STUDI CONFARTIGIANATO – A 10 anni dal recepimento della direttiva sui tempi di pagamento 1.225 comuni pagano in grave ritardo, oltre 60 giorni
I tassi di interesse sono in salita e il costo del credito pesa sui bilanci aziendali. Per una gestione ordinata della liquidità d’impresa è determinante la congruità dei tempi di pagamento delle forniture. Secondo i dati dell’European Payment Report 2023 di Intrum nell’area dei pagamenti tra imprese (B2B) in Italia si registra un tempo effettivo di pagamento di 56 giorni, in linea con la media europea.
Le prospettive per il sistema delle imprese che si delineano con la revisione della Direttiva europea contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, recepita in Italia nel 2013, sarà al centro della conferenza organizzata da Confartigianato con Pimec (l’Associazione che rappresenta le micro, piccole e medie imprese della Catalogna) e la Piattaforma contro i ritardi di pagamento spagnola che si terrà lunedì prossimo 3 luglio a Bruxelles, presso il Comitato economico e sociale europeo, aperta dal Presidente di Confartigianato Marco Granelli e in cui interverrà, tra gli altri, Bruno Panieri, Direttore delle Politiche Economiche. Qui per il programma.
Sul fronte delle forniture alla Pubblica amministrazione (Pa), l’Italia presenta il più alto peso sull’economia dei debiti commerciali della Pa verso le imprese. Il confronto europeo, condotto sui dati relativi alla sola parte di spesa corrente comprensiva delle anticipazioni, evidenzia che il debito commerciale della Amministrazioni pubbliche in Italia è pari al 2,6% del PIL nel 2022. Si tratta dell’incidenza più alta in Ue davanti alla Finlandia (2,2%) e al Lussemburgo (2,0%) e che supera nettamente l’1,6% della media Ue a 27 e della Germania, l’1,5% Francia e lo 0,8% della Spagna.
Secondo il monitoraggio del MEF, nel 2022 sono state registrate 29,7 milioni di fatture ricevute dalle Pubbliche amministrazioni, per un importo totale di 179 miliardi di euro, con tempi medi di pagamento da parte delle Pa di 39 giorni.
I tempi di pagamento dei Comuni – Sul fronte dei Comuni, il tempo medio di pagamento è di 36 giorni. La situazione è differenziata sul territorio: si va dai 24 giorni dei comuni del Nord Est, ai 26 giorni del Nord Ovest, per salire ai 36 giorni del Centro, ai 46 giorni delle Isole e i 52 giorni del Sud.
In relazione alla regione di appartenenza delle amministrazioni comunali, si riscontrano tempi più elevati e superiori alla media per i comuni di Calabria e Campania con una media di 62 giorni, seguite da quelli di Sicilia con 54 giorni, Lazio con 51 giorni, Abruzzo e Molise con 47 giorni e Basilicata con 46 giorni. Valori attorno alle media per i comuni di Puglia e Umbria con 36 giorni, Marche con 34 giorni e Piemonte con 31. Nella media regionale, sono in linea con la normativa in vigore, i comuni di Emilia-Romagna con 28 giorni, Liguria, Sardegna e Toscana con 27 giorni, Lombardia con 24 giorni, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta con 22 giorni e Veneto con 21 giorni.
I Comuni in maggiore ritardo – A 10 anni dal recepimento sulla direttiva sui pagamenti, vi sono 1.225 comuni che, su un totale di 5,5 miliardi di euro di fatture di acquisto di beni e servizi, pagano le imprese oltre i 60 giorni, con un tempo medio di pagamento di 84 giorni. Vi sono poi altri 1.275 comuni, per altri 5,8 miliardi di euro di acquisti, che pagano con apprezzabile ritardo tra 41 e 60 giorni, con un tempo medio di pagamento di 49 giorni. Per 1.263 comuni il ritardo rispetto i termini di legge e più contenuto, tra 31 e 40 giorni, con una media di 35 giorni, mentre sono 4.112 i comuni in regola con la normativa, che pagano entro 30 giorni, con una media di 21 giorni.
Debiti commerciali delle Amministrazioni pubbliche per beni e servizi nei paesi dell’Ue
Anno 2022. % PIL, spesa parte corrente incluse anticipazioni – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea
Tempi di pagamento dei Comuni per regione di appartenenza del comune
Anno 2022, tempi di pagamento medi – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Mef