S&P Global PMI® Settore Manifatturiero Italiano: a febbraio, accelera la crescita della produzione a causa del primo aumento dei nuovi ordini in quasi un anno
A febbraio, la crescita del settore manifatturiero italiano ha ripreso vigore, facilitata dal forte aumento della produzione e al ritorno dell’espansione dei nuovi ordini. Anche i livelli occupazionali hanno continuato a migliorare, mentre le previsioni sono rimaste generalmente stabili al livello massimo in quasi un anno. I prezzi pagati per i beni sono calati leggermente, anche se l’ennesimo aumento dei prezzi di vendita ha assicurato una continua ripresa della redditività di base.
Dopo le dovute destagionalizzazioni, l’indice S&P Global PMI® (Purchasing Managers’ Index®) del settore manifatturiero italiano ha registrato a febbraio 52.0. In salita da 50.4 di gennaio, l’indice ha segnalato un solido miglioramento delle condizioni operative e rappresenta il valore migliore registrato dall’indagine in dieci mesi.
A febbraio, la crescita della produzione segna il valore più alto in un anno, inoltre si tratta del secondo aumento consecutivo su base mensile, anche se quest’ultimo riflette due fattori principali. Innanzitutto, per la prima volta da aprile 2022, il livello dei nuovi ordini ha registrato un netto miglioramento, malgrado l’ennesimo crollo dei nuovi ordini esteri. Le aziende hanno segnalato un mercato nazionale in parziale ripresa, con un crescente interesse da parte dei clienti all’acquisto di beni manifatturieri.
Secondo i dati raccolti, il secondo fattore a supporto della produzione di febbraio è stato la consegna di beni precedentemente ordinati. Malgrado le aziende hanno continuato a riportare qualche difficoltà nel recuperare materie prime, l’incidenza di allungamento dei tempi medi di consegna è stata la più debole registrata dall’indagine da agosto 2020, e prova ulteriormente che i vincoli sulla catena di distribuzione, molto comuni durante la pandemia, stanno continuando a ridursi.
Detto questo, le aziende campione hanno continuato ad adottare un atteggiamento cauto verso l’attività di acquisto. Gli ultimi dati hanno mostrato il nono crollo consecutivo su base mensile degli acquisti, anche se quello di febbraio è stato il più basso della sequenza, in quanto molte aziende hanno pensato bene di abbassare le loro giacenze in eccesso presso i loro stabilimenti. Di conseguenza, le rimanenze di beni sono diminuite per il terzo mese consecutivo e al livello maggiore da settembre 2021.
Le aziende manifatturiere hanno avuto a febbraio un approccio più positivo verso le assunzioni, aumentandole ancora una volta ed estendendo l’attuale periodo di crescita a due anni e mezzo. Il tasso di espansione è stato inoltre il migliore osservato dall’indagine in 11 mesi, con le aziende che hanno cercato di soddisfare le maggiori esigenze produttive. Anche l’ottimismo sul futuro ha aiutato, le previsioni infatti, anche se leggermente inferiori rispetto a gennaio, sono rimaste al di sopra dei livelli storici. Le ragioni citate per essere ottimisti sono state il lancio di nuovi prodotti, i piani di investimento e la speranza di crescita della domanda da parte del mercato.
L’ottimismo è inoltre scaturito dalla riduzione della pressione sui costi. I dati di febbraio hanno segnalato la prima diminuzione dei prezzi di acquisto da giugno 2020. L’indagine ha inoltre riportato una contrazione rispetto a gennaio dei beni relativi all’energia e certamente dei beni in generale. Alcune aziende intervistate hanno notato che l’eccesso di offerta ha spinto i prezzi al ribasso.
I prezzi di vendita al contrario continuano ad aumentare. Le aziende manifatturiere hanno riportato di aver applicato maggiorazioni dovute alle più alte spese operative. Detto questo, il tasso di inflazione generale ha mantenuto la recente tendenza al ribasso, crollando al livello minimo registrato dall’indagine in oltre due anni.
Commento
Paul Smith, Economics Director di S&P Market Intelligence, ha dichiarato: “L’indagine di febbraio ha osservato una continua ripresa del settore manifatturiero italiano, con un forte aumento della produzione supportato dal ritorno alla crescita dei nuovi ordini, il primo registrato dall’indagine in quasi un anno. La crescita è dipesa da due fattori: uno è stato il rialzo generale della domanda, che ha mostrato una resistenza migliore di quella prevista, a causa degli scongiurati timori di inflazione e recessione. Il secondo fattore è stato l’attuale allentamento dei vincoli sulla fornitura, con le aziende cha hanno notato una produzione supportata dalla consegna di beni precedentemente ordinati. A testimonianza del crescente ottimismo sui prezzi, i costi di acquisto sono diminuiti per la prima volta da giugno 2020, con i prezzi dell’energia e quelli generali in diminuzione rispetto ad inizio anno. Tale calo ha favorito qualche recupero di redditività, con parecchie aziende che, anche se ad un tasso più lento, stanno ancora applicando aumenti innalzando i loro prezzi di vendita. L’ottimismo sul futuro, in combinazione all’aumento delle esigenze produttive, ha favorito l’incremento del livello occupazionale al tasso maggiore da marzo scorso”.