STUDI CONFARTIGIANATO – Alimentare: nel 2021 produzione al massimo storico, con apporto di 51 mila MPI. Pesa il caro-commodity (+29,8%)
L’intensificazione dell’attività produttiva manifatturiera e la domanda estera di prodotti del made in Italy stanno sostenendo la ripresa in corso. Nei primi sette mesi del 2021 la produzione manifatturiera sale del 19,4% rispetto all’anno precedente e si colloca si avvicina ai livelli pre-crisi, segnando un -2,2% rispetto ai primi sette mesi del 2019. Il recupero in Italia è sensibilmente più rapido rispetto a Francia (-6,5%) e Germania (-6,7%).
In parallelo, nei primi sei mesi del 2021 le esportazioni italiane salgono del 4,1% rispetto al corrispondente periodo del 2019, facendo meglio del +1,2% dell’export tedesco.
I settori manifatturieri ‘anticiclici’, ripresa in ritardo per auto e moda – Nei primi sette mesi del 2021 l’attività produttiva supera i livelli pre-crisi nei seguenti settori: legno, con la produzione del +9,3% superiore allo stesso periodo del 2019, apparecchiature elettriche con +7,0%, computer ed elettronica con +6,7%, mobili con +5,9%, vetro, cemento, ceramica ecc. con +5,4%, altra manifattura con +4,3%, gomma e plastica con +3,7%, bevande con +2,9%, metallurgia con +2,4%, riparazione macchinari con +1,8%, alimentare con +1,1%. Ormai prossimi al completo recupero carta (-0,3%) e prodotti in metallo (-0,4%); tra gli altri settori, si registra il ritardo dell’auto (-8,5%) mentre persistono cali a doppia cifra per i prodotti della moda, quali abbigliamento (-26,1%), pelle (-23,3%) e tessile (-12,4%).
Nonostante il Covid-19, produzione alimentare al massimo storico – Grazie allo spunto positivo registrato anche durante la pandemia, per la produzione alimentare e delle bevande si tratta della migliore performance dal 1990, inizio della serie storica. Il recupero dell’1,1% della produzione food in Italia è migliore di quello registrato in Francia (+0,5%), mentre il settore è in ritardo in Germania (-0,8%) e in Spagna (-3,5%).
L’apporto delle MPI e la vocazione artigiana – L’ottima performance della produzione alimentare è supportata dalla diffusa presenza di micro e piccole imprese che in questo settore sono 51 mila e danno lavoro a 254 mila addetti, con un peso del 61,1% sul totale del settore; tale quota è di 9,1 punti superiore alla media registrata nei settori della manifattura. Spiccata la vocazione artigiana della manifattura alimentare di qualità con 34 mila imprese artigiane, pari al 65,1% delle imprese del settore, con 148 mila addetti, il 35,7% dell’occupazione del comparto.
Sui mercati vince la qualità dei prodotti italiani – Secondo l’ultima rilevazione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali si amplia il numero delle eccellenze nel settore agroalimentare di qualità italiano: ad inizio agosto 2021 l’elenco dei Dop (Denominazione di Origine Protetta), Igp (Indicazione Geografica Protetta) e Stg (Specialità Tradizionale Garantita) conta 315 prodotti.
Pesa il caro-commodity – Tra i rischi che possono rallentare la ripresa, l’aumento dei prezzi delle materie prime coinvolge in pieno anche il settore alimentare. Secondo i dati dell’ultimo Bollettino economico della Bce, ad agosto 2021 le materie prime alimentari segnano un aumento su base annuale del 29,8%, in accentuazione rispetto al +26,8% registrato a luglio. Tale rafforzamento è in controtendenza rispetto al trend dei prezzi delle commodities non energetiche e non alimentari, da giugno in rallentamento.
L’analisi delle tendenze settoriali in atto è contenuta nel 15° report Covid-19 di Confartigianato ‘Dentro la ripresa, tra rimbalzi e incertezze. Prospettive d’autunno per le MPI’, presentato questa settimana. Clicca qui per scaricarlo.
Produzione alimentare italiana 1995-2021
1995-2021, media gennaio-luglio, dati grezzi – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Dinamica produzione 2021 rispetto pre-Covid-19 per settore manifatturiero
Gen.-lug. 2021, var% rispetto stesso periodo 2019, dati grezzi – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat