S&P Global PMI®: a giugno, la produzione edile italiana si è quasi bloccata a causa del peggioramento delle condizioni della domanda
Secondo gli ultimi dati PMI S&P Global di giugno, il settore edile italiano ha mostrato chiari segnali di crescita vacillante, con l’incertezza sulle previsioni economiche future che hanno influenzato pesantemente l’ottimismo dei clienti. L’espansione dell’attività totale è risultata quasi ferma, con un aumento complessivo solo marginale e al tasso più debole dell’attuale sequenza di espansione di 17 mesi causato dal primo crollo dei nuovi ordini da maggio 2020.
In aggiunta, le aziende hanno registrato a giugno una nuova moderazione della fiducia, riportando il più debole livello di ottimismo in 19 mesi che è inoltre crollato al di sotto della media storica.
L’Indice S&P Global PMI® sul Settore Edilizio Italiano – che misura le variazioni su base mensile della produzione totale del settore – a giugno ha registrato 50.4, in forte discesa da 54.3 di maggio, e solo leggermente al di sopra della soglia neutra di non cambiamento di 50.0, mostrando appena un leggero livello di espansione.
A livello settoriale, la crescita sostenuta, ma più lenta, dell’attività edile non residenziale, è stata influenzata dalla stagnazione dell’edilizia residenziale e dell’attività dell’ingegneria civile.
La più debole prestazione di giugno riflette principalmente il peggioramento della domanda del settore. I nuovi ordini ricevuti dalle imprese edili italiane sono diminuiti per la prima volta da maggio 2020, con un’evidente incertezza sulla prospettiva futura che ha pesato sull’ottimismo e di conseguenza sulla domanda. Le aziende campione hanno inoltre notato quanto la difficoltà nel trasferire il credito d’imposta relativo al superbonus abbia ostacolato il volume dei nuovi ordini. Detto questo, il livello di riduzione generale è stato marginale.
Gli stessi costruttori hanno inoltre registrato a giugno un livello di fiducia più debole per l’attività dei prossimi dodici mesi. L’ottimismo è stato il più basso da novembre 2020 ed è risultato debole anche nel contesto dei dati storici. Le aziende campione hanno riportato preoccupazioni circa le aspettative economiche a breve termine scaturite dalla guerra in Ucraina, e ai problemi relativi al credito d’imposta legato allo schema governativo del superbonus.
I dati di giugno hanno allo stesso tempo mostrato una nuova, ma più debole, crescita dell’attività di acquisto tra le aziende edili italiane. Gli acquisti sono aumentati al tasso più debole dell’attuale sequenza di crescita di 17 mesi, con un complessivo aumento solo marginale. Secondo i dati raccolti, il minore afflusso di nuovi ordini ha costretto le aziende a ridurre i loro acquisti.
Ciononostante, a giugno continuano ad allungarsi i tempi medi di consegna dei fornitori. I ritardi sono stati attribuiti dai dati raccolti alla diffusa carenza di materiale. Malgrado ancora elevato, il prolungamento dei tempi medi di consegna è stato il minore da aprile 2021.
Qualche segnale positivo arriva dal livello occupazionale, a giugno infatti le aziende hanno continuato ad assumere personale. Detto questo, il tasso di creazione occupazionale si è ridotto al livello minimo in 16 mesi, con le aziende campione che hanno inoltre registrato la prima contrazione dell’utilizzo dei subappaltatori da gennaio 2021.
Analizzando gli altri dati, si evince che continuano a crescere i costi affrontati a giugno dalle imprese edili italiane Tale rialzo è stato attribuito alla carenza di materiale, all’aumento del costo dell’energia, dei carburanti, dei materiali e alla guerra in Ucraina. Il tasso di aumento in particolare è sceso ai minimi in 16 mesi, restando comunque elevato rispetto ai dati storici.
La pressione sui costi a giugno è stata inoltre causata dalle tariffe dei subappaltatori che sono aumentate ulteriormente anche se al tasso più debole in oltre un anno.
Commento
Lewis Cooper, Economist presso S&P Global Market Intelligence ha dichiarato: “Il settore edile italiano ha riportato a giugno una forte diminuzione della crescita, quasi stagnante, con livelli generalmente marginali di incremento dell’attività. A livello settoriale, quello dell’edilizia nonresidenziale continuariportare i risultati migliori, mentre l’attività dell’edilizia residenziale ha riportato una stagnazione e l’edilizia dell’ingegneria civile ha riconfermato la contrazione. La prestazione più debole del settore riflette principalmente il deterioramento delle condizioni della domanda. L’afflusso dei nuovi ordini è diminuito per la prima volta da maggio 2020, ed i dati raccolti mostrano quanto sia stato provocato dall’incertezza tra i clienti e, in certi casi, dai problemi nel trasferire il credito d’imposta relativo allo schema governativo del superbonus. Nello specifico, le preoccupazioni sulle prospettive future si sono manifestate anche sotto forma di indebolimento della fiducia delle imprese per l’attività del prossimo anno. L’ottimismo è crollato al livello minimo in 19 mesi, con le aziende campione che hanno espresso preoccupazione sulle previsioni economiche e sui problemi di natura geopolitica. Generalmente parlando, anche se appena in crescita, la ridotta domanda e l’espansione in stallo del settore residenziale, che finora è stato fondamentale per la recente espansione, suggeriscono che probabilmente il settore edile affronterà continue sfide nei prossimi mesi. A meno che non ci sia una ripresa della domanda, è probabile che il settore rimarrà in una situazione precaria.”