,6%), mentre le tensioni sono relativamente più attenuate in Valle d’Aosta (28,9%), Trento (28,2%) e Bolzano (22,4%).
Sul fronte della crisi finanziaria delle piccole imprese emerge qualche timido segnale di miglioramento dalle indicazioni del panel di esperti del Sistema Confartigianato intervistati nell’ultima edizione dell’Osservatorio Credito Covid-19.
Il sostegno delle garanzie sui prestiti – Gli interventi pubblici a supporto della liquidità – moratorie e garanzie sui prestiti – hanno attenuato la carenza di fondi, incrementando la domanda di prestiti delle imprese: a ottobre 2020 i prestiti alle società non finanziarie aumentano del 7,4% rispetto un anno prima, accentuando il +6,8% registrato a settembre. Va peraltro sottolineato che il maggiore credito, nell’attuale fase congiunturale avversa, non sta sostenendo l’accumulazione di capitale – questa settimana abbiamo documentato un crollo del 9,8% degli investimenti nel corso del 2020 – ma viene utilizzato per la gestione della liquidità conseguente al crollo dei ricavi, determinando un aumento degli oneri finanziari, con un impatto negativo sulla creazione di valore aggiunto. L’analisi dei dati elaborati dalla Banca d’Italia nell’ultimo report sulle economie regionali, evidenzia che, a fronte di un diffuso calo del credito concesso nel periodo febbraio e luglio del 2019, si registra un aumento del 14% nello stesso periodo del 2020 per le imprese che hanno ottenuto garanzie dal Fondo di garanzia mentre ristagna (-0,2%) per le imprese che non hanno utilizzato le garanzie. Crescita marcata (+9,7%) dei prestiti anche per le imprese che accedono alle garanzie fino a 25 mila euro, che invertono la tendenza rispetto ad un anno prima (-2,0%). La divergenza nell’andamento del credito in relazione all’utilizzo del Fondo mostra una accentuazione nel Centro e nel Mezzogiorno.
Per approfondire vai all’Elaborazione Flash ‘Osservatorio Credito Covid-19, autunno 2020. I risultati della 3a rilevazione sulla rete di esperti delle Associazioni di Confartigianato’, clicca qui per scaricarla.
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