S&P Global Eurozone Manufacturing PMI®: a marzo produzione industriale in leggero aumento e prezzi dei fattori produttivi in calo, mentre i tempi di consegna dei fornitori migliorano a tasso da record dell’indagine
La produzione manifatturiera nell’area dell’euro è cresciuta marginalmente nel mese di marzo, segnando i risultati migliori mensili della produzione industriale dal maggio dello scorso anno. Il volume degli ordini delle fabbriche dell’Eurozona ha continuato a ridursi alla fine del primo trimestre, ma una riduzione record dei tempi di consegna dei fornitori ha incrementato la fornitura di materie prime e componenti essenziali, sostenendo così livelli di produzione più elevati. Inoltre, a seguito della riduzione dei problemi di fornitura, i produttori dell’Eurozona hanno registrato un calo dei prezzi medi dei fattori produttivi a marzo, per la prima volta dalle prime fasi della pandemia COVID-19 nel 2020.
L’indice S&P Global PMI® per il Settore Manifatturiero dell’Eurozona ha registrato a marzo un valore di 47.3, in calo rispetto al 48.5 di febbraio, toccando un minimo di quattro mesi. Sebbene sia indicativo di un peggioramento più netto dello stato di salute del settore manifatturiero dell’area dell’euro, gran parte del calo mensile è dovuto al fatto che l’indice dei tempi di consegna dei fornitori (che viene invertito nel calcolo del PMI principale) è salito a un record di indagine. I principali sottoindici dell’indicatore principale, che misurano le condizioni del settore come produzione, nuovi ordini e occupazione, sono risultati nel complesso pressoché invariati.
A marzo, i risultati più solidi del settore manifatturiero a livello nazionale sono stati registrati ancora una volta al di fuori delle due maggiori economie: Germania e Francia. La Grecia ha registrato il miglioramento più forte, seguita da Spagna e Italia. I PMI principali di Germania e Austria sono scesi ai minimi in quasi tre anni, anche se, come nel caso della zona euro aggregata, ciò riflette principalmente un notevole accorciamento dei tempi medi di consegna dei fornitori.
Classifica PMI® Manifatturiero per paese di marzo
Grecia 52.8 massimo in 10 mesi
Spagna 51.3 massimo in 9 mesi
Italia 51.1 minimo in 2 mesi
Irlanda 49.7 minimo in 3 mesi
Francia 47.3 (flash: 47.7) minimo in 5 mesi
Paesi Bassi 46.4 minimo in 4 mesi
Germania 44.7 (flash: 44.4) minimo in 34 mesi
Austria 44.7 minimo in 34 mesi
Gli ultimi dati dell’indagine segnalano un’ulteriore contrazione del volume degli ordini nel settore manifatturiero nell’Eurozona, diminuito infatti per l’undicesimo mese consecutivo, con un tasso di calo solido e sostanzialmente invariato rispetto a febbraio. Anche i nuovi ordini destinati all’esportazione, incluso il commercio intra eurozona, sono diminuiti nuovamente a marzo, sebbene la contrazione sia stata la più contenuta dalla metà del 2022.
A causa delle minori esigenze di produzione, i produttori dell’Eurozona hanno continuato a ridurre gli acquisti di fattori produttivi durante l’ultimo periodo di raccolta dati. Il calo è stato complessivamente forte, ma il più debole degli ultimi sei mesi. Le scorte di acquisti sono quindi diminuite, segnando la seconda contrazione mensile consecutiva, e la più rapida dal maggio 2021.
Con i livelli di produzione in aumento, ma con i nuovi ordini in calo, a marzo le imprese manifatturiere dell’Eurozona sono state in grado di lavorare su ordini inevasi a un ritmo più rapido. Il tasso di contrazione del lavoro inevaso è stato complessivamente elevato. Inoltre, il volume dei prodotti finiti in magazzino è aumentato in quest’ultima indagine al livello maggiore in quattro mesi. I dati a livello nazionale mostrano che i produttori austriaci e tedeschi erano in testa all’espansione delle scorte di prodotti finiti.
La debolezza della domanda e la riduzione dei requisiti di produzione sono stati i fattori principali che hanno contribuito ad alleviare le strozzature nella catena di fornitura nel mese di marzo. In effetti, i tempi medi di consegna dei fornitori si sono ridotti ai livelli maggiori osservati nella storia dell’indagine (iniziata a giugno 1997), poiché il calo della domanda di materie prime ha liberato la capacità dei fornitori.
La maggiore disponibilità di articoli, insieme al calo della domanda di fattori produttivi, avrebbe indotto i venditori a ridurre i prezzi applicati. Questo, insieme alle notizie di una riduzione dei costi energetici, ha portato al primo calo dei prezzi medi dei fattori produttivi in quasi tre anni. I prezzi di fabbrica hanno continuato ad aumentare, ma il tasso di inflazione dei prezzi alla vendita è sceso a un minimo in 26 mesi ed è stato solo marginalmente maggiore della sua media storica.
Nel frattempo, gli ultimi dati delle indagini hanno continuato a segnalare un aumento del personale nel settore manifatturiero dell’eurozona. Il tasso di creazione di posti di lavoro è stato modesto e poco variato rispetto a febbraio. Tuttavia, la fiducia delle imprese ha subito una lieve flessione e il livello complessivo di ottimismo è sceso ai minimi in tre mesi.
Commento
Chris Williamson, Chief Business Economist presso S&P Global Market Intelligence, ha dichiarato: “Il settore manifatturiero dell’Eurozona continua a trovarsi in una situazione problematica, con le fabbriche che hanno registrato un calo della domanda di beni per l’undicesimo mese consecutivo, a causa dell’aumento del costo della vita, della politica monetaria più restrittiva, del passaggio al destoccaggio delle scorte e della scarsa fiducia dei clienti. Fortunatamente, un miglioramento record dei tempi di consegna dei fornitori e una maggiore disponibilità di fattori produttivi hanno permesso alle aziende di evadere gli ordini effettuati nei mesi precedenti, il che significa che la produzione è rimasta sostanzialmente stabile negli ultimi due mesi. Tuttavia, l’attuale livello di produzione non è chiaramente sostenibile ed è inevitabile che la produzione si indebolisca nei prossimi mesi, a meno che il volume dei nuovi ordini non ricominci a crescere. Nel frattempo, la carenza di domanda ha portato a un importante spostamento del potere di determinazione dei prezzi dal venditore all’acquirente. Anche i prezzi più bassi dell’energia stanno contribuendo a ridurre i costi, per cui i prezzi pagati per i fattori produttivi dalle fabbriche sono ora in media in forte calo, scendendo per la prima volta da quando la domanda è crollata durante le prime chiusure per la pandemia nel 2020. Questi costi più bassi si traducono in aumenti più lenti dei prezzi di vendita, che a loro volta dovrebbero tradursi in una riduzione dei prezzi pagati dai consumatori”.
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