STUDI CONFARTIGIANATO – Manifattura: in 13 settori, con 965 mila addetti nelle MPI, la produzione del 2021 torna sopra ai livelli pre Covid
I segnali di miglioramento del clima di fiducia delle imprese, delle attese sugli ordini e della creazione di valore esaminati in una precedente analisi nella manifattura sono confermati dall’analisi dei dati pubblicati giovedì scorso dall’Istat, che evidenzia ad aprile 2021 un aumento della produzione manifatturiera dell’1,7% rispetto a marzo. Il recupero in corso colloca il livello della produzione nei primi quattro mesi del 2021, senza correzioni per il calendario, al di sotto dell’1,3% rispetto al primo quadrimestre del 2019, anno pre Covid.
In 13 comparti della manifattura su 24 il livello della produzione nei primi quattro mesi del 2021 è superiore a quello del primo quadrimestre del 2019. In alcuni settori si osservano livelli di almeno cinque punti percentuali superiori al benchmark di confronto: aumenti del 10,0% nel legno, del 9,4% nei mobili, del 9,2% per computer e prodotti di elettronica, del 9,1% per apparecchiature elettriche ed apparecchiature per uso domestico non elettriche, del 7,3% per vetro, ceramica, cemento, ecc, (prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi), del 6,2% per altre industrie manifatturiere e del 5,0% per gomma e materie plastiche. Persiste un forte ritardo per la moda, settore che approfondiremo in una prossima News, in uscita domani.
Settori in recupero: diffusa presenza di MPI e alta vocazione artigiana – Nei 13 comparti in recupero sono attive 183 mila micro e piccole imprese che danno lavoro a quasi un milione di addetti (956 mila), il 56,9% del totale, superiore al 49,4% degli altri settori manifatturieri. Inoltre, nei settori in esame si riscontra una alta vocazione artigiana, con 119 mila imprese artigiane e 471 mila addetti, il 28,1% del totale, un peso superiore di oltre sei punti al 21,8% dei restanti 11 settori manifatturieri in cui vi è un ritardo nella ripresa.
Tra i fattori di traino della produzione la forte domanda di prodotti per l’edilizia, stimolata dagli interventi incentivati dal superbonus, la maggiore spesa sanitaria per contrastare l’epidemia, la maggiore presenza in casa – con restrizioni alla mobilità e smart working – e lo svolgimento di attività sportive e ludiche in forma individuale. Con un maggiore dettaglio settoriale (3 digit) si osserva un aumento della produzione del 69,8% per articoli in plastica per l’edilizia, del 56,1% per articoli sportivi, del 47,8% per prodotti in calcestruzzo per l’edilizia, del 46,5% per strumenti per irradiazione, apparecchiature elettromedicali ed elettroterapeutiche, del 34,1% per armi e munizioni, del 30,0% per calcestruzzo pronto per l’uso, del 23,5% per altri prodotti in calcestruzzo, gesso e cemento, del 22,0% per giochi e giocattoli, del 21,0% per elettrodomestici e del 20,5% per coloranti e pigmenti.
La ripresa della manifattura si riverbera sulla crescita dell’economia italiana, a cui contribuisce nel primo trimestre del 2021 l’aumento dell’1,0% del valore aggiunto del settore, la performance migliore rispetto agli altri maggiori paesi Ue.
La ripresa della manifattura rischia di essere depotenziata dalla crescita dei costi delle materie prime, con la attese sui prezzi ai massimi storici. Per le imprese esportatrici più elevati – e crescenti – gli ostacoli alla vendita all’estero derivante da costi crescenti e lungi tempi di consegna, correlati al boom delle commodities e alla crisi delle filiere globali. In Cina, il maggiore player manufatturiero mondiale, il tasso di crescita prezzi alla produzione a maggio 2021 è arrivato al 9%, un balzo in avanti dal +6,8% di aprile e il +4,4% di marzo.