Occupati e disoccupati: rallenta il ritmo di crescita del mercato del lavoro
“I dati del mercato del lavoro di dicembre – commenta così Francesco Seghezzi, Presidente di ADAPT –sembrano indicare un rallentamento del mercato del lavoro italiano, che continua a crescere ma con autonomi e occupati a termine e allo stesso tempo mostra una crescita di inattivi e un calo dell’occupazione femminile.
A dicembre 2024, infatti, gli occupati in Italia hanno visto una leggera crescita (+14mila), raggiungendo così quota 23,754 milioni, la cifra più alta di sempre. Tuttavia, i dati indicano un rallentamento rispetto al trend dei mesi precedenti.
A crescere è unicamente l’occupazione maschile, con +19mila in un mese e +283mila su base annua, la quale raggiunge così un nuovo record, mentre cala quella femminile con -5mila unità in un mese (e +178mila su base annua)”.
Diminuisce anche il numero dei disoccupati (-50mila unità), ma aumentano, per il secondo mese consecutivo, gli inattivi, con un +19mila unità. “Il dato sugli inattivi – commenta Seghezzi – preoccupa perché può essere segnale di una crescita della rassegnazione soprattutto in certe fette della popolazione, quelle con minori competenze e che hanno perso nei mesi scorsi il supporto del Reddito di cittadinanza” Il tasso di occupazione sale e segna un nuovo record, raggiungendo il 61,9%, al contempo quello di disoccupazione scende al 7,2% e quello di inattività sale al 33,2%.
Diminuiscono gli occupati permanenti (-33mila unità), “È questo un dato in discontinuità con gli scorsi mesi nei quali l’occupazione a tempo indeterminato era cresciuta con costanza, allo stesso tempo torna a crescere l’occupazione a termine già per il secondo mese consecutivo. Questi due elementi insieme possono far immaginare che le conseguenze del rallentamento dell’economia si stiano riversando anche sul mercato del lavoro”, commenta Seghezzi, infatti crescono gli occupati a termine (+21 mila). Rispetto ai trend dei mesi scorsi, aumentano in modo significativo anche gli autonomi (+26 mila).
Su base annua gli occupati a termine sono stabili (-5 mila) e la totalità dei nuovi occupati è data da occupati permanenti (+418 mila) e dagli autonomi (+42 mila). “Un trend chiaramente positivo ma in rallentamento rispetto ai mesi scorsi dove il confronto annuale vedeva gli occupati a termine diminuire” prosegue Seghezzi.
“Per quanto riguarda l’occupazione giovanile – segnala Seghezzi – i dati sono positivi, con il tasso di occupazione 15-24 anni che cresce di 0.9 punti e quello 25-34 di 0.6 punti e in entrambi diminuisce la disoccupazione. Guardando i dati nel complesso però la nuova occupazione giovanile è probabilmente in buona parte a termine”
Diminuisce invece il tasso di occupazione (-0.2) per le fasce 35-49 anni e 50-64 anni, e aumenta l’inattività.
Depurati dalla componente demografica i dati mostrano una forte crescita degli under 35, che anche nei numeri assoluti crescono molto nel mese (89mila unità).
Questi dati inducono a preoccuparsi, soprattutto se letti insieme ad altri. Infatti, dopo qualche mese di stop, è stato pubblicato il nuovo monitoraggio del piano GOL e i risultati sono critici soprattutto per i target con più difficoltà. “Tra i percettori di Reddito di cittadinanza (che già sono una grande minoranza tra tutti i partecipanti a GOL) – commenta Seghezzi – i presi in carico solo il 14% risulta occupato dopo 6 mesi e solo il 35% dei non occupati è coinvolto in una misura di supporto. Complessivamente è occupato il 32% dei partecipanti al piano dopo 6 mesi e solo il 35% dei non occupati è coinvolto in una misura di supporto del piano. Il rischio di sprecare tantissime risorse del PNRR è reale”.
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