S&P Global PMI®: a marzo, la crescita dell’eurozona resta forte ma l’inflazione sale al record
Con le sempre più ridotte restrizioni anti Covid-19 che hanno permesso di soddisfare i crescenti livelli di attività, l‘economia dell’eurozona ha mantenuto un forte tasso di crescita nel mese di marzo, rallentando solo marginalmente rispetto al valore più alto in cinque mesi riportato a febbraio. La spinta principale all’espansione è stata fornita dal settore terziario, dove la crescita è stata poco più alta mentre la produzione manifatturiera ha registrato un tasso di incremento più debole. Il forte rialzo si è registrato anche per i nuovi ordini, sebbene quelli esteri di marzo siano diminuiti a causa della guerra in Ucraina che, come si evince dai dati raccolti, ha inciso sul commercio transfrontaliero.
La fiducia ha nel frattempo subìto un duro colpo, scendendo ai minimi in 17 mesi poiché le crescenti tensioni geopolitiche e l’inflazione hanno gravato sulle previsioni future. Con l’impennata del prezzo dell’energia, del carburante e delle materie prime, l’inflazione dei prezzi d’acquisto di marzo è accelerata ad un livello record. Per arginare le pressioni sui margini, i prezzi di vendita di marzo di beni e servizi hanno indicato il più veloce rialzo di sempre.
L’Indice destagionalizzato S&P Global PMI® della Produzione Composita dell’eurozona di marzo si è posizionato su 54.9, in lieve declino rispetto a 55.5 di febbraio ma ancora indicativo di un forte valore di crescita dell’attività dell’eurozona. L’espansione è stata guidata dal terziario, settore in cui l’attività è aumentata a ritmi marginalmente più rapidi di febbraio. Anche la produzione manifatturiera è aumentata su base mensile ma è stata la più debole degli ultimi 21 mesi di sequenza di crescita. Dai dati raccolti, l’incremento è collegato al graduale allentamento delle misure anti Covid-19, che hanno favorito una maggiore attività tra i clienti e rinvigorito la richiesta di beni e servizi.
Tra le nazioni dell’eurozona monitorate a marzo, l’Irlanda ha registrato la crescita più veloce, indicando l’espansione più rapida in cinque mesi. Anche la Francia ha indicato un incremento maggiore, posizionandosi al secondo posto nella classifica di crescita nazionale di fine primo trimestre. Per le altre nazioni, ovvero Germania, Spagna e Italia, l’attività ha indicato ritmi di crescita più moderati rispetto a febbraio.
Classifica del PMI* Composito nazionale: marzo
Irlanda 61.0 massimo in 5 mesi
Francia 56.3 (flash: 56.2) massimo in 8 mesi
Germania 55.1 (flash: 54.6) minimo in 2 mesi
Spagna 53.1 minimo in 2 mesi
Italia 52.1 minimo in 2 mesi
I livelli più alti di produzione sono stati sostenuti dalle incoraggianti condizioni della domanda di marzo, con dati che hanno continuato a segnalare nuovi ordini in crescita, ma al tasso più debole dei mesi scorsi. Ciò è in parte dovuto agli ordini esteri, in contrazione per la prima volta da novembre 2020. La perdita di slancio dell’espansione dei nuovi ordini totali si è comunque avvertita soprattutto nel manifatturiero, settore in cui la guerra in Ucraina, la recrudescenza dei disagi sulla catena distributiva e le forti pressioni inflazionistiche hanno influito sulla domanda di beni. L’espansione del flusso delle commesse terziarie è stata più resiliente, segnalando tuttavia un indebolimento.
Gli ultimi dati dell’indagine hanno registrato a marzo un forte deterioramento della fiducia, con previsioni future crollate ai minimi in 17 mesi. Il livello di ottimismo si è indebolito in modo significativo in entrambi i settori, con il manifatturiero che ha registrato il calo più consistente.
