PMI® IHS Markit Flash: ad inizio 2021, si intensifica la contrazione dell’economia dell’eurozona

 PMI® IHS Markit Flash: ad inizio 2021, si intensifica la contrazione dell’economia dell’eurozona

A gennaio, l’attività economica dell’eurozona ha indicato un’accelerazione del tasso di contrazione, con le aziende che hanno continuato a faticare a causa dell’attuale ondata pandemica e alle relative restrizioni. Il tasso di crescita della produzione manifatturiera si è indebolito segnando il valore più lento dall’inizio della ripresa, mentre il settore terziario ha registrato la seconda contrazione più veloce da maggio.

Da 49.1 a dicembre, l’Indice PMI® Flash IHS Markit Composito dell’Eurozona di gennaio è sceso a 47.5, indicando il terzo calo mensile consecutivo dell’attività e il peggiore declino da novembre. Tuttavia, negli ultimi tre mesi il PMI è rimasto superiore rispetto alla scorsa primavera, durante i primi mesi della pandemia, e ciò suggerisce che l’impatto economico della seconda ondata di contagi è stato finora di gran lunga inferiore rispetto a quello della prima.

Il peggioramento della prestazione economica di gennaio ha coinvolto tutta l’area dell’eurozona, ma con qualche differenza. In Germania, la crescita dell’attività è scesa ai valori minimi dalla ripresa iniziata lo scorso luglio, ma alla sostenuta

espansione si è contrapposta la maggiore contrazione della produzione francese e del resto dell’eurozona. Il PMI flash Composito della Francia, da 49.5 di dicembre è sceso a 47.0, mentre l’indice tedesco è solo scivolato da 52.0 a 50.8.

Complessivamente, il resto dell’eurozona ha indicato un tasso di contrazione anche più severo di quello francese, registrando il sesto calo mensile consecutivo della produzione con un indice che da

46.1 è sceso a 44.7. Tuttavia, come per la Francia, il declino è stato meno duro di novembre.

Nel corso dell’attuale pandemia, appaiono evidenti i segnali di una maggiore resistenza del settore manifatturiero. A gennaio, la produzione industriale è aumentata per il settimo mese consecutivo grazie alla crescita sostenuta dei nuovi ordini, delle esportazioni e del lavoro inevaso. Sebbene il tasso generale di crescita della produzione manifatturiera sia diminuito fino a segnare il valore minimo in sette mesi, è rimasto tra i più alti osservati negli ultimi tre anni. La forte espansione della manifattura tedesca si è contrapposta al nuovo calo della produzione francese e ad un rialzo relativamente attenuato nel resto dell’eurozona.

Le aziende monitorate hanno attribuito parte del rallentamento del settore manifatturiero ad un indebolimento della crescita della domanda sia delle imprese che dei consumatori, dovuto in molti casi alla pandemia attualmente in corso. I dati di gennaio hanno tuttavia indicato anche maggiori vincoli sulla catena di distribuzione che hanno limitato la produzione. Ad eccezione dello scorso aprile, quando le chiusure globali delle aziende hanno colpito le vie di approvvigionamento, i tempi medi di consegna di gennaio sono stati i peggiori dal 1997, anno d’inizio delle indagini.

Allo stesso tempo, l’ulteriore deterioramento dell’attività del settore terziario, in calo a gennaio per il quinto mese consecutivo, è stato comunemente collegato all’inasprimento delle restrizioni dovute al Covid-19. Livelli di contrazione maggiori della produzione terziaria sono stati registrati in Germania, Francia e nel resto dell’eurozona, causando un’accelerazione del tasso di contrazione complessivo. Il flusso dei nuovi ordini del settore dei servizi è diminuito per il sesto mese consecutivo, contraendosi peraltro ad un tasso più rapido di dicembre. Nel terziario, tuttavia, gli ultimi cali dei nuovi ordini e dell’attività sono stati meno forti di quelli avutisi a novembre e nei mesi tra marzo e maggio.

A gennaio, si è anche registrato l’undicesima contrazione mensile consecutiva dell’occupazione. I modesti incrementi dei posti di lavoro avutisi in Francia e Germania hanno però contribuito a rallentare il tasso di declino generale, che a sua volta ha registrato il valore più basso dall’inizio della pandemia. Ancora una volta è stata riportato un calo moderato degli organici in entrambi i settori manifatturiero e terziario.

Le aspettative economiche sulla produzione dei prossimi dodici mesi sono diminuite rispetto al recente picco di dicembre, soprattutto a causa delle preoccupazioni sulla persistenza dell’impatto pandemico sulla domanda, indicando tuttavia il secondo valore più alto da maggio 2018. Se la fiducia sulle prospettive future del settore terziario si è leggermente raffreddata, l’ottimismo mostrato dal settore manifatturiero è migliorato fino a toccare un record in tre anni.

I prezzi medi di vendita di beni e servizi sono nel frattempo diminuiti per l’undicesimo mese consecutivo, indicando il crollo maggiore da settembre. Anche se i prezzi del manifatturiero sono aumentati, sebbene solo in modo modesto e ad un tasso ridotto, le tariffe applicate dalle aziende terziarie hanno indicato il calo più forte da giugno, rispecchiando il crollo della domanda.

Nonostante i prezzi di vendita siano calati, la media dei prezzi di acquisto è continuata ad aumentare, registrando l’incremento più rapido da gennaio 2019. Sebbene il terziario abbia mostrato un modesto rialzo dei costi, il manifatturiero ha riportato le pressioni inflazionistiche maggiori, indicando il tasso di aumento maggiore dei prezzi medi di acquisto da febbraio 2018. L’incremento dei prezzi è stato comunemente collegato all’eccedenza della domanda rispetto alla reperibilità delle forniture di molti prodotti.

Commento

Commentando i dati PMI Flash, Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit ha dichiarato: “Con l’intensificarsi delle restrizioni anti Covid-19 che a gennaio stanno indebolendo sempre più le aziende, una doppia recessione sembra sempre più inevitabile. La produzione è diminuita ad un tasso maggiore per via del peggioramento delle condizioni del settore dei servizi e dell’indebolimento del manifatturiero che ha indicato la crescita minore degli ultimi sette mesi di ripresa. Qualche segnale incoraggiante arriva dalla minore entità della contrazione rispetto a quella della scorsa primavera, che riflette l’attuale resilienza del manifatturiero, la crescente domanda per le esportazioni e l’impatto minore delle misure anti Covid che in media sono state meno restrittive rispetto allo scorso anno. Sono inoltre evidenti alcuni segnali di come le aziende e i consumatori privati stiano trovando il modo di adattarsi alla pandemia e alle relative restrizioni. La distribuzione del vaccino ha nel frattempo aiutato a mantenere un forte livello di ottimismo rispetto ai prossimi dodici mesi, anche se il recente aumento del numero di contagi ne ha causato una riduzione. I dati dell’indagine giungono quindi a completare la visione di un’eurozona che osserverà un debole inizio del 2021, ma che l’economia recupererà di nuovo vigore non appena la distribuzione del vaccino accelererà il passo”.

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