Parlamento europeo delle imprese, Prete (Unioncamere): “Mismatch in crescita nel 2023. L’Europa sostenga la formazione dei lavoratori”
In Italia quasi una assunzione su due programmata dalle imprese nel 2023 potrebbe risultare difficile (era uno su quattro nel 2019). E non è un problema solo italiano ma di tutti i Paesi sviluppati.
Lo ha detto il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, intervenendo al Parlamento europeo delle imprese in corso a Bruxelles.
L’Italia è al 69° posto, su 133 paesi, per facilità delle imprese nel trovare le figure professionali con le competenze richieste. Molti paesi del G7 hanno lo stesso problema: Regno Unito (71° posto), Germania (74°), Francia (75°) e Giappone (77°).
La particolarità del nostro Paese è che il disallineamento è cresciuto molto rapidamente dopo la Pandemia. “Ecco perché l’Alleanza per le microcredenziali e il Patto per le competenze – ha sottolineato il presidente di Unioncamere – “sono due iniziative importanti e utili per affrontare in maniera sinergica ed efficace a livello europeo il tema delicato delle competenze e della formazione continua”.
Il mismatch aumenta in modo esponenziale quando le imprese richiedono competenze digitali o green: in Italia tra il 2023 e il 2027 saranno richieste competenze green a circa 2,4 milioni di lavoratori – il 65% del fabbisogno del quinquennio – e competenze digitali a poco più di 2 milioni di occupati – il 56% del totale.
“Il ritardo nel trovare i propri collaboratori da parte delle imprese – ha sottolineato il presidente di Unioncamere – limita la loro espansione e spesso l’attività ordinaria. Abbiamo stimato che il mismatch comporta un costo per il sistema Italia pari a 38 miliardi di euro l’anno”.
Immagine di wirestock su Freepik