Please don’t stop the music! Ecco perché la musica può diventare un’alleata per aumentare la produttività sul lavoro

 Please don’t stop the music! Ecco perché la musica può diventare un’alleata per aumentare la produttività sul lavoro

volgiamo quotidianamente, dallo sport alla spesa, dal tragitto che ci porta al lavoro o a scuola alla passeggiata che ci concediamo per rilassarci. Diversi studi hanno dimostrato ampiamente gli effetti positivi che la musica ha sulle persone: ad esempio, i dati rilevati da un’indagine condotta recentemente da Sonos su un campione di 12 mila persone tra i 21 e i 50 anni provenienti da 12 paesi, dimostrano che ascoltare musica, podcast o altri contenuti audio non solo fa sentire più felici e meno stressati, ma motiva durante l’attività fisica, rende più connessi con gli altri, stimola la creatività, diminuisce le tensioni in famiglia e aumenta notevolmente la produttività sul posto di lavoro[1].

Proprio su quest’ultimo punto si concentrano il dibattito e l’interesse dell’opinione pubblica: l’ascolto di musica durante il lavoro (o lo studio) ha davvero un reale impatto sul rendimento lavorativo? Coverflex, spiega i benefici che collegano musica e lavoro tramite una playlist creata dalla startup, contenente brani di artisti dai generi più disparati – da David Bowie a Taylor Swift, dai Duran Duran a Justin Timberlake – accomunati però da una caratteristica: favoriscono e stimolano la concentrazione. Occorre però ricordare che non tutti i generi musicali hanno il medesimo impatto, ragion per cui è necessario tenere a mente alcuni dettagli essenziali per trarre il maggior beneficio possibile.

Numerose ricerche rivelano che le canzoni tra i 50 e gli 80 bpm aiutano a diminuire lo stress e facilitano l’apprendimento. Questo perché, come spiegato anche dal ricercatore Dennis Relojo-Howell, tale ritmo è simile a quello fisiologico di ogni essere umano, che si attesta attorno ai 75 bpm. Data tale somiglianza, dunque, possiamo ipotizzare che sia più facile elaborare le funzioni del sistema emozionale autonomo con una musica a tempo medio, rispetto a brani aventi altri tempi[2]. La playlist preparata da Coverflex, ‘Work Music’, include brani di Céline Dion, Harry Styles e Coldplay, ma anche David Bowie, Bon Jovi e Metallica, tra gli altri: artisti decisamente diversi tra loro, ma le cui canzoni selezionate possiedono melodie rilassanti e in grado di stimolare la creatività dell’ascoltatore o di calmarne la mente, consentendo al suo cervello di apprendere in maniera più rapida e favorendo l’acquisizione e la rielaborazione di nuove informazioni.

Musica, studio e lavoro: la chiave per concentrarsi senza distrazioni

Scegliere di ascoltare un preciso genere musicale, o una canzone in particolare, dipende dal desiderio di enfatizzare un determinato stato d’animo. Se ci sentiamo felici, per esempio, saremo più propensi ad ascoltare musica ritmata, ma se il nostro umore è malinconico o triste, sarà più probabile optare per generi lenti o testi drammatici ed emotivi. Allo stesso modo, gli studi dimostrano che le persone tendono a svolgere al meglio i propri task quando selezionano dei brani che si sposano alla perfezione con la loro personalità o scelgono un genere in grado di abbinarsi al livello di difficoltà di un incarico[3]. Ad esempio, se si deve svolgere un’attività semplice o noiosa, la musica può affinare la nostra attenzione stimolando il nostro cervello, proprio come farebbe la caffeina.

Sebbene i benefici che la musica ha sulla nostra produttività siano stati evidenziati, è bene sottolineare che non tutti riescono a lavorare (o a studiare) se in sottofondo c’è rumore: il rischio di concentrarsi troppo sulle parole di una canzone e di spostare il focus della nostra attenzione è, effettivamente, plausibile. La soluzione per mettere d’accordo tutti c’è, ed è la musica strumentale. Pensiamo, scriviamo e leggiamo: in un modo o nell’altro, abbiamo sempre a che fare con le parole. Per questa ragione, ridurre al minimo le interferenze a cui siamo esposti e prediligere musiche senza parole potrebbe rivelarsi la strategia vincente.

“Creare un ambiente di lavoro che stimoli la creatività e l’espressione individuale è una forma di welfare. Nasce da qui l’idea di una playlist che raccoglie alcuni dei brani preferiti dal team Coverflex, tutti con un numero di bpm che – secondo la scienza – favorisce la concentrazione e la creatività. Il benessere aziendale passa anche da questo: incoraggiare ognuno a trovare il modo migliore per lavorare bene, fornendo strumenti e risorse utili, ma lasciando sempre spazio per l’unicità del singolo e i suoi bisogni” commenta Mara Tonta, Marketing Manager di Coverflex.

La playlist Work Music, ideata da Coverflex, è disponibile a questo link: https://open.spotify.com/playlist/7jLW6pSkYh8ivLc9wedtoA?si=93ef0cb4e4644ba5 

[1] Studio condotto da Sonos in collaborazione con DOXA https://www.sonos.com/it-it/newsroom/brilliant-sound-study-results 

[2] Dennis Relojo-Howell, PhD researcher in psicologia clinica presso l’Università di Edimburgo. https://hrnews.co.uk/beat-it-expert-reveals-the-ultimate-music-bpm-for-working-from-home-productivity/ 

[3] https://hbr.org/2022/09/can-music-make-you-more-productive 

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