STUDI CONFARTIGIANATO – In ‘area rossa’ il 33,5% del PIL, il 38,2% del made in Italy e una alta vocazione artigiana. Il profilo delle tre aree
Il light lockdown di novembre predisposto dal Governo con Dpcm dello scorso 3 novembre, modula in chiave territoriale le misure restrittive per fronteggiare l’emergenza da Covid-19 e prevede che il Ministero della salute suddivide le Regioni italiane in tre aree di criticità – rossa, arancio e gialla – nelle quali si applicano specifici interventi di contenimento, il cui profilo esaminiamo in questa nota, sulla base di una ventina di indicatori economici e sanitari.
Con l’ordinanza dell’altro ieri, in area rossa, caratterizzata da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto, si collocano Calabria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Provincia autonoma di Bolzano. Nei cinque territori si addensa il 28,8% della popolazione e il 33,5% del PIL. Il 90,4% degli abitanti della zona sono residenti nelle tre regioni del Nord Ovest. L’area è ad alta vocazione manifatturiera, con il 36,0% degli occupati della manifattura e il 38,2% delle esportazioni. L’incidenza delle imprese artigiane è del 25,3%, di 1,6 punti superiore alla media nazionale.
Il PIL pro capite è del 18,8% più elevato della media nazionale mentre sul mercato del lavoro si osserva, rispetto alla media Italia, un tasso di occupazione maggiore di 3,9 punti e un tasso di disoccupazione più basso di 1,6 punti. La maggiore criticità sul fronte dell’emergenza e della risposta del sistema sanitario in area rossa è sottolineata dall’addensamento del 35,8% degli attuali positivi al Covid-19 (dato al 10/11/2020) e da un tasso di occupazione dei posti letto totali di terapia intensiva per pazienti Covid-19 del 27,4%, di 5,3 punti superiore alla media nazionale.
Elevata in generale la pressione sulle strutture ospedaliere, con un tasso di occupazione dei posti letto totali di area medica per pazienti Covid-19 del 34,8%, di 6,5 punti superiore alla media nazionale. La spesa sanitaria nell’area è pari al 28,8% del totale nazionale.
A novembre in area rossa a rischio 9,2 miliardi di euro di consumi – Gli interventi per contrastare la recrudescenza dei contagi intervengono su domanda e offerta, interrompono il recupero di fiducia in corso e aumentano l’incertezza, generando rilevanti effetti restrittivi. In area rossa la spese delle famiglie è pari al 31,6% del totale nazionale e si stima che una flessione della domanda di intensità analoga a quella registrata ad aprile, porterebbe fino a 9,2 miliardi di euro in meno di consumi nel mese di novembre nei cinque territori inclusi nell’’area rossa’. Come evidenziato in una precedente analisi di Confartigianato, una seconda ondata contagi aumenta i rischi di una maggiore perdita di PIL per l’Italia di 1,3 punti nel 2020 e di 3,3 punti nel 2021.
L’’area arancione’, caratterizzata da uno scenario di elevata gravità e da un livello di rischio alto, comprende le sette regioni di Puglia, Sicilia, Abruzzo, Basilicata, Liguria, Toscana e Umbria e pesa, in termini di popolazione, quanto l’area rossa, con il 28,2% dei residenti italiani. Le regioni dell’area in esame comprendono il 52,9% della popolazione dell’intero Mezzogiorno. La quota di PIL realizzato è del 22,7%, con un PIL per abitante inferiore del 19,9% rispetto alla media. Nell’area l’incidenza delle imprese artigiane è pari al 23,8% del totale imprese, in linea con la media nazionale.
Nell’area arancione si concentra il 21,2% degli attualmente positivi e il tasso di occupazione dei posti letto totali di terapia intensiva per pazienti Covid-19 del 22,9%, valore in linea con la media nazionale. Anche il tasso di occupazione dei posti letto totali di area medica per pazienti Covid-19, pari al 29,6%, rimane prossimo (+1,3%) alla media nazionale.
Nella rimanente ’area gialla’ sono compresi i rimanenti nove territori di Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise, Provincia di Trento, Sardegna e Veneto.
Si tratta dell’area più ampia, nella quale risiede il 43,5% della popolazione italiana e in cui si realizza il 43,8% del PIL, con un PIL per abitante in linea con la media nazionale.
Nell’area si concentra il 51,8% delle presenze turistiche, includendo il Veneto, la 1° regione per numero di presenze, e si registra una intensità turistica media di 8,6 presenze per abitante, 1,4 in più della media nazionale.
Sul fronte sanitario nell’area si cumula il 43,0% degli attuali positivi, mentre scende a 18,1% il tasso di occupazione dei posti letto totali di terapia intensiva per pazienti COVID-19, 4 punti inferiore alla media nazionale. Anche il tasso di occupazione dei posti letto totali di Area Medica, pari al 22,5%, è di 5,8 punti inferiore alla media nazionale.