Occupati e disoccupati: l’occupazione continua a crescere (soprattutto fra gli over 50) e non solo a causa delle pensioni rimandate
A marzo 2024, l’Italia registra un ulteriore balzo in avanti nell’ambito dell’occupazione, con un aumento di 70 mila unità rispetto al mese precedente, portando il totale degli occupati a 23,849 milioni. Questo dato segna un nuovo record, consolidando una tendenza positiva che caratterizza il panorama occupazionale italiano da oltre due anni.
Il trend positivo coinvolge entrambi i generi, con un incremento di 36 mila unità per gli occupati uomini e 34 mila unità per le occupate donne. Questo fenomeno si traduce in un nuovo record sia per gli uomini, che raggiungono la cifra di 13,754 milioni di occupati, sia per le donne, che raggiungono la quota di 10,095 milioni di occupate.
Inoltre, si assiste a una riduzione ulteriore dei disoccupati, con una diminuzione di 53 mila unità, e a una leggera crescita degli inattivi, con un aumento di 12 mila unità. “Tuttavia, – precisa Francesco Seghezzi, Presidente ADAPT – l’elemento preoccupante riguarda il fatto che l’aumento degli inattivi, per quanto marginale, si concentra soprattutto nella fascia 25-34 anni».
Il tasso di occupazione raggiunge così il 62,1%, il più alto mai registrato, mentre il tasso di disoccupazione scende al 7,2%, livelli simili a quelli del 2009, e quello di inattività rimane stabile al 33%.
Un aspetto rilevante riguarda la qualità dell’occupazione, con un aumento significativo dell’occupazione a tempo indeterminato del 3,6% rispetto all’anno precedente, pari a 559 mila unità, mentre quella a termine registra una diminuzione del 6%, pari a una riduzione di 180 mila unità.
«Questi risultati positivi non sono dovuti solo agli effetti delle riforme pensionistiche, precisa Seghezzi, come dimostrano i dati relativi alla crescita degli occupati a tempo indeterminatoper fascia d’età. Tra il quarto trimestre del 2021 e il quarto trimestre del 2023 infatti, si registra un aumento significativo in tutte le fasce d’età, con un impatto innegabilmente rilevante nella fascia over 50, ma al contempo quasi il 50% della crescita si colloca negli under 50».
Infine, i dati depurati dalla componente demografica confermano che la crescita occupazionale è concentrata soprattutto tra gli over 50, seguiti dagli under 35.
«In sintesi, conclude Seghezzi, i dati confermano una situazione occupazionale positiva, con una crescita degli occupati che coinvolge diverse fasce d’età e una maggiore stabilità nell’occupazione a tempo indeterminato. Resta da esplorare il fenomeno della crescita degli occupati over 50 e dei lavoratori autonomi, che farebbe pensare alla necessità di una parte della popolazione di un secondo lavoro, all’esigenza di giovani pensionati di reinserirsi nel mercato del lavoro o a esclusi dal mercato del lavoro che cercano nuovi spazi di inserimento».