STUDI CONFARTIGIANATO – Le 125mila MPI pioniere dell’IA
Il recente dibattito sull’intelligenza artificiale (IA) ha dato una grande rilevanza alle analisi e studi sull’evoluzione dei processi di digitalizzazione delle aziende e gli effetti sul mercato del lavoro. In questo filone di ricerca si colloca anche il 18° Rapporto annuale di Confartigianato ‘Intelligenza Artigiana, la sfida dell’IA’ pubblicato ieri in occasione dell’Assemblea annuale tenuta a Roma. All’interno del Rapporto sono esaminate numerose evidenze sull’utilizzo da parte delle imprese sia delle tecnologie abilitanti che di quelle specifiche dell’IA. Qui i key data e qui per scaricare il 18° Rapporto.
I sistemi di IA porteranno ad un nuovo equilibrio del portafoglio delle competenze imprenditoriali, un fenomeno più marcato per le piccole imprese nelle quali l’imprenditore accentra su di sé attività caratteristiche di professioni ad elevato impatto di IA. Diversi lavori della letteratura più recente evidenziano che l’IA più che sostituire, si integrerà con numerose attività professionali, tra cui quelle di direzione di impresa, consentendo l’automazione di alcuni compiti e liberando tempo per svolgere altre funzioni. L’intelligenza artificiale si fonderà in modo collaborativo con l’”intelligenza artigiana” degli imprenditori.
“L’intelligenza artificiale – fa rilevare il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – è un mezzo, non è il fine. Non va né esaltata né temuta o demonizzata. Piuttosto, deve essere governata dall’intelligenza artigiana per farne uno strumento capace di esaltare la creatività e le competenze, inimitabili, dei nostri imprenditori. Una cosa è certa: non c’è robot o algoritmo che possano copiare il sapere artigiano e simulare l’’anima’ dei prodotti e dei servizi belli e ben fatti che rendono unico nel mondo il made in Italy. La tecnologia, la cultura digitale aiutano, certo, ma per i piccoli imprenditori italiani, alla fine, a vincere è sempre l’uomo, la persona, non la macchina”.
Una analisi dei primi risultati dell’indagine svolta dall’Istat per il Censimento permanente delle imprese, pubblicati la scorsa settimana ed esaminati nel 18° Rapporto di Confartigianato, evidenzia che in Italia vi sono 134mila imprese con almeno 3 addetti che nel biennio 2021-2022 hanno utilizzato soluzioni di intelligenza artificiale, pari al 13,1% e di queste sono 124.959 le micro e piccole imprese (MPI) pioniere dell’IA, pari al 93,3% del totale.
In chiave settoriale, la quota di MPI imprese utilizzatrici di sistemi di IA è più elevata nel manifatturiero dove è del 14,6% pari a 26mila imprese, seguito dai servizi con 12,2%, pari a 85mila imprese e dalle costruzioni con 11,5%, pari a 14mila imprese.
Un esame di maggiore dettaglio settoriale, disponibile per il totale delle imprese con almeno 3 addetti, evidenzia che le quote più elevate, e superiori al 20%, di utilizzatori di sistemi di IA nell’ambito del terziario si osservano per assicurazioni con 51,2%, servizi finanziari con 31,1%, vigilanza e investigazione con 26,7%, produzione di software, consulenza informatica con 26,7%, trasporto aereo con 25,5%, telecomunicazioni con 22,9%, ricerca scientifica e sviluppo con 20,6% e
alloggio con 20,3%, mentre nella manifattura no energy, dopo la produzione del tabacco con il 50%, seguono i prodotti farmaceutici con 31,6% e i prodotti chimici con 25,1%, gomma e materie plastiche con 23,8%, macchinari e apparecchiature con 23,2%, computer e prodotti di elettronica con 20,9%, bevande con 20,1% e stampa e riproduzione di supporti registrati con 20,1%.
Un approfondimento sul raggruppamento di energia e utilities curato dall’Ufficio Studi su QE-Quotidiano Energia.
La tipologia di soluzione di IA più frequente nelle micro e piccole imprese è legato alle esigenze di sicurezza informatica, inclusa la prevenzione di attacchi malevoli al proprio sistema informatico adottato (3,9%), controllo dell’accesso a luoghi, a dati o a servizi (2,2%), manutenzione predittiva (o preventiva) di macchinari e automezzi (2,1%), ottimizzazione dell’utilizzo di energia, del consumo di materie prime e del trattamento dei rifiuti e gestione della logistica (1,9%), automazione di processi produttivi (esclusi i robot) e applicazioni di contabilità e finanza (1,7%), automazione delle funzioni di vendita online di beni e servizi (1,4%) e applicazioni nella prevenzione, nella diagnostica e nelle cure mediche (1,0%).
MPI che nel biennio 2021-2022 hanno utilizzato soluzioni di intelligenza artificiale per tipologia e settore
% sulle imprese 3-49 addetti – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
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