Prospettive economiche Italiane S&P Global: il sentiment delle imprese italiane scende al livello più basso dell’anno a ottobre

 Prospettive economiche Italiane S&P Global: il sentiment delle imprese italiane scende al livello più basso dell’anno a ottobre

Le imprese del settore privato italiano hanno segnalato un calo di fiducia a ottobre a causa delle crescenti preoccupazioni per le condizioni economiche e politiche in Italia e nel mondo. Le previsioni relative ad attività, profitti e occupazione sono risultate inferiori rispetto all’inizio dell’anno, secondo i risultati più recenti del S&P Global Business Outlook. Si prevede anche un aumento dei costi, sebbene in misura minore rispetto ai recenti sondaggi.

L’indice principale del S&P Global Business Outlook per l’attività è sceso al livello più basso dell’anno a ottobre, passando dal +32% di settembre al +24%. Le proiezioni di crescita nel settore privato italiano erano in linea con la media globale, ma superiori a quelle della zona euro (+17%). I saldi netti nei settori manifatturiero e dei servizi sono scesi al +24% in entrambi i casi.

Le minacce alle prospettive e la principale fonte di incertezza in Italia riguardano le condizioni economiche difficili sia a livello nazionale che estero. Sono stati evidenziati il rallentamento e le sfide strutturali nel settore automobilistico. Le aziende hanno espresso preoccupazione anche per il cambiamento climatico, l’instabilità politica interna e le tensioni geopolitiche in corso.

Detto ciò, i saldi netti rimangono in territorio positivo, suggerendo aspettative di crescita dell’attività commerciale per l’anno a venire. Le proiezioni positive sono state in gran parte sostenute dai piani di investimento e dalle aspettative di tagli ai tassi di interesse come modo per stimolare la crescita economica nel prossimo anno.

Le aspettative sull’inflazione si raffreddano ma rimangono storicamente elevate

Le imprese italiane prevedono che i costi del lavoro continueranno a crescere a un ritmo elevato. Tuttavia, il saldo netto relativo ai costi del personale è sceso al +31% a ottobre (dal +36% di giugno), segnando così la crescita più lenta dei costi del personale negli ultimi due anni.

Le previsioni sui costi non legati al personale per le imprese del settore privato italiano sono rimaste in territorio inflazionistico a ottobre. Le preoccupazioni principali riguardano i prezzi elevati dell’energia e delle materie prime. Il saldo netto delle imprese che prevedono un aumento dei costi non legati al personale è stato del +28%, leggermente inferiore al +29% di giugno. Sia i produttori che i fornitori di servizi hanno leggermente ridotto le loro previsioni di inflazione al +21% e al +30%, rispettivamente.

Con un lieve calo delle pressioni sui costi previsto, le imprese intervistate sono risultate meno aggressive nelle previsioni sui prezzi di vendita a ottobre. Il saldo netto delle aziende pronte ad aumentare i prezzi è stato del +15% (rispetto al +18% di giugno), il livello più basso dell’anno. I produttori e le imprese di servizi sono ugualmente propensi ad aumentare le tariffe.

Previsioni di redditività più deboli dell’anno

Le aziende italiane hanno rivisto al ribasso le aspettative sui profitti, con il saldo netto che è sceso dal +16% di giugno al +13% di ottobre. La crescita più lenta proveniva dal settore dei servizi, mentre i produttori segnalavano un leggero aumento della crescita. Secondo i partecipanti al sondaggio, le elevate pressioni sui costi dovrebbero comprimere la redditività. Nonostante il downgrade, le previsioni sui profitti sono rimaste complessivamente positive. Questo è stato in netto contrasto con l’area euro più ampia, dove si prevede un calo della redditività (saldo netto: -2%).

Piani di assunzione ridimensionati, ma intenzioni di investimento potenziate

I dati sulle prospettive economiche di ottobre segnalano intenzioni di assunzione positive per il settore privato italiano. In linea con le aspettative di attività meno ottimistiche, i piani per ampliare la forza lavoro si sono attenuati. Al 7% (in calo rispetto al +14% di giugno), il saldo netto dei partecipanti al sondaggio che prevedono un aumento dell’occupazione è sceso al minimo di un anno, poiché alcune aziende hanno citato preoccupazioni riguardo ai costi salariali. Tuttavia, i piani di assunzione delle aziende del settore privato italiano sono rimasti più ottimistici rispetto alla zona euro (+2%) e in linea con le previsioni occupazionali globali.

Con la speranza di tagli ai tassi di interesse, le aziende italiane hanno mostrato una maggiore disponibilità a investire in ricerca e sviluppo (+14%) e in capitale fisso (saldo netto a +17%) a ottobre. In entrambi i casi, i miglioramenti riflettono piani aggiornati per le aziende del settore dei servizi, mentre i produttori sono meno ottimisti. I piani di investimento in Italia sono stati più ottimistici rispetto a Germania e Francia, dove si prevede un taglio sia agli investimenti in capitale fisso che in ricerca e sviluppo.

Commento

Commentando i dati del sondaggio sulle prospettive economiche italiane, Eleanor Dennison, economista presso S&P Global Market Intelligence, ha dichiarato: “Rispetto a giugno, si è registrato un calo di ottimismo tra le aziende italiane del settore privato riguardo all’attività futura, ai profitti e alle intenzioni di assunzione, ai livelli più bassi dell’anno. Tuttavia, dai dati più recenti è emerso chiaramente che le imprese italiane sono più fiduciose rispetto alle loro controparti della zona euro più ampia. In particolare, le prospettive di investimento sono migliorate a ottobre, poiché le aziende italiane prevedono di aumentare le spese in capitale fisso e ricerca e sviluppo. Tra le tre maggiori economie della zona euro, l’Italia si distingue con aspettative di investimento ottimistiche, rispetto alle previsioni negative di Germania e Francia. A sostegno dei previsti tagli ai tassi da parte della BCE, le aziende italiane sono pronte a essere meno aggressive nella fissazione dei prezzi e prevedono anche una crescita salariale più moderata. Tuttavia, sebbene le imprese prevedano un certo sollievo dalle pressioni inflazionistiche, le previsioni di redditività sono risultate meno ottimistiche rispetto a giugno.”

Immagine di freepik

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