PMI, internazionalizzazione e digitalizzazione: aumenta la percezione di incertezza con una crisi considerata ormai strutturale
Il 61% delle imprese sostiene che l’attuale contesto incerto e complesso è un fattore che condiziona sempre più le scelte strategiche.
È quanto emerge dalla Ricerca “Sales Transformation per i mercati internazionali”, realizzata per Promos Italia e Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi da IULM, l’Università di Comunicazione e Lingue di Milano, e presentato nel corso dell’evento “Made in Italy, quale futuro? – L’export tra digitalizzazione e nuove sfide internazionali”. All’iniziativa sono intervenuti: Carlo Sangalli e Massimo Dal Checco, rispettivamente Presidente e Vice-Presidente di Camera di Commercio Milano Monza Brianza Lodi; Giovanni Da Pozzo, Presidente Promos Italia; Federico Rampini, Editorialista Corriere della Sera e saggista; Daniela Corsaro, Professore associato di Marketing & Sales Università IULM/Direttore CIMASC; Franco Moscetti, Presidente OVS; Lara Botta, Vice Presidente Botta Eco packaging; Marcello Albergoni, Country manager Linkedin Italia; Giorgio Fossa, Presidente 24Ore Business School; Roberto Nicastro, Presidente e Co-Founder di Banca AideXa; Sergio Rossi, Vice-segretario Generale Camera di Commercio Milano Monza Brianza Lodi/direttore di Formaper.
Fenomeni come la pandemia, la guerra in Ucraina, e più in generale la precarietà degli equilibri geopolitici, hanno infatti aumentato la percezione di incertezza e di rischio tra le aziende, portando alla consapevolezza che si tratti di fenomeni diventati quasi endogeni più che episodici ed imponendo così alle imprese un ripensamento dei propri approcci all’internazionalizzazione.
La risposta che arriva dal campione di imprenditrici e imprenditori sembra essere comunque positiva: il 54% degli intervistati, infatti, ritiene di avere gestito il cambiamento come un’opportunità, mentre il 48% sta investendo per diventare un’organizzazione più agile. Il 60%, infine, ritiene fondamentale l’abilità di adattarsi per rispondere ai cambiamenti dei mercati. Una reazione, quest’ultima, che si concretizza, nel 39% dei casi, attraverso l’introduzione di nuovi prodotti, pratiche e tecnologie, con un approccio che rimane cauto e pacato piuttosto che audace e aggressivo nel 46% delle imprese coinvolte.
A fare la differenza, nel 39% delle aziende sembra essere il top management che spesso sviluppa piani alternativi all’estero per gestire eventuali situazioni di crisi.
Proprio questo aspetto, unito all’orientamento digitale dell’azienda, rappresenta uno dei due driver per ottenere una performance di successo sui mercati internazionali, contribuendo per il 55%, contro il 45% dell’orientamento digitale. A conferma di questo, c’è il dato relativo alla relazione tra grado di digitalizzazione e performance sui mercati internazionali: le aziende altamente digitalizzate, infatti, hanno in media una performance sui mercati internazionali più alta del 27% rispetto alle aziende non digitalizzate.
Nel campo della digitalizzazione, però, c’è ancora molto da fare. Appena il 23% delle aziende si definisce altamente digitalizzato e solo il 35% delle aziende dichiara di avere una chiara strategia di digitalizzazione. Percentuali simili per le aziende che affermano di avere acquisito importanti tecnologie digitali per l’export (32%) e per quelle che sostengono di essere in grado di rispondere in maniera adeguata alla trasformazione digitale in atto nei mercati internazionali (35%).
Infine, meno della metà delle aziende nel campione sono in grado di padroneggiare tecnologie digitali all’avanguardia e solo il 36% afferma di utilizzare sistemi di sales automation.
Rispetto al campione, quali sono gli strumenti digitali più utilizzati? Sul podio si piazzano il sito (78%), i Social media per vendita e marketing (48%) e le email marketing/newsletter (47%). A seguire, l’e-commerce gestito internamente (42%).
Il ruolo principale dei social media rimane comunque quello tradizionale, legato allo sviluppo di nuovi contatti ed al potenziamento delle relazioni: il 41%, infatti, li impiega per mantenere e rinforzare le relazioni con i clienti esistenti.
Basso quindi il dato sulla competenza generale in materia di digitalizzazione rispetto al ruolo del proprio top management, che per la maggior parte delle aziende intervistate sembra avere una visione globale dei mercati (52%) e nel 48% dei casi esperienza nel commercio internazionale. Inoltre, il 43% delle imprenditrici e degli imprenditori intervistati ritiene che la propria cultura organizzativa ed il sistema di valori collettivi del management favoriscano l’esplorazione di nuove opportunità di business all’estero.
Per il 63% degli intervistati è molto utile fare gruppo con altre aziende per supportare lo sviluppo all’estero. Questo dato conferma l’importanza di un ecosistema a supporto delle imprese e delle varie forme di aggregazione, tra l’altro non solo per le piccole ma anche per le medio-grandi.
“L’instabilità è spesso sinonimo di preoccupazione, di paura, ed è evidente che la fase storica sta avendo un impatto diretto su strategie aziendali e su modelli di business – osserva Giovanni Da Pozzo, Presidente di Promos Italia -. Tuttavia, le complessità geopolitiche non devono portare ad un ridimensionamento della nostra presenza internazionale, ma contribuire a considerare un approccio nuovo, verso nuovi mercati e con modalità innovative, consolidando al contempo la presenza dei prodotti Made in Italy nei mercati di riferimento. Questo processo deve avvenire anche attraverso i canali digitali, che rappresentano sempre più una necessità, oltre che un’opportunità”. Secondo il Presidente Da Pozzo, “é compito di Promos Italia, del Sistema Camerale e delle Istituzioni aiutare imprenditrici ed imprenditori in questa fase di transizione verso il digitale, accompagnandole in questo percorso di acquisizione di consapevolezza e di comprensione dei reali benefici, senza sottostimarne le difficoltà”.
Dello stesso avviso è anche il Presidente della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza e Lodi, Carlo Sangalli: “L’export si conferma un fattore di traino centrale per l’economia dei nostri territori con livelli di crescita superiori anche al periodo pre pandemia. L’incertezza rischia però di frenare l’attività delle imprese e limita, se non annulla, gli investimenti. In questo contesto la missione prioritaria del Sistema Camerale è quella di supportare le Pmi accompagnandole nel decisivo percorso dell’innovazione e dell’internazionalizzazione tra loro strettamente connesse”.
Marcello Albergoni, Country Manager di LinkedIn Italia, spiega: “Come dimostrano i dati della ricerca, c’è ancora molto da fare quando si parla di digitalizzazione delle imprese, sia per chi opera in Italia, sia per quelle realtà che stanno vivendo la trasformazione digitale nei mercati internazionali. Ciò è diventato particolarmente critico dopo che la pandemia ha accelerato la trasformazione digitale in tutti i settori, facendola diventare essenziale. Attraverso la collaborazione di LinkedIn con Promos Italia, negli ultimi anni diverse aziende hanno iniziato il loro percorso di digitalizzazione, impostando una strategia di lead generation per aprirsi a nuove opportunità e contatti con l’estero. LinkedIn ha un’offerta unica per supportare questa missione, in quanto è una piattaforma che non solo ti consente di creare un sistema di networking forte e di qualità, ma anche una piattaforma social che offre soluzioni di hiring e apprendimento senza precedenti per professionisti e aziende che lo utilizzano, come LinkedIn Learning, che conta più di 17.000 corsi che permettono di acquisire competenze competitive per fare impresa in Italia e all’estero”.