STUDI CONFARTIGIANATO – Guerra e crisi energetica frenano il ciclo economico: i segnali statistici degli ultimi 30 giorni
I segnali desunti dai dati statistici pubblicati nelle ultime quattro settimane indicano un rallentamento della domanda e dell’attività delle imprese, mentre la tempesta dei prezzi dell’energia fa salire l’inflazione. Sul mercato del lavoro rimane vivace la domanda per dipendenti a termine; una diffusione di lockdown energetici e la chiusura di attività causata dall’insostenibile costo dell’energia per le micro e piccole imprese, che in dodici mesi è salito di 21,1 miliardi di euro, potrebbero amplificare la già conclamata crisi dell’occupazione indipendente.
A giugno 2022 le vendite al dettaglio in volume segnano una flessione congiunturale dell’1,8%, con le vendite dei beni non alimentari che diminuiscono del 2,5% mentre per i beni alimentari il calo si ferma al -0,8%.
A giugno 2022 la produzione manifatturiera diminuisce del 2,2% rispetto a maggio; il calo è più marcato per i beni strumentali (-3,3%) rispetto ai beni di consumo (-2,1%) e ai beni intermedi (-1,3%); pesa la flessione registrata dai mezzi di trasporto (-6,5%) e dalla moda (-3,0%).
Manifattura in Italia più resiliente rispetto ai competitor europei – Nel secondo trimestre 2022 in Italia il livello della produzione aumenta dell’1,4% rispetto ai tre mesi precedenti, il doppio della media Ue 27, una performance migliore rispetto alla stazionarietà della Francia e al calo dello 0,8% della Germania.
Sempre a giugno, il volume del fatturato del settore manifatturiero segna un calo congiunturale dell’1,6%, pur mantenendo un aumento dello 0,9% nel complesso nel secondo trimestre del 2022.
A luglio l’indicatore ciclico ITA-coin della Banca d’Italia – costruito sull’’informazione proveniente da un ampio insieme di variabili quantitative e qualitative – è ulteriormente diminuito, passando da -0,40 a -0,49, un livello che non si riscontrava dall’autunno del 2020, anno della pandemia.
Nel secondo trimestre 2022 il numero totale di registrazioni di nuove imprese si riduce del 2,7%, rispetto al trimestre precedente. Si mantengono gli effetti positivi delle politiche di sostegno attivate a seguito della pandemia sulla riduzione dei fallimenti i quali, nel secondo trimestre 2022 sono in diminuzione sia rispetto al trimestre precedente (-2,0%) sia nel confronto con lo stesso trimestre del 2021 (-14,7%).
A giugno i prestiti alle imprese salgono del 2,6% (era +2,3% il mese precedente), mentre i tassi sui nuovi prestiti aumentano di 25 punti base rispetto a maggio.
Sul fronte del commercio estero, a giugno 2022 il volume dell’export segna un calo del 2,1% rispetto a giugno 2021, appesantito dal calo del 3,2% dei beni strumentali e del 5,9% dei beni intermedi, mentre rimangono in territorio positivo (+3,4%) i beni di consumo. Nel complesso nei primi sei mesi del 2022 il volume delle esportazioni registra un aumento del 2,0%.
Negli ultimi dodici mesi (luglio 2021-giugno 2022) il saldo del commercio estero dell’Italia è peggiorato di 66,9 miliardi di euro rispetto ai dodici mesi precedenti. Drammatico l’ampliamento del saldo import-export di energia – la bolletta energetica – che, su base annua, arriva al massimo storico del 4,1% del PIL, come anticipato da una nostra analisi pubblicata nei giorni scorsi; il peggioramento di 51,3 miliardi di euro della bolletta energetica determina il 76,6% dal calo del saldo del commercio estero dell’Italia.
Sul fronte dei prezzi ad agosto il tasso di inflazione in Eurozona è salito al 9,1% e in Italia al 9,0%, su livelli che non si incontravano oltre 36 anni fa, a dicembre 1985; oltre metà (52,6%) dell’aumento dei prezzi in Italia deriva dall’incremento del 44,9% dei prezzi dei beni energetici.
Le forti tensioni sui costi per materie prime ed energia si ripercuotono sui listini prezzi delle imprese: a luglio i prezzi alla produzione delle imprese manifatturiere non energy salgono del 12,8% rispetto un anno prima, con una accentuazione per chimica (+25,6%), legno, carta e stampa (+19,3%), gomma, plastica, vetro, cemento e ceramica (+17,7%) metallurgia e prodotti in metallo (+17,4%) e alimentari e bevande (+14,7%).
Sul fronte del turismo, a maggio 2022 le entrate turistiche (3,5 miliardi) sono state pari a quasi cinque volte +372,5%) quelle dell’anno precedente. In Veneto, la regione con il più elevato numero di turisti, i dati provvisori regionali indicano che a giugno 2022 le presenze turistiche superano del 6,6% quello dello stesso mese del 2019, precedente allo scoppio della pandemia.
Ad agosto l’indice di fiducia delle imprese diminuisce per il secondo mese consecutivo, segnando una flessione dell’1,2% e collocandosi su un livello prossimo a quello medio del primo quadrimestre dell’anno; in chiave settoriale si rileva un calo più marcato della fiducia per le costruzioni (-5,2%) rispetto a manifattura (-2,0%) e sevizi di mercato (-0,6%), mentre è in controtendenza (+4,6%) il commercio al dettaglio.
Sul fronte del mercato del lavoro, i dati pubblicati stamane dall’Istat evidenziano a luglio 2022 un calo dell’occupazione dello 0,1% rispetto a giugno, combinazione di flessione dello 0,2% per i dipendenti permanenti e per gli indipendenti e di un aumento dello 0,4% per i dipendenti a termine, delineando gli effetti sul lavoro dell’incertezza generata dal proseguimento della guerra, dalla fine anticipata della legislatura e dall’esorbitante aumento dei costi energetici delle imprese. Un aumento delle chiusure di attività causate dagli insostenibili costi dell’energia aggraverebbe la crisi del lavoro autonomo innescata dalla pandemia: da febbraio 2020 a luglio 2022 l’occupazione indipendente segna un calo di 225mila unità a fronte dell’incremento di 404mila occupati dipendenti.