Nuovi luoghi di lavoro: le aziende rispondono alle richieste dei professionisti, il 76% vuole un modello ibrido
Mylia, brand di The Adecco Group che si occupa di formazione e sviluppo per individui e aziende, presenta il white paper “Re-Designing the Workplace”, un documento che ha l’obiettivo di analizzare l’impatto della pandemia sulla riorganizzazione degli spazi di lavoro.
La prima parte del paper si focalizza sull’evoluzione delle abitudini e delle necessità di aziende e professionisti: per far fronte alle esigenze di salute e sicurezza imposte dalla pandemia da Covid-19, nel 2020, in Italia, l’83,3% delle imprese ha fatto ricorso al lavoro da remoto, scoprendone con il tempo i vantaggi per il business e per i dipendenti. Un cambiamento che ha portato a una “nuova normalità”, in cui la modalità ibrida – in presenza e da remoto – viene preferita per la sua capacità di massimizzare i benefici, pur senza sacrificare la produttività e l’aspetto relazionale. Il 76% dei lavoratori reputa, infatti, il mix tra lavoro in ufficio e lavoro da remoto la soluzione migliore da adottare post-pandemia e l’80% desidera mantenere maggiore flessibilità e un buon equilibrio tra lavoro e vita privata. Alla luce di questo contesto, la riorganizzazione degli spazi diventa un requisito fondamentale per mettere tutti i professionisti nelle condizioni di raggiungere risultati migliori, sentendosi sicuri e a proprio agio.
Roberto Pancaldi, Managing Director di Mylia, ha affermato: “Il percorso di analisi svolto ha messo in luce come lo spazio di lavoro fisico mantenga, oggi, un ruolo fondamentale. Certamente, i cambiamenti avvenuti in questi ultimi anni ne hanno modificato forme e valenza, ma hanno anche fatto emergere quanto esso possa essere, ora come mai, luogo insostituibile di relazioni, di innovazione e di contaminazione, in una logica inclusiva e multidisciplinare”.
La seconda parte del white paper è dedicata ad un esempio virtuoso: il percorso di progettazione del nuovo Head Quarter di AstraZeneca presso il MIND, il distretto dell’innovazione che sta nascendo nell’area che ha ospitato Expo 2015, a Milano.
Lorenzo Wittum, AD AstraZeneca Italia, ha dichiarato: “La scelta di trasferire la nostra sede di AstraZeneca Italia all’interno di MIND persegue la nostra volontà di integrarci in un luogo ideale per la condivisone delle idee e dei progetti innovativi nel settore delle scienze della vita e delle città del futuro. Abbiamo aderito a 360° a questo progetto perché totalmente in linea con le nostre priorità di innovazione e ricerca a beneficio dei pazienti e di tutta la società e perché coerente con i nostri valori, per dare maggiore slancio al confronto in spazi accessibili, flessibili e funzionali alla condivisione e allo sviluppo di idee e prodromo all’innovazione.”
Il percorso di progettazione dei nuovi spazi aziendali, che ha visto la collaborazione tra Mylia, AstraZeneca, Cariplo Factory e Alta Scuola Politecnica, si è basato su una metodologia human centered – così da mettere al centro i reali bisogni dei lavoratori – e data driven, per mappare tali bisogni, nonché le relazioni esistenti all’interno dell’azienda e quelle da sviluppare.
Il Professor Emilio Paolucci, Director di Alta Scuola Politecnica, ha commentato: “Dopo la pandemia, gli spazi di lavoro vanno rimodulati e resi più flessibili per facilitare le relazioni lavorative, nel rispetto delle esigenze del personale e delle necessità organizzative delle aziende. In quest’ottica, il lavoro svolto in questo progetto ha rappresentato una vera e propria rivoluzione nel mondo dell’architettura, conciliando l’analisi dei dati con la creatività dei progettisti”.
Protagonista di tutte le fasi del processo è stata l’open innovation, un approccio all’avanguardia che ha saputo sfruttare e contaminare virtuosamente esperienze, idee e risorse, intessendo relazioni di valore per il conseguimento di questo risultato strategico.
A questo proposito Enrico Noseda, Chief Innovation Advisor di Cariplo Factory, ha affermato: “La pandemia ha accelerato drammaticamente il bisogno di innovazione e confermato che, anche nel nostro Paese, l’open innovation è uno strumento ormai maturo e funzionale alle priorità di trasformazione delle imprese. Il percorso di progettazione dei nuovi spazi di AstraZeneca è nato proprio da un progetto di open innovation, che ha saputo valorizzare le competenze di tutti i player coinvolti”.
Per visionare il whitepaper “Re-Designing the Workplace” è possibile consultare il link: https://www.mylia.com/wp-content/uploads/2022/05/ReDesigningTheWorkplace-def.pdf