STUDI CONFARTIGIANATO – Macchinari, un confronto tra Italia e Germania. Vocazione all’export più alta per Emilia-Romagna e Veneto
L’analisi dei dati su commercio estero pubblicati ieri dall’Istat evidenzia un miglioramento del trend delle esportazioni che, a maggio 2020, segna un aumento congiunturale del 35,0% rispetto al mese precedente. Nel trimestre marzo-maggio 2020, malgrado la crescita a maggio, la dinamica congiunturale è appesantita dai forti cali dei mesi precedenti e risulta ampiamente negativa, e le vendite all’estero delle imprese italiane segnano un calo del 29,0% rispetto al trimestre precedente.
Macchinari, punta di diamante del made in Italy di qualità – Il prodotto maggiormente venduto sui mercati esteri è rappresentato da macchinari e apparecchi che, a maggio 2020, cumula negli ultimi dodici mesi esportazioni per 74.215 milioni di euro. Quello del macchinari è il cluster più rilevante del made in Italy, con il 17,5% dell’export manifatturiero, davanti a Moda con 11,8%, Metalli con 11,2%, Mezzi trasporto con 10,4%, Alimentari e bevande con 9%, Farmaceutica con 8,2%, Chimica con 7%, Gomma e plastica con 6%, Altre attività manifatturiere con 5,6%, Apparecchi elettrici con 5,1%, Computer, apparecchi elettronici e ottici con 3,5%, Prodotti petroliferi raffinati con 2,8% e Legno, carta e stampa con 2,0%.
Nel 2019 è proseguita la crescita qualitativa dell’offerta di macchinari made in Italy: a fronte di una crescita dei prezzi all’esportazione dello 0,9%, il valore medio unitario delle macchine esportate è salito del 4,9%.
Effetti della crisi Covid-19 su produzione ed export di macchinari – La crisi in corso sta manifestato effetti rilevanti sul settore. A maggio 2020 le esportazioni di macchinari nel mondo scendono del 29,9% – in linea con la media della manifattura – in attenuazione dopo il dimezzamento (-51%) delle vendite all’estero di aprile, che segue la flessione del 21,3% rilevata a marzo: nel complesso del trimestre marzo-maggio 2020 le vendite all’estero si sono ridotte del 33,6%, in valore assoluto pari a minori ricavi per 7,4 miliardi di euro.
Nel trimestre marzo-maggio 2020 la produzione di macchinari è scesa del 37,6% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, con una maggiore accentuazione per le macchine da miniera, cava e cantiere (-57,8%), macchine per la metallurgia (-56,1%), macchine utensili per la formatura dei metalli (-52,5%) e macchine per le industrie tessili, dell’abbigliamento e del cuoio (-49,7%).
Domanda e offerta di macchinari: il legame tra Italia e Germania – La Germania è il primo mercato di destinazione dei macchinari made in Italy. Tra tutti settori del made in Italy venduto in Germania, quello dei macchinari è il primo per valore delle esportazioni. L’Italia è il secondo paese dell’Unione europea per export di macchinari, dietro alla Germania. Nei primi cinque mesi del 2020 il saldo commerciale di macchinari e attrezzature con la Germania è positivo per 128 milioni di euro, differenza tra 2.984 milioni di euro di macchinari esportati tra gennaio e maggio 2020 a fronte di 2.855 milioni di euro di importazioni.
Le MPI dei macchinari – In Italia sono 18.807 le micro e piccole imprese (MPI) dei macchinari e, con 178.412 addetti, che rappresentano il 38,3% dell’occupazione del settore, generano un fatturato di 34,7 miliardi di euro. Nel comparto operano 7.243 imprese artigiane con 47.035 addetti.
Sul piano dell’internazionalizzazione le esportazioni dirette delle MPI tedesche rappresentano solo il 3,9% dei macchinari made in Germany, mentre quelle italiane esportano direttamente il 20,9% della tecnologia made in Italy.
Le MPI italiane con produttività più alta delle omologhe tedesche – L’analisi dei dati di Eurostat sulla struttura delle imprese europee evidenzia che le micro e piccole imprese italiane dei macchinari generano un valore aggiunto per addetto di 62 mila euro, che rappresenta un livello produttività superiore del 4,6% rispetto ai 59 mila euro rilevati dalle omologhe tedesche e del 13,5% rispetto 55 mila euro della media Ue a 27.
La propensione all’export di macchinari in Germania – I territori con la maggiore propensione all’export di macchinari in Germania sono l’Emilia-Romagna, dove l’export di questo settore sul mercato tedesco vale l’1,28% del valore aggiunto regionale; seguono il Veneto con lo 0,94%, la Provincia autonoma di Bolzano con lo 0,92%, il Piemonte con lo 0,90% e la Lombardia con lo 0,80%.
La provincia con la più elevata propensione a vendere macchinari sul mercato tedesco è Reggio Emilia, con un rapporto tra export e valore aggiunto provinciale pari al 2,52%, seguita – con quote superiori al punto percentuale – da Lecco con 2,13%, Vercelli con 1,83%, Novara con 1,81%, Bergamo con 1,75%, Brescia con 1,67%, Pordenone con 1,54%, Parma con 1,49%, Padova con 1,38%, Piacenza con 1,36%, Mantova con 1,30%, Bologna con 1,28%, Vicenza con 1,26%, Modena con 1,22%, Pisa e Verona con 1,04%.
Il quadro territoriale delle MPI e della propensione all’export di macchinari e apparecchiature in Germania nel territorio nell’Appendice statistica. Clicca qui per scaricarla.
EXPORT ANNUALE PER SETTORE A MAGGIO 2020
Milioni di euro, cumulato ultimi dodici mesi – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
LE PROVINCE CON PROPENSIONE ALL’EXPORT MACCHINARI IN GERMANIA SOPRA ALLA MEDIA ITALIA
Export annualizzato al I trimestre 2020 in % valore aggiunto 2017 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat