Sanzioni alla Russia: sotto restrizione il 44% dell’interscambio con l’Italia. 1 miliardo di euro il peso reale stimato sull’export italiano nel 2022
Le sanzioni varate dall’Unione europea contro la Federazione Russa hanno generato restrizioni sul 44,4% dell’interscambio commerciale tra Italia e Russia, per un valore di circa 10 miliardi di euro. Oltre la metà dell’interscambio tra i due paesi (55,6%) è tutt’ora libero, ossia non soggetto a restrizioni sulla base dei regolamenti europei, per un controvalore di oltre 12 miliardi di euro. Per quanto riguarda il tema più sensibile, vale a dire l’impatto delle restrizioni sull’export italiano, il contro-valore nominale dei beni listati raggiunge un valore massimo di 4 miliardi. Tuttavia, l’impatto reale nel 2022 viene stimato non aver superato 1 miliardo di euro, mentre per il 2023 dovrebbe attestarsi sotto i 2 miliardi.
Questi e altri dati emergono da uno studio sugli effetti delle sanzioni alla Russia sull’economia italiana pubblicato sul quarto numero di GeoTrade (Rubbettino), rivista quadrimestrale di geopolitica e commercio estero dell’associazione AWOS – A World of Sanctions, che viene presentato oggi a Roma in occasione del convegno “Dopo le sanzioni alla Russia: per una politica italiana sulle restrizioni economiche internazionali”.
Lo studio di AWOS ha preso in esame i codici doganali e le categorie dei prodotti la cui esportazione e importazione è vietata a seguito delle misure restrittive Ue. Per ciascuno di questi codici è stato ricercato il valore commerciale tenendo come riferimento i dati Istat del commercio estero italiano nel 2019, il primo anno non condizionato dagli effetti della pandemia. Nel 2019 il totale dell’export italiano verso la Russia era stato di circa 9,1 miliardi di euro, il 2,5% sull’export complessivo dell’Italia con il mondo, mentre le importazioni dalla Russia sono state pari a 13,7 miliardi, con un interscambio complessivo di 22,8 miliardi.
Nello specifico l’analisi di AWOS evidenza i seguenti aspetti.
L’effetto restrittivo massimo potenziale delle sanzioni sull’interscambio Italia Russia è di 10 miliardi
L’equivalente commerciale 2019 di tutte le restrizioni sull’import e sull’export contenute nei pacchetti sanzionatori Ue varati nel 2022 (che hanno aggiornato il regolamento 833/2014) è di circa 10,1 miliardi di euro. Se ne ricava che oltre la metà dell’interscambio dell’Italia con la Russia, circa il 55,6%, è tutt’ora rappresentato da beni in libero commercio, mentre i beni listati, bloccati o sottoposti a restrizioni di diverso tipo sono il 44,4%.
Le sanzioni gravano allo stesso modo su export e import, ma gli effetti per l’economia italiana si calcolano sulle esportazioni
Le restrizioni sulle importazioni e sulle esportazioni sostanzialmente si equivalgono, con circa il 55% dei beni d’esportazione che sono ancora in libero commercio ed il 56,2% dei beni d’importazione. Il valore dei beni d’esportazione listati ammonta ad un controvalore 2019 di 4,1 miliardi, mentre per quelli d’importazione è pari a 6 miliardi. Tuttavia, solo gli effetti sulle esportazioni vanno computate come un costo potenziale per l’economia italiana, mentre per le importazioni esse divengono un costo solo nella misura in cui producono un aumento dei prezzi dei beni importati.
L’equivalente commerciale dell’export bloccato dalle sanzioni è di 1,9 miliardi l’anno
Non tutti i 4,1 miliardi di controvalore di beni sottoposti a restrizioni nei pacchetti Ue sono effettivamente bloccati, in ragione della presenza di ampi criteri di deroga e forme di price cap (ad esempio per i beni di lusso). Tenendo come riferimento i soli valori delle restrizioni effettivamente attuali – ossia quelle già in vigore e per cui non sono state inserite deroghe significative – la stima del valore dei beni bloccati sull’export italiano verso la Russia è pari circa ad 1.9 miliardi di euro anno paragonati con il valore dei beni esportati nel 2019. Tuttavia, solo una parte di questi 1,9 miliardi, circa 1 miliardo, hanno effettivamente inciso sull’export italiano nel corso del 2022, in quanto le restrizioni hanno riguardato quasi esclusivamente il secondo semestre dell’anno e sono entrate in vigore dopo un periodo di deroga.
Il valore reale delle sanzioni sull’import 2022 è inferiore ai 400 milioni
Per quanto riguarda le importazioni, per stimare il controvalore reale dell’impatto dei beni sottoposti a restrizioni è opportuno non calcolare il valore dei prodotti greggio e petroliferi (circa 5 miliardi di euro), che produrranno effetti marginali per il 2022, dato che il divieto di import dalla Russia è scattato il 5 dicembre. Questo porta ad un controvalore attuale delle importazioni listate di circa 680 milioni in valore sui 12 mesi del 2019, il cui impatto sul 2022 è verosimile non abbia superato i 400 milioni. L’effetto di contrazione potenziale massimo delle restrizioni sull’import italiano dalla Russia che potrebbe verificarsi nel 2023 ammonta a circa 6 miliardi di euro. Tuttavia, l’effetto di contrazione non equivale al costo per l’economia italiana, in quanto quest’ultimo è stimabile solo nella misura in cui la contrazione produce un aumento reale di prezzo dei beni importati dai mercati alternativi. Aumento che, per quanto riguarda la voce più importante dei beni d’importazione ristretti – ossia quelli petroliferi – sarà calmierato in maniera significativa dall’introduzione del price cap fissato dall’Unione europea.
Valori dei beni listati presenti nei pacchetti sanzionatori Ue verso la Russia
EXPORT | IMPORT | INTERSCAMBIO | |
Valore beni 2019 | 9.171.561.663 | 13.716.401.788 | 22.887.963.451 |
Valore beni listati 2022 | 4.160.750.872 (45%) | 6.006.796.410 (43,8%) | 10.167.547.282 (44,4%) |
Beni di libero commercio 2022 su valori 2019 | 5.010.810.791 (55%) | 7.709.605.378 (56,2) | 12.720.416.169 (55,6%) |