S&P Global PMI®: il settore terziario guida la crescita dell’eurozona di aprile mentre il manifatturiero continua a rallentare
I dati raccolti nell’indagine di aprile hanno evidenziato la crescente comparsa di un’economia dell’eurozona a due velocità, con l’espansione del settore terziario in netto contrasto al rallentamento del manifatturiero. Eppure, ad inizio del secondo trimestre, la produzione del settore privato dell’eurozona è aumentata al tasso più rapido in sette mesi, con la domanda di nuovo sostenuta dall’alleggerimento delle restrizioni anti Covid-19.
Nei dati compositi sono apparsi evidenti anche segnali di fragilità visto che i nuovi ordini esteri sono diminuiti per il secondo mese consecutivo, e la fiducia ha indicato valori nettamente inferiori a quelli di febbraio (perciò prima dell’invasione russa in Ucraina) a causa di un’inflazione galoppante e di crescenti tensioni geopolitiche che hanno entrambi pesato sull’ottimismo.
I dati relativi ai prezzi di aprile hanno allo stesso tempo evidenziato un clima altamente inflazionistico nell’eurozona, con prezzi di vendita per beni e servizi in aumento a tassi senza precedenti a causa della forte pressione dei costi.
L’Indice destagionalizzato S&P Global PMI® della Produzione Composita dell’Eurozona è salito ad aprile a 55.8 da 54.9 di marzo, mostrando un’accelerazione dell’espansione dell’attività economica dell’eurozona, la più elevata da settembre 2021.
Ciò detto, il miglioramento dell’indice principale maschera largamente tendenze settoriali divergenti, con dati che rivelano una chiara crescita dell’attività terziaria e un arrancante incremento della produzione manifatturiera. Infatti, l’aumento della produzione di beni è stato marginale e il più lento degli ultimi 22 mesi di crescita. Al contrario, l’attività economica delle aziende terziarie ha registrato la crescita più veloce in otto mesi.
Dal punto di vista nazionale1, gli ultimi dati raccolti dall’indagine hanno mostrato che, tra i paesi dell’eurozona, la Francia ha indicato la crescita più veloce, con la più forte espansione in oltre quattro anni del settore privato. Anche in Spagna e Italia sono state registrate espansioni più veloci, mentre la Germania ha invertito la tendenza al rialzo, rallentando ai minimi in tre mesi.
Classifica del PMI Composito nazionale: aprile
Francia 57.6 (flash: 57.5) massimo in 51 mesi
Spagna 55.7 massimo in 2 mesi
Italia 54.5 massimo in 4 mesi
Germania 54.3 (flash: 54.5) minimo in 3 mesi
Dai dati raccolti tra le aziende monitorate, la revoca delle restrizioni anti Covid-19 dei mesi recenti ha continuato a favorire l’incremento dei livelli di attività di aprile, con l’aumento delle richieste commerciali e il recupero degli ordini accumulati. Ad inizio del secondo trimestre, il livello dei nuovi ordini ha registrato un forte rialzo a tasso accelerato, con l’ulteriore miglioramento delle condizioni della domanda nei paesi dell’eurozona.
L’incremento dei nuovi ordini di aprile riflette tuttavia il miglioramento del mercato interno poiché gli ordini esteri, (incluso il commercio all’interno dell’eurozona) hanno indicato una contrazione. Questo declino, anche se modesto, è stato il secondo consecutivo mensile ed il più elevato da novembre 2020. I dati sotto settoriali hanno mostrato una stagnazione della domanda estera di servizi e una nuova contrazione delle esportazioni di beni.
La forte tendenza di crescita occupazionale, osservata da circa metà dello scorso anno, è continuata anche ad aprile, con gli organici in aumento al tasso più rapido in cinque mesi. Nel complesso, l’incremento delle assunzioni è stato considerevolmente più forte della media storica, con una elevata creazione occupazionale registrata in entrambi i settori monitorati
Ciononostante, ad aprile la capacità operativa è rimasta sotto pressione, come evidenziato dal quattordicesimo mese consecutivo di aumento delle commesse inevase. Il tasso di accumulo degli ordini in giacenza è lievemente aumentato da marzo, mantenendosi però più debole dei record d’indagine registrati lo scorso anno.
