Rapporto mensile ABI: primi segnali di diminuzione dei tassi
Negli ultimi mesi si stanno manifestando primi segnali di diminuzione dei tassi di mercato rispetto ai precedenti valori massimi e rispetto ai tassi BCE.
TASSI DI MERCATO
Nei primi 13 giorni di marzo:
Il tasso sui BTP è stato in media del 3,68%, in diminuzione di 131 punti rispetto al massimo registrato a ottobre 2023.
Il tasso IRS a 10 anni (molto usato nei mutui) è stato in media del 2,62%, in diminuzione di 90 punti rispetto al massimo registrato a ottobre 2023.
Il tasso sui BOT a sei mesi è stato in media del 3,75%, in diminuzione di 30 punti rispetto al massimo registrato a ottobre 2023.
Il tasso Euribor a 3 mesi è stato in media del 3,93%, in calo di 7 punti rispetto al massimo registrato a ottobre 2023.
TASSI DI INTERESSE SUI PRESTITI
A febbraio 2024 i tassi di interesse sulle nuove operazioni di finanziamento in diminuzione:
- il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è diminuito al 3,90%, rispetto al 3,98% di gennaio 2024 e al 4,42% di dicembre 2023;
- il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è sceso al 5,37% dal 5,48% di gennaio 2024 e dal 5,45% di dicembre 2023;
- il tasso medio sul totale dei prestiti (quindi sottoscritti negli anni) è stato del 4,78% (come nel mese precedente).
TASSI DI INTERESSE SULLA RACCOLTA
Conseguentemente al calo dei rendimenti dei titoli di stato, il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) a febbraio 2024 è il 3,61%. A gennaio 2024 tale tasso era in Italia superiore a quello medio dell’area dell’euro (Italia 3,71%; area dell’euro 3,50%). Rispetto a giugno 2022, quando il tasso era dello 0,29% (ultimo mese prima dei rialzi dei tassi BCE), l’incremento è di 332 punti base.
Il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso a febbraio 2024 è 4,03%, con un incremento di 272 punti base rispetto a giugno 2022 quando era l’1,31%.
A febbraio 2024 il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), è l’1,00% (come nel mese precedente, 0,32% a giugno 2022).
Il tasso sui soli depositi in conto corrente è lo 0,54%, come nel mese precedente, tenendo presente che il conto corrente permette di utilizzare una moltitudine di servizi e non ha la funzione di investimento.
MARGINE TRA TASSO SUI PRESTITI E TASSO SULLA RACCOLTA
Il margine (spread) sulle nuove operazioni (differenza tra i tassi sui nuovi prestiti e la nuova raccolta) con famiglie e società non finanziarie a febbraio 2024 è 189 punti base.
RACCOLTA DA CLIENTELA
La raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche, presenta un incremento di oltre 236 miliardi tra gennaio 2023 e gennaio 2024 (146,7 miliardi famiglie, 21,7 imprese e il restante agli altri settori, imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione).
Conseguentemente, i soli depositi, nelle varie forme, sono scesi a febbraio 2024 dell’1,1% su base annua, diminuzione in rallentamento rispetto a gennaio 2024 (-1,8%).
A febbraio 2024 la raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è cresciuta rispetto ad un anno prima del 18% (+21,0% nel mese precedente).
La raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) a febbraio 2024 è risultata in aumento dello 0,9% su base annua, proseguendo la dinamica crescente del mese precedente (+0,5% a gennaio 2024; cfr. Tabella 3).
PRESTITI BANCARI
Il calo dei volumi di credito è coerente con il rallentamento della crescita economica che contribuisce a deprimere la domanda di prestiti: a febbraio 2024, i prestiti a imprese e famiglie sono scesi del 2,7% rispetto a un anno prima, mentre a gennaio 2024 avevano registrato un calo del 2,6%, quando i prestiti alle imprese erano diminuiti del 4,0% e quelli alle famiglie dell’1,3% .
SOFFERENZE
Le sofferenze nette (cioè al netto di svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) a gennaio 2024 sono state 17,5 miliardi di euro (16,7 miliardi a dicembre 2023). Se confrontato con il livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto nel novembre 2015 (88,8 miliardi), il calo è di 71,3 miliardi.
Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è all’1,04% a gennaio 2024 (0,98% a dicembre 2023; 4,89% a novembre 2015).