“Pensare per agire”: filosofi in azienda per affrontare la complessità
Non solo le (indispensabili) competenze tecniche: alle aziende di oggi, chiamate ad affrontare le sfide di cambiamento e innovazione, serve anche un background diverso, un mix di apertura mentale, ampio respiro e visione strategica: gli americani la chiamano “helicopter view”, la vista dall’elicottero.
Con questa convinzione nasce il corso di laurea magistrale in “Philosophical Knowledge: Foundations, Methods, Applications”, un percorso di studi interateneo che vede protagoniste l’Università degli studi di Bergamo (Dipartimento di Lettere, Filosofia e Comunicazione), l’Università di Pavia e l’Istituto Universitario di Studi Superiori (Iuss) di Pavia, il primo in Italia della classe LM-78 erogato interamente in lingua inglese.
Il nuovo corso di laurea magistrale – che è stato presentato ieri presso la Sala Castoldi della sede universitaria di Sant’Agostino di UniBg (sopra, un’immagine dei relatori) – si caratterizza per una nuova attenzione alle dimensioni applicate dei saperi filosofici, nell’assunto che i modelli di razionalità, le tecniche di analisi concettuale e argomentazione razionale debbano svolgere un ruolo sempre più centrale nei processi decisionali e di risoluzione dei problemi in ambito imprenditoriale, economico, tecnologico, politico e sociale. In quest’ottica, il corso di laurea integra nell’offerta didattica le discipline fondamentali dell’indagine filosofica con alcune discipline scientifiche e tecnologiche, aprendo agli studenti una serie di ulteriori e inediti sbocchi professionali. Le aree di studio comprendono la metafisica, l’ontologia, l’epistemologia, l’etica, la filosofia della scienza, della mente, della logica e della matematica, insieme a materie scientifico-tecnologiche come l’economia e la gestione aziendale, la robotica, l’intelligenza artificiale, le neuroscienze del processo decisionale, per affrontare le sfide di oggi, quelle economiche ma anche quelle della sostenibilità. Il corso adotta una metodologia didattica altamente interattiva, che integra lezioni frontali e attività laboratoriali, nonché un tirocinio qualificante e professionalizzante. Essendo in lingua inglese, sfrutta inoltre le opportunità di scambio e interazione in Italia e all’estero.
La Filosofia «apre la mente»: lo si sente dire spesso. E proprio questa maggiore apertura mentale, che può rivelarsi preziosa in un contesto aziendale, è il punto di forza oggi di un percorso di studi filosofici. Lo sostiene anche Achille Varzi, John Dewey Professor alla Columbia University di New York e invited professor al corso di laurea, che vanta un panel di docenti di rilievo internazionale. Dal suo osservatorio privilegiato il docente ha rilevato l’importanza crescente di figure con impostazione filosofica all’interno delle aziende, in particolare quelle votate all’internazionalizzazione. Una tendenza – come spesso accade – anticipata dalle imprese di Oltreoceano, ma che oggi si fa largo anche in Europa. Ha parlato della sua esperienza personale Andrea Delogu, vicedirettore generale e Coordinamento Informazione del Gruppo Mediaset, egli stesso laureato in Filosofia (oltre che in Giurisprudenza e Scienze Politiche): il manager ha approfondito le motivazioni che lo hanno portato a intraprendere studi filosofici dopo avere già concluso altri percorsi universitari e come questi approfondimenti abbiano inciso in maniera determinante sullo sviluppo del suo percorso professionale, con risvolti anche sul piano personale e umano. Infine è stato Marco Donadoni, presidente e amministratore delegato di H-Servizi, multiutility bergamasca, a mettere a fuoco la relazione sempre più importante tra competenze tecnologiche e filosofico-umanistiche. Anch’egli manager laureato in Filosofia, ha sottolineato l’apporto determinante che un background di studi filosofici è in grado di fornire all’impresa, nell’ottica di guidare i processi di innovazione.