In merito ai prezzi, i dati di aprile hanno segnalato intense pressioni inflazionistiche nell’eurozona. I prezzi di acquisto sono saliti al secondo valore più alto in quasi 24 anni di raccolta dati, con un ritmo di incremento solo leggermente più lento dal record assoluto di marzo. Per proteggere i margini, le imprese dell’eurozona hanno innalzato al record i loro prezzi di vendita, considerando che i primi dati relativi a quest’ultimo parametro sono stati raccolti a novembre 2002.
Concludendo, le previsioni economiche future ad aprile sono rimaste in un certo senso attenuate, soprattutto se confrontate ai livelli di ottimismo di gennaio e febbraio. Dopo essere crollati a marzo ai minimi in 17 mesi, ad aprile la fiducia è aumentata solo lievemente poiché la guerra in Ucraina e le preoccupazioni sull’inflazione hanno gravato sull’ottimismo.
S&P Global PMI® del Terziario dell’eurozona
L’Indice S&P Global PMI dell’Attività Terziaria dell’Eurozona è aumentato ad aprile a 57.7, da 55.6 di marzo, segnalando il tredicesimo mese consecutivo di espansione della produzione terziaria dell’eurozona. Inoltre, l’espansione è stata la più forte dallo scorso agosto ed ha indicato un ulteriore miglioramento dai recenti minimi di gennaio.
A supportare l’attività è stato il forte rialzo dei nuovi ordini di aprile. Il tasso di crescita del flusso delle commesse in entrata è accelerato al valore più alto in otto mesi. I nuovi ordini esteri sono tuttavia rimasti invariati da marzo.
Nel corso dell’indagine di aprile, la forte crescita occupazionale è continuata ed è rimasta invariata dal valore più alto in quattro mesi di marzo. Ciononostante, il settore terziario ha indicato un nuovo aumento del volume delle commesse inevase.
L’elevata pressione sui prezzi è rimasta evidente ad aprile, con prezzi di acquisto saliti al secondo tasso più rapido in assoluto. I prezzi di vendita imposti dal terziario hanno indicato un aumento a tassi record, con aziende che hanno passato i costi maggiori ai clienti.
In conclusione, anche se il livello di fiducia è migliorato da marzo, è stato il secondo valore più debole da novembre 2020.
Analizzando i dati finali del PMI Composito dell’eurozona, Chris Williamson, Chief Business Economist presso S&P Global ha dichiarato: “Di fronte alla guerra Ucraina-Russia, l’economia dell’eurozona ha mostrato una resilienza sorprendente, con un rilancio dell’attività terziaria legato all’ulteriore allentamento delle restrizioni anti pandemiche di aprile. Dopo aver registrato un incremento dello 0.4% nel primo trimestre, ad inizio del secondo, i dati dell’indagine si mostrano congruenti ad un aumento trimestrale del PIL dello 0.7% circa. Sfortunatamente l’accelerazione della crescita della produzione osservata durante il mese si è accompagnata ad una nuova impennata dei costi, che ha alimentato un aumento record dei prezzi medi di vendita di beni e servizi. La combinazione tra un profilo di crescita più forte nel secondo trimestre e la persistente accelerazione dell’inflazione segnalata dall’indagine, rafforzerà l’ipotesi che la BCE potrebbe iniziare ad alzare i tassi d’interesse subito dopo la riunione di luglio. Tuttavia, i rischi al ribasso della crescita sono aumentati, ciò vuol dire che i responsabili potrebbero adottare un approccio più cauto verso politiche restrittive. La crescita manifatturiera è quasi in stallo, guidata dalla contrazione della produzione tedesca dovuta ai nuovi sconvolgimenti della catena di approvvigionamento e delle incertezze causate dall’invasione russa in Ucraina. Resta inoltre il dubbio se, una volta svanito il rilancio iniziale della riapertura delle economie, il settore terziario potrà sostenere l’attuale ritmo di crescita, considerando soprattutto l’impennata del costo della vita. Se il potere di acquisto viene eroso dall’inflazione e se entra in gioco l’avversione al rischio, che spinge al risparmio, le speranze di un’economia spinta da una domanda repressa potrebbero confondersi. Avvicinandoci all’estate, il flusso dei dati sarà dunque cruciale per i responsabili delle politiche monetarie che dovranno valutare se la resilienza dell’economia dell’eurozona potrà essere duratura.”