S&P Global PMI® Composito dell’eurozona: produzione del settore privato in contrazione al tasso più elevato da gennaio 2021
A settembre, l‘attività economica del settore privato dell’eurozona è scesa al tasso maggiore da gennaio 2021, estendendo a tre mesi consecutivi la sequenza di declino. Sia la produzione del manifatturiero che quella del terziario sono diminuite ad un ritmo più veloce a causa della forte inflazione, dell’impennata dei costi energetici, delle crescenti incertezze economiche e dell’indebolimento della domanda che hanno aumentato i valori di contrazione dell’eurozona. I nuovi ordini totali hanno indicato la maggiore diminuzione in quasi due anni, e le esportazioni hanno mostrato un calo considerevole.
La crescita occupazionale di settembre ha continuato a rallentare, rispecchiando il mancato arrivo di nuovi ordini e il forte calo del livello delle commesse inevase.
Per la prima volta da marzo, la pressione dei costi si è intensificata, rispecchiando soprattutto il forte incremento dei costi energetici e l’aumento dei salari. Sono aumentate le preoccupazioni sulle prospettive economiche, con la fiducia sprofondata ai minimi dai tempi della prima ondata pandemica da Covid-19 del 2020.
L’Indice destagionalizzato S&P Global PMI della Produzione Composita dell’Eurozona di settembre si è posizionato su un valore inferiore alla soglia di non cambiamento di 50.0 per il terzo mese consecutivo, segnalando un forte ribasso dell’attività economica nel settore privato dell’eurozona. Con 48.1, l’indice è sceso rispetto a 48.9 di agosto ed ha indicato il calo più rapido della produzione da gennaio 2021.
I dati settoriali di fine terzo trimestre hanno rivelato altri diffusi decrementi, con accelerate contrazioni sia nel manifatturiero che nel terziario. Questo declino si è sentito di più tra i produttori di beni poiché gli alti costi energetici, gli attuali disagi sulla disponibilità dei materiali e la cancellazione degli ordini hanno ostacolato i volumi di produzione nelle fabbriche dell’eurozona. Tuttavia, nel corso del mese, l’alta inflazione ha anche intralciato fortemente le aziende del terziario.
Il flusso totale degli ordini acquisiti a settembre ha segnato il terzo declino mensile consecutivo e al tasso più forte da novembre 2020.
Classifica del PMI Composito nazionale: settembre
Irlanda 52.2 massimo in 2 mesi
Francia 51.2 (flash: 51.2) massimo in 2 mesi
Spagna 48.4 minimo in 8 mesi
Italia 47.6 minimo in 20 mesi
Germania 45.7 (flash: 45.9) minimo in 28 mesi
Tra i paesi dell’eurozona monitorati a settembre, solo due hanno registrato una crescita della produzione del settore privato. In Irlanda il tasso di espansione è lievemente aumentato. Anche la Francia ha registrato un miglioramento dei livelli di attività, anche se debole complessivamente e molto più lieve di quello nei mesi precedenti, dopo la fine delle restrizioni anti-pandemiche.
Nelle altre economie, le prestazioni economiche di settembre sono peggiorate. La Spagna ha registrato la prima contrazione dell’attività da gennaio, mentre il declino in Italia è accelerato. In Germania, la produzione del settore privato è scesa ad un tasso che, a parte i mesi di picco pandemico, è stato il peggiore dalla crisi finanziaria globale del 2008-2009.
Secondo le aziende campione, il fattore principale a detrimento della domanda è stato l’inflazione. Ciò è stato evidente soprattutto nel settore manifatturiero, dove il flusso di ordini è crollato al tasso più rapido in quasi due anni e mezzo. La pressione dei costi complessivi di settembre si è intensificata, segnando il primo mese di accelerazione dell’inflazione da marzo. Tale aumento è stato principalmente causato dai costi energetici, sebbene siano stati anche citati i materiali ed i salari. Come risposta, i prezzi di vendita di settembre sono di nuovo aumentati, segnando il più forte tasso di inflazione in tre mesi, visto che le aziende hanno trasferito il peso maggiore dei costi sui clienti finali.
