STUDI CONFARTIGIANATO – Il ‘chilowatt-oro’ italiano: costo elettricità MPI +44,6% vs Ue 27, più del doppio (+105,8%) vs Francia
La missione del Governo italiano in Algeria da poco conclusa ha consolidato i rapporti con il paese che nel 2022 è diventato il principale fornitore di gas dell’Italia, commodity offerta a prezzi più contenuti rispetto agli altri partner. La necessità di contenere i costi di approvvigionamento dell’energia è uno dei nodi della politica energetica che sono stati messi all’attenzione nei giorni scorsi dall’intervento del Presidente di Confartigianato Marco Granelli, in primis gli squilibri del prelievo fiscale che penalizzano le piccole imprese.
Le riforme da adottare sono urgenti, dato che la crisi energetica manifesta pesanti effetti recessivi sul sistema delle micro e piccole imprese italiane. Secondo le analisi di Confartigianato nel 2022 il costo dell’elettricità per le piccole imprese è aumentato di 18 miliardi di euro rispetto all’anno precedente mentre il costo del gas è cresciuto di 5,9 miliardi di euro. Nel complesso, quindi, il caro-bollette per i piccoli imprenditori vale 23,9 miliardi di euro, con un incremento che pesa per il 6,1% del valore aggiunto creato dalle imprese fino a 49 addetti.
Una escalation non omogenea dei costi dell’energia amplia il gap di competitività delle imprese italiane. L’analisi dei dati rilevati della Commissione europea sui mercati energetici, evidenzia che nel terzo trimestre 2022 il prezzo dell’elettricità pagato da una piccola impresa italiana è il più elevato tra i 27 paesi dell’Ue, risultando superiore del 44,6% alla media europea, del 58,0% superiore a quello di una impresa spagnola – i prezzi tedeschi non sono rilevati – e più che doppio (+105,8%) rispetto a quello pagato da una piccola impresa francese.
In chiave dinamica, l’ultimo report trimestrale di analisi del sistema energetico italiano dell’Enea evidenzia che nel terzo trimestre 2022 i prezzi dell’energia elettrica per i consumatori non domestici consolidano la crescita rispetto al trimestre precedente, indicando che “su base annuale l’aumento è però estremamente rilevante, con punte dell’87% circa per le utenze più piccole.”
Lo stress sui costi e il divario di competitività per le MPI italiane potrebbe peggiorare nell’ultimo trimestre dell’anno, in un contesto in cui a dicembre 2022 in Italia i prezzi al consumo dell’energia, salgono del 65,1% (con un lieve rallentamento rispetto al 68,1% a novembre) a fronte del 25,7% dell’Eurozona, dove sono in forte discesa (era 34,9% di novembre), mentre l’inflazione energetica negli Stati Uniti si ferma al 7,3%. Nel confronto tra i 27 paesi Ue l’Italia è al primo posto sia per tasso di inflazione energetica che per tasso di crescita del prezzo dell’energia elettrica. Quest’ ultimo, sempre a dicembre 2022, si colloca al 165,4% (in decelerazione rispetto al +174,8% di novembre e al +199% di ottobre), a fronte del +32,3% della media Ue, del +27,0% della Germania e del +7,3% della Francia.