“Il corso di laurea magistrale in Philosophical Knowledge: Foundations, Methods, Applications è unico nel suo genere, frutto del coinvolgimento di soggetti e realtà diversi nella propria mission, ma accomunati dalla convinzione che il nodo tra filosofia e tecnologia sia oggigiorno imprescindibile per costruire nuovi talenti, aperti al cambiamento e all’innovazione. Il coordinamento scientifico interateneo, che coinvolge l’Università degli studi di Pavia e la Scuola IUSS Pavia, vanta illustri docenti nel teaching board, alcuni di fama internazionale, il cui contributo non potrà che essere di pregio in termini di originalità nel percorso formativo. Le potenzialità di questo nuovo corso di studi sono al tempo stesso un obiettivo e una sfida ma soprattutto la risposta a molte aziende che chiedono creatività, capacità di adattamento, empatia, pensiero laterale, capacità di lavorare in gruppo” ha dichiarato il rettore dell’Università degli studi di Bergamo, Sergio Cavalieri.
“Il nuovo corso di Laurea Magistrale in Philosophical Knowledge in lingua inglese propone una solida e innovativa interazione tra le ricerche teoriche di lunga data sulla conoscenza, i metodi e le pratiche filosofiche e la loro applicazione alle sfide tecnologiche, etiche, economiche e sociali, aprendo agli studenti un’ampia gamma di opportunità professionali. Trovo anche interessante l’esperienza didattica, che vedrà gli studenti spostarsi in due città universitarie”, ha sottolineato il rettore dell’Università degli Studi di Pavia, Francesco Svelto.
“L’innovazione nell’alta formazione è un processo che riguarda certamente sia l’aggiornamento continuo dei contenuti, sia la proposta di saperi e conoscenze che superino le tradizionali barriere fra le discipline per offrire alle nuove generazioni una visione più aderente alle innovazioni sociali. Il nuovo corso di laurea magistrale interpreta questa visione innovativa che formerà professionisti capaci da guidare processi di innovazione nelle imprese partendo da un solido background di scienze filosofiche. È una sfida contemporanea che certamente sarà apprezzata sia dagli studenti che dal mercato del lavoro nei settori maggiormente impegnati nella competizione internazionale” sono state le parole del rettore dell’Istituto Universitario di Studi Superiori (IUSS) di Pavia, Riccardo Pietrabissa.
“L’Università di Bergamo scommette sul ruolo del pensiero filosofico nei processi economici, tecnologici e produttivi con un nuovo corso di laurea magistrale dalle caratteristiche fortemente innovative. Il corso è il primo della sua classe ad essere insegnato interamente in inglese in Italia e include nel proprio progetto formativo un inedito ventaglio di insegnamenti e laboratori su temi economici, scientifici e tecnologici. Nel corso, cui prendono parte oltre all’Università di Bergamo (sede amministrativa per i primi quattro anni) l’università di Pavia e lo IUSS di Pavia, insegneranno a Bergamo in qualità di invited professors alcune fra le voci più autorevoli della filosofia mondiale, come Alexander Bird e Simon Blackburn (Cambridge), Achille Varzi (Columbia), Martine Nida-Ruemelin (Fribourg), Anne Meylan (Zurich) e Crispin Wright (NYU)” ha puntualizzato il coordinatore del corso di laurea, prof. Andrea Bottani.
“Siamo in un momento nel quale, proprio per salvaguardare e valorizzare il lavoro umano, le persone devono esprimere spirito critico, capacità di leggere la complessità e, punto decisamente non secondario, capacità di adattarsi in un contesto dove fatichiamo a leggere i contorni. Heidegger la chiamava Geworfenheit”, ha sottolineato Chiara Lupi, direttrice editoriale di Este, casa editrice specializzata in edizioni dedicate all’organizzazione aziendale, che ha moderato il dibattito a cui hanno preso parte anche i docenti Tommaso Piazza (Università di Pavia) e Andrea Sereni (IUSS Pavia) e Marco Manzoni, vicepresidente di Confindustria Bergamo con delega Education e Governance.
Ha concluso Francesca Moro, laureata a Bergamo in Filosofia e ora iscritta al nuovo Corso di Laurea “Credo che la filosofia abbia numerose ricadute pratiche su temi che hanno l’urgenza di essere discussi e dibattuti e che contribuisca a un mindset analitico, orientato sul domani e sul futuro, e non sul passato di ieri come l’indirizzo tradizionale vuole, con il vantaggio di poter fare davvero ricerca innovativa in team grazie alla multidisciplinarietà offerta dal nuovo corso”.