Un ulteriore segnale della crescente debolezza economica è il forte calo di settembre della domanda di merci e servizi forniti dall’eurozona da parte dei clienti esteri (incluso il commercio all’interno dell’eurozona). Nel complesso, i nuovi ordini destinati all’esportazione hanno indicato il tasso più forte di riduzione da giugno 2020.
La fiducia economica dell’eurozona ha toccato il livello più basso dall’inizio della pandemia da Covid-19, con timori di recessione sempre maggiori, preoccupazioni legate al prolungato periodo di alta inflazione e la prospettiva di ulteriori incrementi dei costi energetici. Le aspettative si sono rivelate particolarmente negative tra le aziende manifatturiere, che hanno tutte espresso previsioni pessimistiche per i prossimi 12 mesi.
La minore fiducia ha guidato i progetti di assunzione di settembre, con un tasso di creazione occupazionale dell’eurozona rallentato ai minimi in 18 mesi. Anche il lavoro inevaso è diminuito ulteriormente, poiché la riduzione dei nuovi ordini ha permesso alle aziende di diminuire il livello di accumulo delle commesse non ancora completate.
S&P Global PMI® del Terziario dell’eurozona
L’Indice S&P Global PMI dell’Attività Terziaria dell’eurozona di settembre è sceso a 48.8 da 49.8 di agosto, toccando il valore più basso da febbraio 2021. Complessivamente, questo risultato mostra una contrazione mensile consecutiva del settore dei servizi dell’eurozona.
A fine terzo trimestre, il volume dei nuovi ordini ha continuato a diminuire. Il tasso di contrazione è rimasto invariato da agosto, mese in cui si è registrato il più forte valore in un anno e mezzo. Tuttavia, il ritmo di declino è stato complessivamente modesto.
Le deboli condizioni della domanda sono state evidenziate dall’ulteriore riduzione degli ordini inevasi. Gli ultimi dati dell’indagine hanno segnalato il primo crollo del volume degli ordini in giacenza da marzo 2021. Il livello occupazionale del settore terziario dell’eurozona ha continuato a crescere, anche se il tasso di creazione di posti di lavoro ha indicato il valore più lento per la seconda volta da aprile 2021.
Nel frattempo, a settembre le pressioni sui prezzi si sono intensificate. I tassi di inflazione dei prezzi di acquisto e di vendita hanno indicato la maggiore accelerazione in tre mesi. In ultimo, la fiducia è scivolata in basso posizionandosi su valori mai visti dall’inizio della pandemia da Covid-19.
Commento
Analizzando i dati finali del PMI Composito dell’eurozona, Chris Williamson, Chief Business Economist presso S&P Global Market Intelligence, ha dichiarato: “Qualsivoglia speranza che l’eurozona eviti la recessione è stata ulteriormente disattesa dal forte declino dell’attività economica segnalata dal PMI. L’indagine indica un peggioramento non solo del declino economico ma anche del quadro inflazionistico, e ciò significa che i responsabili delle politiche stanno affrontando il rischio crescente di un brusco atterraggio mentre cercano di contenere l’accelerazione dell’inflazione. Salgono ora a tre i mesi consecutivi in cui l’attività economica si sta deteriorando, indicando un PIL in calo, ad un tasso di contrazione che ha preso slancio nel corso del terzo trimestre. Il peggioramento delle aspettative economiche per i mesi futuri e la perdita forte e preoccupante di ordini fanno attualmente presagire un calo del PIL persino peggiore nel quarto trimestre. L’inflazione svettante, legata alla crisi energetica e alla guerra in Ucraina sta distruggendo la domanda nello stesso momento in cui la fiducia crolla a livelli mai visti dalla crisi del debito dell’eurozona del 2012, escludendo i periodi di chiusura pandemica. Le aziende così come le famiglie stanno dunque ridimensionando le spese discrezionali e gli investimenti in preparazione di un inverno difficile”.
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