STUDI CONFARTIGIANATO – Frenata degli investimenti (-0,6%) mentre salgono (+1,3%) in Eurozona
Per affrontare le tre grandi transizioni – demografica, digitale e ambientale – il sistema delle imprese deve intensificare il flusso degli investimenti. In una economia caratterizzata dalla riduzione della popolazione attiva, la crescita economica va sostenuta da incrementi di produttività, possibili con investimenti in macchinari e in attività di ricerca e sviluppo. Analogamente, l’accumulazione di capitale nelle imprese è essenziale per la digitalizzazione dei processi produttivi, l’efficienza energetica, la riduzione dei rifiuti e il contenimento dell’impatto sull’ambiente dell’attività aziendale.
“Siamo in una fase economica molto delicata – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – che richiede un supplemento di impegno, uno sforzo ancora più energico per non perdere l’occasione di rilanciare lo sviluppo. Noi imprenditori non dobbiamo perdere la fiducia nelle nostre potenzialità che abbiamo faticosamente mantenuto e concretamente dimostrato negli ultimi, difficilissimi anni. Ma abbiamo bisogno che questa fiducia venga alimentata dalle scelte di politica economica. Per questo, nonostante i vincoli di finanza pubblica, chiediamo che la manovra che il Governo si accinge a presentare sia ben orientata ad accompagnare le imprese nelle transizioni green e digitale, anche con strumenti di finanza innovativa, con precisi impegni sul fronte del fisco, del lavoro, della formazione, dell’attuazione del Pnrr, con una strategia strutturale e sostenibile di medio-lungo termine in tema di incentivi per l’efficientamento energetico degli edifici”.
L’analisi dei conti nazionali pubblicati nei giorni scorsi da Eurostat mette in luce che gli investimenti in Italia segnano pesantemente il passo, dopo la resilienza nella seconda metà del 2022, come aveva evidenziato una precedente analisi. Nel secondo trimestre 2023 gli investimenti fissi lordi in Italia registrano una flessione dell’1,8% rispetto al trimestre precedente, a fronte della stagnazione (-0,1%) in Francia e l’aumento dello 0,4% in Germania e Ue a 27, mentre si osserva un maggiore dinamismo in Spagna (+4,6%).
Nell’arco di dodici mesi – periodo in cui si è manifestata la stretta monetaria che ha determinato un aumento dei tassi sui prestiti delle imprese di 359 punti base – gli investimenti fissi lordi flettono dello 0,6% in Italia, mentre salgono dell’1,3% in Eurozona, del 2,2% in Francia, del 2,0% in Spagna e dell’1,7% in Germania. Sul calo degli investimenti in Italia hanno influito le difficoltà di attuazione del PNRR che nel 2022 hanno depotenziato la spinta degli investimenti pubblici, che dovrebbe manifestarsi nel corso del 2023. E’ in questa direzione che nel primo semestre 2023 si registra un aumento tendenziale del 22,4% della spesa per investimenti dei Comuni.
Infine, va ricordato che grazie al sostegno degli incentivi di politica fiscale per interventi sugli edifici e acquisto di macchinari, l’Italia ha registrato la maggiore crescita degli investimenti rispetto ai livelli pre-pandemia tra i maggiori paesi europei: tra il quarto trimestre 2019 e il secondo trimestre 2023 gli investimenti in Italia sono saliti del 20,0%, a fronte del calo del 4,2% dell’Eurozona, del 3,0% in Ue a 27 e del 2,0% in Germania, del ristagno (-0,8%) in Spagna e dell’aumento del 4,7% in Francia.