S&P Global PMI® Settore Manifatturiero Eurozona: primo crollo della produzione dai minimi raggiunti durante le prime restrizioni Covid-19 del 2020
I dati PMI® hanno mostrato un’economia manufatturiera dell’eurozona che finisce il secondo trimestre a livelli bassi, con la produzione in diminuzione per prima volta in due anni. Il peggioramento delle condizioni dei produttori manifatturieri è stato osservato in tutti i sottoindici dell’ultima indagine PMI, con l’afflusso sia degli ordini totali che di quelli esteri in diminuzione, mentre l’ottimismo delle aziende è scivolato al livello minimo in 25 mesi. Anche il livello del lavoro inevaso, cresciuto significativamente durante la pandemia, si è contratto per la prima volta in quasi due anni; le aziende, infatti, si sono concentrate sul completamento di ordini già ricevuti a causa del calo della domanda.
Analizzando gli altri sottoindici sono stati evidenti ulteriori deboli segnali di avvicinamento alla stabilità della catena di distribuzione, si è registrato infatti il minore allungamento dei tempi medi di consegna in un anno e mezzo. Si è verificata inoltre una riduzione della pressione inflazionistica, con sia i costi di acquisto che quelli di vendita in aumento ma a tassi più lenti.
L’indice S&P Global PMI® Settore Manifatturiero dell’Eurozona è diminuito a giugno a 52.1, da 54.6 di maggio, segnalando il valore più basso da agosto 2020 e il quinto mese consecutivo di declino del PMI principale.
La tendenza in rallentamento osservata nell’area euro nel suo insieme riflette il generale indebolimento di giugno di tutte le nazioni dell’eurozona. Ancora una volta i Paesi Bassi hanno riportato il risultato migliore, anche se con una crescita in crollo al livello minimo in 19 mesi. Rispetto a maggio, l’Austria ha riportato il rallentamento maggiore, con il suo rispettivo PMI manifatturiero in contrazione di oltre 5 punti. La nazione a riportare il risultato più debole è stata l’Italia, dove è stata riportata la crescita più debole in due anni.
Per la prima volta dall’ondata iniziale di infezioni di Covid- 19 nella prima metà del 2020, i dati dall’indagine di giugno hanno evidenziato una contrazione della produzione manifatturiera dell’eurozona. Le ragioni citate per i più bassi livelli della produzione sono state le più deboli condizioni della domanda, la guerra in Ucraina e i persistenti problemi che sta affrontando la catena di distribuzione.
Classifica PMI® Manifatturiero per paese di giugno
Paesi Bassi 55.9 minimo in 19 mesi
Irlanda 53.1 minimo in 16 mesi
Spagna 52.6 minimo in 17 mesi
Germania 52.0 (flash: 52.0) minimo in 23 mesi
Francia 51.4 (flash: 51.0) minimo in 18 mesi
Austria 51.2 minimo in 22 mesi
Grecia 51.1 minimo in 16 mesi
Italia 50.9 minimo in 24 mesi
L’indagine di giugno è stata indicativa di un atro crollo dei nuovi ordini. Il tasso di declino si è accentuato ed è stato il maggiore da maggio 2020. Le aziende campione hanno menzionato un generale rallentamento della domanda di beni, anche molte hanno commentato come i loro clienti sono risultati restii a piazzare nuovi ordini con l’attuale livello di prezzi. Un indebolimento inoltre è stato osservato per l’afflusso dei nuovi ordini esteri (inclusi quelli intra eurozona) che a giugno sono diminuiti per il quarto mese consecutivo.
Appare sempre più evidente la volontà delle aziende di controllare i loro costi, con l’attività di acquisto che infatti è aumentata al tasso più lento dell’attuale sequenza di crescita di 22 mesi. Il campione d’indagine ha inoltre comunemente riportato di preferire l’utilizzo delle giacenze esistenti, freneticamente accumulate nei mesi recenti, per mitigare i problemi causati dalla fornitura e dall’inflazione.
Malgrado deboli, ci sono stati però segnali di stabilizzazione delle condizioni della catena di distribuzione, con l’indice dei tempi medi di consegna in aumento al livello massimo in 18 mesi. Generalmente parlando, questo dato ha mostrato i minori ritardi delle consegne da dicembre 2020.
La ricezione di articoli precedentemente ordinati ha supportato gli sforzi di creazione di giacenze, malgrado il forte rallentamento della crescita dell’attività degli acquisti. A giugno, la giacenza degli acquisti è cresciuta al tasso più veloce in cinque mesi.
Per la prima volta in poco meno di due anni, a giugno i produttori manifatturieri sono riusciti a ridurre il loro livello di lavoro inevaso, con le vacillanti condizioni della domanda che hanno costretto le aziende a dirottare i loro sforzi per soddisfare gli ordini incompleti. Allo stesso tempo, la crescita occupazionale è rallentata al livello minimo in tre mesi.
Durante l’indagine di giugno si evidenzia una notevole perdita di ottimismo tra i manifatturieri della zona euro. La fiducia delle imprese è diminuita al livello più debole da maggio 2020 a causa delle preoccupazioni sulla prospettiva economica e dell’inflazione che hanno avuto un impatto sulle previsioni di crescita.
Per concludere, a giugno, le pressioni inflazionistiche si sono ridotte modestamente. L’incremento sia dei costi di acquisto che dei prezzi di vendita è risultato più lento rispetto a maggio, con tassi di inflazione più bassi rispettivamente in 15 e sei mesi. Detto ciò, la pressione sui prezzi è rimasta storicamente elevata.
Commento
Chris Williamson, Chief Business Economist presso S&P Global Market Intelligence, ha dichiarato: “A giugno, il settore manifatturiero dell’eurozona si è spostato verso il declino, con la produzione in contrazione per la prima volta in due anni a causa di una maggiore contrazione della domanda. Gli ordini di beni sono diminuiti al tasso più accelerato degli ultimi due mesi, crollando a giugno in ogni nazione coperta dall’indagine ad eccezione dei Paesi Bassi, dove anche qui il tasso di crescita si è indebolito fortemente nei recenti mesi. La domanda sta adesso diminuendo, con le aziende che riportano come i loro clienti sono più cauti nello spendere a causa dei prezzi più alti e delle incerte previsioni future. La contrazione sembra destinata ad aumentare nei prossimi mesi. La giacenza delle materie prime è risultata maggiore a causa della produzione che a giugno è risultata inferiore al previsto. Anche le giacenze dei prodotti finiti sono al rialzo per le minori vendite. Tali dati suggeriscono come nei mesi futuri questa situazione ostacolerà ulteriormente il settore. Il livello del lavoro inevaso è allo stesso tempo crollato, fattore questo che spesso anticipa la riduzione della capacità operativa, e l’ottimismo delle aziende per le prospettive future è diminuito al livello più grave in poco più di due anni. Anche la fornitura di molti beni importanti rimane un problema, e la preoccupazione sull’energia e la fornitura di prodotti alimentari ha aggiunto nervosismo per il futuro. Un lato positivo del recente indebolimento della domanda è la riduzione di alcuni problemi legati alla catena di distribuzione, che conseguentemente ha aiutato ad alleviare la pressione inflazionistica per beni industriali. Con i dati dell’indagine che stanno mostrando un’ipotesi sempre più concreta di un’entrata in recessione del settore manifatturiero, queste pressioni sui prezzi dovrebbero rallentare ulteriormente nel terzo trimestre.”