Rinnovabili: i trend del 2021 e le prospettive per il 2022
Tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 l’attenzione politica e dei media è stata quasi completamente assorbita da tre appuntamenti centrali: legge di bilancio 2022, le nuove misure anti-Covid e l’elezione del Presidente della Repubblica. Proprio per questo, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha sentito la necessità di richiamare l’attenzione generale sul PNRR e sul rispetto della roadmap per l’attuazione degli obiettivi previsti. Una delle sfide dirimenti per il futuro economico del nostro Paese è rappresentata dalla Missione 2, “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, cui sono destinate risorse pari a 69,4 mld. Uno degli asset su cui si sviluppa la missione, è legato a “Energia rinnovabile, idrogeno, reti e mobilità sostenibile”, a sottolineare l’importanza degli investimenti in favore della sostenibilità e dell’energia green. A tal proposito, in risposta all’incalzante calendarizzazione richiesta da Draghi, il Ministero della Transizione Ecologica ha previsto 11 riforme e 4 investimenti da attuare entro Giugno 2022. Nello stesso mese l’Italia dovrà presentare tutta la documentazione necessaria a Bruxelles per richiedere la prossima tranche dei fondi UE.
In generale, in Europa, il 2021 si è confermato come l’anno del boom delle energie rinnovabili. Secondo un’analisi della Iea (Agenzia internazionale per l’energia), le rinnovabili sono destinate ad una crescita pari al 95% del loro valore attuale nei prossimi cinque anni. Il che significa che entro il 2026 il solo fotovoltaico potrebbe costituire quasi la metà della potenza energetica globale. L’Europa, infatti, si è confermata pioniera del fotovoltaico, chiudendo l’anno con la bellezza di 25,9 GW. Questo grazie all’entrata in campo della Grecia come grande installatore, all’impegno della Danimarca, alla sorprendente crescita (+8%) della Germania, ma soprattutto al ruolo fondamentale dei Paesi Bassi: la prima nazione UE per numero d’installazioni pro-capite, con un crescita del 48% rispetto al 2020. L’Italia è salita al 13° posto nella classifica mondiale di EY sulla capacità di attrarre capitali e favorire opportunità di sviluppo nel settore delle fonti alternative, scalando 2 posizioni rispetto a maggio 2021. In questo contesto, lo stivale è, quindi, diventato più attraente agli occhi degli investitori interessati al settore green e ha inoltre deciso di aumentare la capacità installata di energia rinnovabile, con l’obiettivo di raggiungere quota 95 GW entro il 2030.
Ma il fotovoltaico non è stato l’unico protagonista di questo trend di sviluppo. A crescere sono stati anche i sistemi di accumulo (aumentati di ben tre volte rispetto al 2020), le nuove installazioni eoliche offshore (raddoppiate rispetto al 2020) e l’idrogeno verde, nonostante sia ancora agli esordi.
Cosa dobbiamo aspettarci quindi da questo 2022?
Dal punto di vista politico ed economico stiamo assistendo ad una vera e propria corsa alle rinnovabili. La crisi in Ucraina, con le sue ripercussioni economiche e geopolitiche, ha ulteriormente confermato quanto sia strategico, per il continente europeo, investire in progetti per lo sviluppo dell’energia da fonti rinnovabili, così da diminuire la dipendenza dal gas naturale fornito da altri paesi. La sicurezza del nostro continente e la difesa del sistema di valori che ci rappresenta passa anche da qui. Questa consapevolezza sul ruolo strategico ricoperto dall’energia, unita agli impegni volti alla riduzione delle emissioni, ha determinato una crescita del 30% delle energie rinnovabili solo nell’ultimo anno. Oltre ai governi, anche le multinazionali e i big della finanza si stanno mobilitando per finanziare progetti di green energy al fine di non ritrovarsi disallineati rispetto ad un mercato in continua evoluzione. Una leva non da poco per tutti coloro che nutrono ancora qualche dubbio in termini di realizzabilità della transizione ecologica. Ad ulteriore conferma di un trend ormai chiaro si può evidenziare come molti fondi d’investimento su scala globale, quali JP Morgan, Flack, DIF Capital e Ib vogt, abbiano già stipulato accordi per l’acquisizione di quote di aziende operanti nel comparto green. Secondo le stime del nuovo Global Market Outlook, questo segmento di mercato è destinato a raggiungere la scala dei Terawatt entro il 2022, con crescite annuali sopra i 200 GW.
Contrariamente a quanto spesso detto e pensato erroneamente, le fonti rinnovabili possono quindi fungere da stabilizzatore dei costi energetici, calmierando in maniera sostanziale la volatilità dei mercati ed il valore assoluto degli stessi.
La stretta relazione e interdipendenza tra sostenibilità, crescita e competitività appare sempre più evidente e determinante per lo sviluppo economico sia del nostro Paese che dell’intero continente europeo. Il 2022 dovrà essere un anno di svolta per l’Italia, con investimenti seri e lungimiranti in favore dello sviluppo di soluzioni virtuose e rigenerative come energie rinnovabili ed efficienza energetica.
CEO di save NRG, azienda italiana che accompagna imprese e privati nei processi di transizione energetica e decarbonizzazione