STUDI CONFARTIGIANATO – Investimenti dei Comuni +26,5% nel 2023
In un contesto caratterizzato da una frenata del commercio internazionale e dal prolungamento della stretta monetaria, i contenuti margini di manovra politica di bilancio, su cui nei giorni scorsi è intervenuta Confartigianato, affidano il sostegno dell’economia agli investimenti pubblici finanziati nel PNRR, che nel 2023 tornano a crescere, con una maggiore accentuazione nei Comuni.
Le incertezze della congiuntura – Nei primi otto mesi del 2023 l’indice del volume del commercio internazionale scende dell’1,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sul rallentamento in corso pesano le incertezze conseguenti al prolungamento della guerra in Ucraina, lo scoppio del conflitto in Medio Oriente, la recessione tedesca, la frenata dell’economia cinese e le politiche economiche deflazionistiche. Si delinea un rischio geopolitico per i tre quarti delle forniture di energia. Mentre scende l’inflazione, frenano crescita e produzione delle imprese, la cui creazione di valore è erosa dagli effetti della stretta monetaria e dalla divariazione del costo dell’energia. In controtendenza, si consolida la domanda di lavoro, con un aumento di oltre mezzo milione di occupati negli ultimi dodici mesi. Il calo degli investimenti e la difficoltà di reperimento del personale ostacolano i processi di transizione digitale e green. Dopo la battuta di arresto dei processi di crescita nel secondo trimestre del 2023, nel terzo trimestre dell’anno il PIL in Italia segna ‘crescita zero’; nel confronto internazionale si registra un debole spunto positivo (+0,1%) in Eurozona e Francia, mentre il segnale rimane negativo (-0,1%) in Germania.
Il sostegno del PNRR – In questa complessa fase congiunturale, il sostegno anticiclico dell’economia viene affidato all’attuazione del PNRR. Secondo la valutazione dell’impatto macroeconomico del PNRR contenuta nel DEF 2023, si registra una progressione della maggiore crescita rispetto allo scenario base che parte da 0,1 punti nel 2021, passa a 0,2 punti nel 2022, 1,0 punti di PIL nel 2023, 1,8 punti nel 2024, 2,7 punti di PIL nel 2025 per arrivare a 3,4 punti nel 2026, Lo stimolo agli investimenti è senza precedenti: tale componente della domanda aggregata nel 2026 cumula una maggiore crescita del 12,4%. Sulla base di questo andamento, l’Ufficio parlamentare di bilancio indica che la quota degli investimenti in volume in rapporto al PIL sale “ad un valore mai raggiunto dalla metà degli anni settanta.”
Per il Presidente di Confartigianato Marco Granelli “la piena attuazione dei programmi del PNRR, con una forte semplificazione delle procedure e il potenziamento della capacità amministrativa della Pa, rappresenta una delle condizioni fondamentali per riagganciare la ripresa e ritrovare la strada dello sviluppo economico e sociale”
Sulle previsioni di crescita persistono i rischi connessi a ritardi e un sottoutilizzo da parte dell’Italia dei fondi europei del programma NextGenerationEU (NGEU), mentre la concentrazione degli interventi del PNRR nei due anni finali del programma potrebbe alimentare strozzature nell’offerta.
Tornano a crescere gli investimenti pubblici, traina la spesa dei Comuni – Dopo la flessione del 2022, nel 2023 gli investimenti pubblici sono previsti in salita del 12,3% e, secondo il quadro tendenziale contenuto nella Nota di aggiornamento al DEF 2023, arriveranno quest’anno al 2,9% del PIL per salire al 3,2% nel 2024 fino al massimo del 3,4% del PIL nel 2025, contribuendo al sostegno della domanda aggregata.
In relazione al ritorno alla crescita degli investimenti pubblici, le Amministrazioni locali stanno facendo la loro parte: nei primi nove mesi del 2023 i pagamenti per investimenti dei Comuni registrano un aumento tendenziale del 26,5%.
Impatto del PNRR sulla crescita degli investimenti
2021-2026, scostamenti percentuali rispetto allo scenario base – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Mef
Spesa investimenti pubblici
2000-2026, investimenti PA tendenziale, % PIL – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat e Mef