Osservatorio del terziario Manageritalia: i servizi pesano di più (74% del Pil), ma ci investiamo poco
Il terziario vale oggi in Italia il 74,4% del Pil. Nel decennio pre-pandemia il settore dei servizi, pur mostrando un tasso di crescita medio annuo (0,3%) superiore a quello dell’economia italiana (0,15%), ha avuto una crescita più lenta rispetto all’Eurozona. La quota del terziario sul Pil è cresciuta di oltre 1,5%, poco sotto l’aumento registrato nei tre decenni precedenti (circa 2% a decennio). Anche nel 2020 il settore ha continuato a guadagnare quote di Pil, avendo registrato una decrescita pari a -8,1%, a fronte di quella del -8,6% del valore aggiunto nazionale. Questi alcuni spunti emersi nell’incontro che ha visto il debutto dell’Osservatorio del Terziario Manageritalia con analisi sviluppate in collaborazione con Oxford Economics (L’evoluzione del settore dei servizi in Italia dal 2010) e BCF (L’impatto del Covid sui settori del terziario).
“Con l’Osservatorio del Terziario, ha detto Mario Mantovani, presidente Manageritalia, accendiamo una luce sul settore economico più ampio e articolato della nostra economia. Uno sguardo approfondito e necessario, che vuole superare le analisi parziali. Iniziamo descrivendo il decennio trascorso in cui per 8 anni i servizi hanno registrato una crescita, concluso da un 2020 di cadute profonde e sviluppi inattesi. L’Osservatorio è al servizio dei manager che vogliono guardare al futuro con strumenti adeguati, ma allarga il dibattito a tutti e in particolare alle organizzazioni, agli esperti e ai comunicatori: sarà un luogo aperto di discussione e approfondimento, orientato al comune obiettivo di riprendere un percorso di crescita in linea con le economie più sviluppate”.
Per quanto riguarda gli investimenti dei vari settori del terziario, l’analisi mostra, salvo rare eccezioni, una diminuzione nel decennio. Un fattore determinante per la scarsa performance a livello di produttività, ancor più oggi a fronte dell’importanza dell’innovazione tecnologica. I dati più recenti mostrano anche come il terziario italiano sia più focalizzato sul mercato interno rispetto agli altri paesi europei e quindi non abbia ancora sfruttato le opportunità di crescita del commercio internazionale. Basti pensare che la quota di valore aggiunto determinata dall’export è per i servizi in Italia pari al 9,8%, mentre è vicina o superiore al 15% in Germania, Francia e Spagna.
“Il terziario nella sua forte crescita (+7,5 punti percentuali l’aumento della quota sul Pil negli ultimi 40 anni) – ha detto Emilio Rossi direttore Osservatorio Terziario Manageritalia e senior advisor Oxford Economics – è rimasto indietro nella capacità di esportare sviluppandosi, a differenza della manifattura, soprattutto grazie alla domanda interna, con un’evidente minore esposizione alla concorrenza. Per questo gli investimenti dei prossimi anni nel terziario saranno importanti per rilanciare la domanda interna, ma anche per aumentare l’efficienza in molti suoi comparti, a partire da maggiore managerializzazione, formazione del capitale umano, concorrenza e potere delle Authority. Le imprese dovranno fare la loro parte promuovendo processi di ampliamento dimensionale e utilizzando le nuove tecnologie digitali (IA, IoT, Cloud, Big Data) sia per aumentare la produttività che per sviluppare le logiche di filiera”.
“Nella nostra analisi affrontiamo con strumenti rigorosi – ha aggiunto in chiusura Mantovani – il grande tema della produttività dei servizi, partendo dai pochi settori che l’hanno vista crescere (finanza e commercio) e da tutti gli altri in cui è diminuita, cercando di cogliere i segnali di trasformazioni strutturali in atto, pronte a manifestarsi negli anni a venire”.
“Durante la pandemia alcuni settori dei servizi (come turismo e trasporti) – ha detto nella sua analisi Francesco Filippucci partner BCF – hanno subìto perdite record di valore aggiunto, mentre altri (come i servizi di informazione) hanno contenuto i danni. In termini occupazionali, tuttavia, i settori dei servizi hanno sofferto quasi tutti in media di più di quelli del secondario e del primario, in gran parte perché meno protetti dalle politiche del lavoro utilizzate. È quindi importante nel definire i prossimi step di politica economica tenere in maggiore conto il rilancio occupazionale del settore terziario, il più importante per dimensioni”.
“Prevediamo – ha detto Giorgio Costantino executive director Global Transformation Services CRIF Group – uno scenario in ripresa per le imprese da fine 2021 (fatturato +7,9% su 2020), ma il rilancio più consistente sarà a fine 2022 (+ 3,6% vs. 2019). La redditività tornerà su livelli pre covid per molti settori (alimentari, commercio, consulenza e servizi sociosanitari) non prima del 2022 livelli leggermente inferiori al 2019 (-0,7% su 2019). Alcuni settori particolarmente colpiti (Turismo e Commercio di autoveicoli) dovranno attendere anche oltre il 2022 per una piena ripresa (sia di fatturato che di redditività).
L’uscita dalla crisi richiederà un vero e proprio “cambio di paradigma”. Cruciale sarà un rinnovato patto tra Banche e Imprese basato “fiducia”, “condivisione delle informazioni”, utilizzo di canali digitali e/o analisi dei processi di business. La misurazione di intangibles (i.e. livello di innovazione e/o di digitalizzazione) o le interrelazioni tra imprese e settori di attività economica (Filiere di Impresa), permetteranno di veicolare gli investimenti delle imprese e i relativi finanziamenti delle Banche verso ambiti e attività di “prospettiva” (a partire dal Digitale e dalla Sostenibilità – ESG capitoli fondamentali del PNRR)”.
“L’Osservatorio PULSE sviluppato da CRIF in piena Pandemia – ha concluso Costantino – sarà aggiornato periodicamente per “misurare il polso” dell’Economia sulla base dell’ampio dataset di CRIF (Dati creditizi, pagamenti commerciali e analisi forward looking su ratio di Bilancio) e contribuirà all’Osservatorio permanente sul Terziario di Manageritalia”.
Osservatorio del Terziario Manageritalia è promosso da Manageritalia, l’organizzazione di rappresentanza dei manager del terziario. Per lo sviluppo dell’attività di analisi e pubblicazioni l’Osservatorio si avvarrà di volta in volta dell’expertise di prestigiosi centri di ricerca ed esperti a livello Nazionale e internazionale, alcuni dei quali compongono il Comitato Scientifico. L’Osservatorio sviluppa analisi, ricerche, sondaggi, pubblicazioni, dibattiti, convegni sul settore Terziario dell’economia italiana attraverso la valutazione dell’andamento dei vari settori del Terziario, con particolare enfasi sulle potenzialità che essi rappresentano per lo sviluppo sostenibile e la competitività del paese.