Ciononostante, anche se il numero di aziende che prevedono ostacoli alla crescita nei prossimi 12 mesi sia aumentato, i livelli occupazionali hanno continuato a salire in tutta l’eurozona. Inoltre, il tasso di assunzione è leggermente accelerato segnando il valore più alto in quattro mesi. L’espansione della forza lavoro è coincisa con l’accumulo maggiore di ordini in giacenza. Il lavoro inevaso è infatti aumentato a marzo per il tredicesimo mese consecutivo.
I dati di marzo sui prezzi hanno indicato elevati incrementi sia sui prezzi di acquisto che di vendita dell’eurozona. Le aziende hanno infatti tentato di trasferire almeno parte dei crescenti costi delle spese operative sui clienti. Entrambi i settori hanno indicato tassi di inflazione fortemente accelerati salendo a nuovi record d’indagine.
S&P Global PMI® del Terziario dell’eurozona
L’Indice S&P Global PMI dell’Attività Terziaria dell’eurozona di marzo è lievemente salito a 55.6, da 55.5 di febbraio, mostrando a fine primo trimestre un’attività terziaria in forte espansione. Complessivamente, il tasso di crescita è stato il più veloce in quattro mesi.
I dati dell’ultima indagine hanno evidenziato un aumento del flusso dei nuovi ordini ricevuti a marzo. Nel complesso, l’incremento della domanda è stato forte, ma rallentato rispetto a febbraio. L’indebolimento è parzialmente dovuto al calo delle nuove commesse estere poiché la domanda dal mercato internazionale è diminuita per la terza volta in quattro mesi.
I livelli occupazionali di marzo hanno tuttavia indicato la più forte accelerazione della crescita dallo scorso novembre. Nonostante l’aumento degli organici, che estendono l’attuale sequenza di creazione di posti di lavoro a 14 mesi consecutivi, il livello degli ordini inevasi ha continuato a registrare un aumento elevato.
I dati sui prezzi hanno indicato a marzo un’intensificazione delle pressioni inflazionistiche, con prezzi di acquisto e di vendita in salita a tassi che hanno di gran lunga superato i record di febbraio.
Analizzando i dati finali del PMI Composito dell’eurozona, Chris Williamson, Chief Business Economist presso S&P Global ha dichiarato: “La graduale riapertura dell’economia dell’eurozona, dovuta all’attenuamento dell’ondata Omicron, ha fornito una gradita spinta all’attività di marzo, promuovendo una nuova e forte espansione che si è lasciata alle spalle il rallentamento di inizio anno. Tuttavia, nei prossimi mesi la resilienza dell’economia verrà messa alla prova da ostacoli che includono nuove impennate dei costi energetici e dei prezzi delle materie prime dovute all’invasione della Russia in Ucraina, ma anche dal peggioramento della catena distributiva causato dalla guerra e dal forte deterioramento dell’ottimismo sulle prospettive dell’anno a venire. Con la guerra che ha colpito il settore viaggi e trasporti, le esportazioni sono di nuovo tornate a contrarsi. L’indebolimento della fiducia ci suggerisce che le condizioni della domanda interna dei paesi dell’eurozona potrebbero subire pressioni, soprattutto da parte dei consumatori per l’incremento del costo della vita, ma anche da parte delle aziende che faticheranno per la mancanza di materiali. Le aspettative di crescita sono dunque peggiorate nello stesso momento in cui le previsioni inflazionistiche si mostrano più critiche. Non c’è alcuna certezza di una recessione, poiché il grado di difficoltà che l’economia potrà sopportare nei prossimi mesi dipenderà dalla durata della guerra e dalle possibili modifiche delle politiche fiscali e monetarie. Tuttavia, sarà molto probabilmente difficile sostenere la forte espansione di marzo e, sull’economia del secondo trimestre, incombe chiaramente un maggiore rischio di stagnazione o di contrazione”.