Smart working “sicuro” in giro per il mondo: le migliori città dove trasferirsi per lavoro se sei un freelance
Negli ultimi anni il mondo del lavoro ha vissuto dei cambiamenti epocali: a livello globale, sempre più persone hanno deciso di lasciare la propria occupazione, ridefinire il proprio work-life balance e, in molti casi, intraprendere un’attività autonoma. Complice di questo fenomeno è stata sicuramente la pandemia, che ha ridisegnato i modelli di occupazione e le priorità dei cittadini e ha portato a un considerevole incremento delle figure dei freelance.
Tra i diversi vantaggi di questa modalità di impiego c’è sicuramente la possibilità, in molti casi, di poter lavorare da remoto e da “qualsiasi” parte del mondo. Svolgere la propria attività come un libero professionista all’estero permette, ad esempio, di costruire una rete professionale internazionale, un tesoro di contatti che si estende ben oltre i confini nazionali. La scelta di trasferirsi dall’Italia verso un Paese europeo può essere guidata da diversi fattori e di conseguenza è necessario valutare quali siano le migliori città dove trasferirsi per lavoro in base ad essi.
Secondo l’Associazione Nazionale Nomadi Digitali, nel mondo ci sono oltre 35 milioni di persone che si definiscono nomadi digitali, ovvero freelance che utilizzano la tecnologia per lavorare da remoto, da qualsiasi parte del globo. Un numero che sembra destinato a crescere rapidamente nei prossimi anni. Il report di Skyscanner sulle tendenze di viaggio per il 2023 dimostra, inoltre, che i viaggi in solitaria non sono più una nicchia: il 37% dei viaggiatori italiani ha intenzione di partire da solo già nel corso del 2023.
Ma quali sono i Paesi che offrono le migliori condizioni per i lavoratori autonomi da remoto?
Secondo l’Indice Viaggi e Lavoro sugli Stati più accessibili e attraenti per i nomadi digitali (2022), elaborato da Kayak, in cima alla classifica troviamo il Portogallo, seguito dalla Spagna e dalla Romania. Il Portogallo si dimostra la meta prediletta dai freelance per la sua stabilità politica, il clima favorevole e il basso inquinamento atmosferico; la Spagna è scelta per l’abbondanza degli spazi di co-working e la sua rinomata inclusività; mentre a rendere la Romania così competitiva sono soprattutto i prezzi convenienti per i soggiorni a lungo termine e un basso costo della vita. Tra i Paesi più attrattivi per i freelance troviamo, inoltre, anche l’Estonia: con il programma “e-Residency”, offre una vera e propria cittadinanza digitale, che consente ai lavoratori autonomi di stabilire una presenza legale in Estonia, aprire un’azienda e beneficiare di un ambiente favorevole per gli affari online.
A tal proposito bisogna, infatti, fare una distinzione tra coloro che decidono di stabilirsi come freelance in un Paese straniero ma rimanere contribuenti in Italia e i lavoratori che diventano fiscalmente residenti all’estero.
Coloro che continuano a essere fiscalmente residenti nel Bel Paese devono dichiarare i capitali guadagnati oltre confine nell’ambito della dichiarazione dei redditi italiana e sono soggetti alle relative leggi fiscali, comprese le aliquote per il reddito.
Le persone che risiedono fiscalmente in un Paese straniero sono soggette, invece, alle leggi fiscali di quella nazione, comprese le sue aliquote fiscali e le normative specifiche. Potrebbe non essere necessario, inoltre, dichiarare tali redditi in Italia, a meno che non esista un accordo di doppia imposizione; alcuni Paesi hanno, inoltre, stipulato trattati bilaterali per evitarla: il che significa che i redditi guadagnati in un Paese non saranno tassati due volte.
Per quanto riguarda le migliori città europee dove trasferirsi per lavoro, la classifica annuale “European Cities of the Future 2023”, redatta da FDI Intelligence, pone al primo posto Londra, per l’attrattività dei capitali esteri, seguita da Amsterdam, Dublino e Parigi. Tuttavia, la classifica “Quality of Life Index 2023” di Numbeo ha classificato Zurigo al primo posto come città europea con la migliore qualità della vita, seguita da Basilea e Ginevra.
Essere un freelance e lavorare all’estero da remoto offre numerosi vantaggi: i cittadini europei, inoltre, hanno il diritto di vivere e lavorare in qualsiasi Paese dell’Unione senza la necessità di un visto di lavoro, un permesso di soggiorno o una lettera di invito. Tuttavia, è comunque necessario registrarsi presso le autorità locali del Paese di destinazione e ottenere un codice fiscale locale. Inoltre, il diritto alla libera circolazione può essere limitato per alcune categorie di lavoratori, ad esempio per coloro che lavorano in alcune professioni regolamentate o per coloro che sono stati condannati per determinati reati.
In definitiva, non si applica questa libertà di circolazione a medici, architetti, avvocati e ogni altra professione che richiede l’abilitazione ad un albo nazionale, anche se è possibile far valere i propri titoli conseguiti presso le università italiane anche all’estero, previo conseguimento di abilitazione anche nei Paesi europei (e non) ospitanti.
Non solo: se sei un freelance che lavora all’estero, è importante avere una copertura assicurativa adeguata per proteggere se
- Assicurazione sanitaria internazionale;
- Assicurazione responsabilità civile, per proteggersi da eventuali danni causati a terzi durante la propria attività, ad esempio danni causati a proprietà o persone;
- Assicurazione contro i danni causati dal lavoro;
- Assicurazione contro l’interruzione del lavoro a causa di malattia o infortunio, furto o la perdita di attrezzature di lavoro.
Il lavoro in modalità smart working offre l’opportunità di spaziare oltre i confini nazionali e scoprire nuove culture e panorami, mentre si lavora in modo autonomo, flessibile e – soprattutto – sicuro.
Foto di Andrea Piacquadio: https://www.pexels.com/it-it/foto/libero-professionista-maschio-nero-focalizzato-utilizzando-laptop-in-street-cafe-3799115/
CEO di Lokky