S&P Global PMI®: a gennaio l’economia manifatturiera italiana ritorna a crescere lievemente
A gennaio l’economia manifatturiera italiana ha mostrato segnali di stabilizzazione. La produzione è ritornata a crescere leggermente, gli ordini sono diminuiti ad un livello molto inferiore e il livello occupazione è aumentato ancora una volta. Le previsioni sull’attività futura sono aumentate notevolmente dalla fine del 2022, mentre l’inflazione dei costi è sprofondata al livello più basso in quasi due anni e mezzo.
L’indice destagionalizzato S&P Global PMI® (Purchasing Managers’ Index®) del settore manifatturiero italiano a gennaio ha registrato 50.4, in salita da 48.5 di dicembre ponendo fine a sei mesi consecutivi di risultati inferiori a 50.0. Malgrado sia indicativo di una crescita marginale, l’indice di gennaio è stato il migliore registrato dall’indagine da giugno 2022.
A supportare la prestazione del PMI di gennaio è stato il ritorno, anche se modesto, alla crescita della produzione. L’aumento di gennaio registrato dall’indagine è stato il primo dallo scorso giugno con il miglioramento che riflette sia il relativo rafforzamento della disponibilità dei componenti nei mercati dei prodotti che l’espansione occupazionale. Il livello medio del personale pare sia aumentato ancora una volta ad inizio del 2023, estendendo l’attuale periodo di crescita a 29 mesi. Il tasso di espansione inoltre è risultato il migliore osservato da luglio 2022. Sulla base dei dati raccolti, aggiungendo figure dirigenziali e di marketing, le aziende hanno cercato di mettersi in una posizione di crescita per i mesi futuri.
La produzione però è stata limitata dagli attuali crolli dei nuovi ordini ricevuti, con gli ultimi dati che hanno mostrato ad inizio 2023 il nono mese consecutivo di contrazione. Le aziende campione hanno segnalato come la domanda sottostante, sia domestica che estera, sia rimasta modesta. Detto questo, le vendite non sono diminuite allo stesso livello osservato tipicamente durante la seconda meta del 2022. Con la produzione e i livelli occupazionali in salita, ma vendite in calo, le imprese manifatturiere hanno di conseguenza iniziato a ridurre a gennaio il livello del lavoro inevaso.
Le aziende manifatturiere sono inoltre rimaste in qualche modo caute riguardo alla loro attività di acquisto, riducendola per l’ottavo mese consecutivo e ancora una volta ad un tasso elevato. Parecchie aziende hanno ancora una volta preferito utilizzare le loro giacenze esistenti; infatti, per il secondo mese consecutivo diminuiscono le rimanenze di fattori produttivi. Un altro fattore determinante di riduzione di giacenze sono stati i problemi di disponibilità di materiale, anche se ci sono stati segnali di riduzione delle difficoltà sulla catena di fornitura. I tempi medi di consegna di beni presso i manifatturieri a gennaio si sono allungati, ma al livello minore da settembre 2020.
Poiché il divario tra domanda e l’offerta si è accorciato, l’inflazione dei prezzi ha continuato la sua corsa al ribasso. L’indagine di gennaio ha sottolineato come l’inflazione dei costi si sia ridotta al livello più basso da agosto 2020 e, malgrado sia evidente qualche residuo di pressione inflazionistica, alcuni dati hanno mostrato una riduzione dei prezzi di energia e dei petrolchimici che hanno spinto il livello generale di inflazione dei costi più in basso. Inoltre, è stato registrato un livello di inflazione dei prezzi di vendita più lento che ha fatto raggiungere ai prezzi l’aumento minimo in due anni. L’inflazione riportata però è stata notevolmente maggiore di quella dei prezzi di acquisto, le aziende infatti, dopo un lungo periodo di aumento dei costi, hanno cercato di recuperare i loro margini.
Per concludere, l’ottimismo tra le aziende manifatturiere italiane a gennaio si è fortemente rafforzato e ha raggiunto il livello più alto da febbraio 2022. Le aziende hanno segnalato speranze di una ripresa economica, e una previsione generale di un contesto economico più stabile nei prossimi mesi.
Commento
Paul Smith, Economics Director di S&P Market Intelligence, ha dichiarato: “A gennaio l’economia manifatturiera italiana è ritornata ad espandersi e, nonostante modesta e generalmente indicativa di un settore ancora stagnante, in un contesto di deterioramento drammatico probabilmente causato da un inverno rigido e possibili carenze energetiche, è difficile non osservare gli ultimi dati con una luce positiva. Malgrado la domanda continui la sua fasa discendente, le tendenze stanno migliorando in senso relativo, e le aziende stanno assumendo altro personale. Ciò aumenta il senso che la carenza di personale continua a rappresentare per le aziende una problematica ricorrente, anche se stanno inoltre guardando al futuro più positivamente. A maggior ragione che l’inflazione dei costi continua a crollare e la fornitura di beni si avvicina sempre più alla domanda. Ad ogni modo, parecchie aziende stanno cercando di recuperare i loro margini attraverso forti aumenti dei loro prezzi di vendita, e con le condizioni del mercato del lavoro che rimangono difficili, la pressione sull’inflazione di fondo potrebbe diventare la preoccupazione principale per i mesi futuri.”