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Un altro treno perso per le PMI
Ancora una volta, le piccole e medie imprese (PMI) sembrano perdere il treno dell’evoluzione globale, mancando un’opportunità d’oro per rafforzarsi nel contesto competitivo attuale.
Ancora una volta, le piccole e medie imprese (PMI) sembrano perdere il treno dell’evoluzione globale, mancando un’opportunità d’oro per rafforzarsi nel contesto competitivo attuale.
Questa settimana il Consiglio dei ministri varerà il Documento di economia e finanza per il 2024, tracciando il programma di finanza pubblica fino al 2027.
Nel 2022, poco più di un terzo dei 25-64enni ha partecipato ad attività di istruzione e formazione.
L’analisi completa del Centro studi dell’associazione in attesa del nuovo Documento di economia e finanza. Assegno previdenziali in crescita. Cala la spesa sanitaria, cresce quelle per interessi su bot e btp. Spending review sulle uscite correnti, in calo dal 13,6% del pil del 2022 (264 miliardi) all’11,3% del 2026 (257 miliardi) con una sforbiciata di 7 miliardi.
ATTENZIONE! Anche nei primi mesi del 2024 il fenomeno non sembra purtroppo attenuarsi.
Nell’attuale mondo digitale, caratterizzato da velocità e ritmi frenetici, gestire correttamente tutte le informazioni, digitali e non di un’azienda può rivelarsi alquanto difficile. Molto spesso, imprese di diverse dimensioni, si trovano ad affrontare sfide come: informazioni diverse e non coerenti per lo stesso prodotto, oppure doppioni e duplicati causati dagli errori umani.
Rispetto alla gran parte dei principali Paesi UE, l’Italia presenta delle criticità storiche che, purtroppo, non riusciamo a rimuovere.
Il rallentamento è stato guidato dal progressivo rientro dell’inflazione per i beni e i servizi ad alta frequenza d’acquisto (2,8% dal 3,5% del mese precedente). La disoccupazione estesa ha mostrato un contenuto innalzamento (8,5% a fronte dell’8,3% del mese precedente).
In termini assoluti si va dai 131 miliardi di euro del 2022 ai 134 miliardi del 2023; quest’anno il dato finale dovrebbe risultare in calo a circa 133 miliardi, mentre dovrebbe salire a 136 miliardi nel 2025 e a quasi 139 miliardi nel 2026.
In linea con quella riportata a febbraio, l’attività cresce solo leggermente. Continua la forte espansione occupazionale, malgrado il lieve incremento dei nuovi ordini. Primo crollo dell’attività di acquisto in sette mesi e rallentamento della pressione sui costi.