STUDI CONFARTIGIANATO – Il ‘triangolo dei macchinari’ di Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto al 2° posto in Ue. I dati del rapporto Meccanica 2020
La ricchezza e la vitalità imprenditoriale dei territori italiani è uno dei punti di forza delle imprese della meccanica, caratteristica emersa nel webinar organizzato nell’ambito della Scuola di sistema di Confartigianato dalla Direzione Politiche Economiche – Sistema Imprese, in collaborazione con A.P.I. Nel corso dell’evento l’Ufficio Studi ha presentato il Rapporto Meccanica 2020 “Ripartire, impresa possibile. Investimenti, digitale e green nella Meccanica”, disponibile nell’area Ricerche e studi del portale Confartigianato.
Nel 2019 l’Italia esporta macchinari per 81,8 miliardi di euro collocandosi al secondo posto nell’UE a 28 con una quota del 14,8% dietro alla Germania (quota del 35,1%). I dati di dettaglio territoriale evidenziano che le prime regioni del settore in Italia sono la Lombardia con esportazioni per 24,2 miliardi (29,5%), l’Emilia-Romagna con 18,6 miliardi (22,6%) ed il Veneto con 12,8 miliardi (15,6%): questo ‘triangolo dei macchinari’ concentra oltre i due terzi (67,7%) delle esportazioni italiane per un totale di 55,6 miliardi di euro.
La classifica che ibrida le esportazioni di macchinari dei paesi dell’Unione europea a 27 membri dopo la Brexit, del triangolo dei macchinari e del resto dell’Italia mostra che l’aggregato di queste regioni è il cuore della leadership italiana: è infatti secondo in UE con una quota del 10,0% del totale UE precedendo di poco i Paesi Bassi (10,0%) e poi Francia (6,9%) e resto dell’Italia (4,7%).
Nel dettaglio le prime 21 province italiane esportatrici del settore, ognuna con oltre 1 milione di euro di esportazioni, determinano quasi i due terzi (72,7%) del made in Italy dei Macchinari. Primeggiano le 6 province lombarde di Bergamo, Brescia, Mantova, Milano (prima in Italia con una quota del 9,1%), Monza e Brianza, Varese che rappresentano un quarto (25,0%) delle esportazioni del settore; seguono le 5 province di Bologna, Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, tutte sulla Via Emilia, in cui si concentra un quinto (19,3%) delle esportazioni e l’intera Via Emilia – comprensiva di Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena – arriva ad una quota del 21,7%.
Oltre all’analisi territoriale, il Rapporto Meccanica 2020 indaga la fase congiunturale con il difficile contesto della crisi Covid-19, che segue un rallentamento già osservato a fine 2019, perimetra le imprese e l’artigianato di settore, ne evidenzia i punti di forza e gli orientamenti agli investimenti, soprattutto digitali e green. Propone inoltre un approfondimento sul comparto dei macchinari, settore che figura tra i 19 comparti in cui la produttività per addetto delle MPI italiane è superiore a quella delle omologhe tedesche registrando, infatti, un gap del 4,6%.
I numeri chiave della meccanica – La meccanica rappresenta un punto di forza della tecnologia made in Italy e conta sull’apporto di 177.746 imprese registrate di cui la metà (51,8%) è rappresentato da 91.987 imprese artigiane. Rilavante il peso occupazionale del comparto, con 1.447.281 addetti, di cui un quinto (20,3%) sono rappresentati dai 293.963 addetti dell’artigianato: oltre un milione di addetti della Meccanica si concentra in Micro, Piccole e Medie imprese superando del 26% gli 845 mila addetti delle omologhe di Spagna e Francia messe insieme. In termini economici la Meccanica genera un fatturato di 379,4 miliardi di euro le esportazioni ammontano a 179,1 miliardi, pari al 37,6% del made in Italy complessivo.
Il quadro territoriale del settore è proposto nell’Elaborazione Flash “Made in Italy di Macchinari e imprese e artigianato della Meccanica nei territori” a corredo del Rapporto Meccanica 2020. Clicca qui per scaricarla.