S&P Global PMI®: nuovo calo dell’attività terziaria in Italia
Gli ultimi dati PMI® raccolti nell’indagine di settembre, indicano una contrazione del settore terziario italiano. L’attività economica ha registrato il secondo calo in tre mesi, con un’ulteriore riduzione del flusso dei nuovi ordini attribuito all’indebolimento della domanda per l’impennata dei costi, all’incertezza politica e ai timori sul futuro economico.
Allo stesso tempo, le pressioni inflazionistiche sono aumentate. Il tasso di inflazione dei costi è accelerato per la prima volta da marzo, mentre quello delle tariffe applicate ai clienti dal settore dei servizi ha segnato il record di serie.
L’Indice destagionalizzato S&P Global PMI dell’Attività Terziaria in Italia è sceso a settembre al di sotto della soglia di non cambiamento di 50.0, posizionandosi su 48.8, in calo rispetto a 50.5 di agosto. Ciò segna la seconda contrazione della produzione terziaria negli ultimi tre mesi, concludendo con la prestazione trimestrale più debole dall’inizio del 2021.
I dati di settembre hanno anche indicato un ulteriore indebolimento della domanda. Il flusso delle commesse in entrata è diminuito per il terzo mese consecutivo, ed i dati raccolti hanno mostrato vari fattori che hanno frenato la domanda, tra i quali le preoccupazioni sulle previsioni a breve termine e l’aumento dei prezzi. Il tasso di contrazione dei nuovi ordini è accelerato su base mensile ma solo marginalmente.
Una tendenza simile è stata osservata negli ordini esteri, che hanno registrato il secondo calo mensile consecutivo, con l’ultimo complessivamente lieve.
Con il calo delle vendite e i minori livelli dell’attività, a settembre il settore terziario italiano ha di nuovo fornito segnali di capacità in eccesso. Il livello del lavoro inevaso è diminuito, seguendo una tendenza che si ripete da giugno scorso, e le aziende campione lo hanno collegato al minore carico di lavoro, che ha permesso loro di trasferire le risorse sugli ordini non ancora completati. Inoltre, il tasso di riduzione delle commesse in giacenza è moderatamente accelerato.
In merito ai prezzi, i tassi di inflazione di costi e tariffe applicate hanno indicato un aumento su base mensile.
I costi affrontati dalle aziende sono di nuovo aumentati, ad un tasso che ha segnato la prima accelerazione da marzo. Quest’ultimo rialzo è stato attribuito all’impennata dei costi di energia, carburante e materiali, ma anche al cambio sfavorevole dell’euro sul dollaro. Il tasso di inflazione dei costi è stato il terzo più forte di sempre.
Come conseguenza, in quest’ultimo mese del terzo trimestre le tariffe applicate dal settore terziario sono ulteriormente aumentate. Le aziende intervistate lo hanno attribuito al trasferimento dei costi maggiori sul cliente finale. C’è da sottolineare che il tasso d’inflazione dei prezzi di vendita ha toccato il record di serie.
Guardando in avanti, le aziende del terziario in Italia hanno indicato a settembre un leggero rialzo della fiducia in merito alle prospettive di attività nei prossimi 12 mesi. Coloro che hanno mostrato ottimismo lo hanno collegato alla speranza di un rilancio della domanda.
Detto ciò, l’Indice dell’Attività Futura di settembre ha indicato un valore simile a quello minimo in 27 mesi di agosto, posizionandosi notevolmente al di sotto della media di serie. Le aziende campione hanno menzionato i timori sulle prospettive economiche a breve termine, le pressioni inflazionistiche, i rischi geopolitici e l’inasprimento delle condizioni finanziarie.
S&P Global PMI® Italia – Indice Composito: nuova contrazione della produzione del settore privato, e ad un tasso accelerato
L’Indice S&P Global PMI della Produzione Composita in Italia è sceso da 49.6 di agosto a 47.6 di settembre, segnalando una forte contrazione della produzione, la più elevata degli ultimi tre mesi di sequenza.
A causare l’accelerato declino è stato il più importante crollo della produzione manifatturiera da aprile 2020 e l’ennesima contrazione dell’attività terziaria.
In merito agli altri indicatori, i nuovi ordini ricevuti dalle aziende italiane sono anch’essi diminuiti per il terzo mese consecutivo, ad un tasso più veloce rispetto ad agosto. Gli ordini esteri hanno indicato di nuovo un calo, ma il più debole da giugno.
Le aziende hanno di conseguenza continuato a settembre ad erodere il livello delle commesse inevase, che hanno registrato la contrazione più forte da novembre 2021. La creazione occupazionale di settembre si è tuttavia mantenuta, anche se è rallentata segnando il valore più debole dell’attuale sequenza di 17 mesi.
Sul fronte dei prezzi, la pressione dei costi è aumentata registrando un picco in cinque mesi e, di conseguenza, indicando il più alto tasso di inflazione dei prezzi di vendita da giugno scorso.
Commento
Lewis Cooper, Economist presso S&P Global Market Intelligence, ha dichiarato: “Dopo la leggera ricrescita di agosto, i dati PMI di settembre hanno segnalato un nuovo declino dell’attività terziaria in Italia. Le condizioni della domanda sono rimaste deboli, con un ridotto flusso degli ordini dovuto alla diminuzione delle richieste in diminuzione a causa del crollo di fiducia, delle problematiche geopolitiche e dei prezzi più alti. Il calo di settembre dell’attività terziaria è coinciso con il crollo più rapido della produzione manifatturiera da aprile 2020. Ne è risultato un declino accelerato, sebbene generalmente moderato, della produzione del settore privato. Ad aggiungersi alla debole prestazione di settembre sono stati i segnali di rialzo delle pressioni inflazionistiche, con tassi di crescita di prezzi e costi di nuovo accelerati. Per questo, le aziende italiane hanno indicato un livello di fiducia sulle prospettive a 12 mesi che ha segnato il valore più debole dall’inizio della pandemia nei primi mesi del 2020. Il campione intervistato ha menzionato varie preoccupazioni, tra le quali le pressioni inflazionistiche, i timori di recessione e l’instabilità politica”.
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