Next Generation Plan: le sfide per le PMI dalla Finanza Sostenibile
Il Next Generation Plan, il piano di investimenti elaborato dall’Unione Europea volto alla creazione di un modello di ripresa sostenibile, solo in Italia, porterà 209 miliardi di euro. Tra gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è presente la volontà di richiamare gli investimenti privati: per questo motivo, il Piano ha programmato, per alcuni settori, delle entrate di capitali privati, pubblici o di entrambi.
Secondo un’indagine condotta dal Forum per la Finanza Sostenibile tra gli enti e le organizzazioni associate, per i prossimi 3 anni, più del 60% degli attori finanziari si è rivelata favorevole a portare avanti progetti sostenibili in ottica di partenariati tra la sfera pubblica e quella privata. Tuttavia, è emersa la necessità di superare una serie di difficoltà: se da un lato occorre snellire la burocrazia, dall’altro lato la formazione delle istituzioni pubbliche sui mezzi più idonei al raggiungimento degli obiettivi e degli operatori finanziari sui processi amministrativi risultano di primaria importanza.
“In Italia, il patrimonio promosso in fondi aperti sostenibili e responsabili ammonta a circa 80 miliardi di euro: nel nostro Paese la crescita a fine 2020 è stata pari al 120% rispetto alla fine del 2019. Inoltre, il PNRR, che sarà realizzato con i fondi europei del programma Next Generation EU, aprirà delle opportunità importanti di sviluppo per tutta l’economia italiana e per le PMI. Il tutto si giocherà in chiave di sostenibilità, visto che quasi il 40% dei fondi europei sarà destinato a progetti di transizione ecologica” afferma Maurizio Santacroce, Amministratore Delegato di 24ORE Business School.
Per le PMI italiane, l’arrivo di fondi di investimento europei – tra cui i fondi del bilancio ordinario UE, i finanziamenti BEI, gli investimenti della finanza sostenibile, i fondi europei per la ricerca – i fondi regionali per la transizione ecologica insieme a quelli privati, rappresentano una vera e propria sfida. ln Italia il boom degli investimenti sostenibili è in continua crescita: negli ultimi anni è stato guidato da cambiamenti di regolamentazione, dalla consapevolezza degli asset manager, ossia coloro che gestiscono i patrimoni, e, soprattutto, dalla crescente domanda sia dei clienti istituzionali, sia del segmento retail. Un aumento che di recente è stato anche catalizzato dalla crisi del COVID-19.
“La necessità oggi è quella di aumentare figure professionali ESG (Environmental, Social and Governance) come i Sustainability Manager, i Corporate Social Responsibility Manager, i consulenti ESG e gli esperti di sostenibilità finanziaria e ambientale, ovvero tutti professionisti in grado di creare valore in azienda implementando modelli di business sostenibili” sostiene Maurizio Santacroce, Amministratore Delegato di Business School 24 S.p.A. “È doveroso che le PMI comprendano quali siano le possibilità di crescita offerte dal PNRR, che ha stanziato 68 miliardi proprio per la transizione energetica delle imprese. Per questa ragione, serve un cambiamento radicale, che parta proprio dalla cultura: le aziende devono investire nella formazione di risorse qualificate per supportare i nuovi piani di sostenibilità promosse.”
A questo panorama si aggiunge il fatto che il 21 aprile 2021 la Commissione Europea ha avanzato una proposta di direttiva sul reporting di sostenibilità, il CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive). Si tratta di un testo volto ad integrare la direttiva sul reporting non-finanziario attualmente in vigore, allo scopo di aumentare la comparabilità dei dati relativi alla sostenibilità forniti dalle aziende. La nuova direttiva prevede, l’obbligo di fornire la reportistica anche a tutte quelle imprese che vantano al loro interno 250 dipendenti e da tutte le PMI quotate sui mercati europei, ma andranno poi inseriti tutti quei dati che vadano a toccare sia i rischi ambientali e sociali, sia le prestazioni finanziarie che abbiano un impatto sugli elementi di sostenibilità. Diventa importante sottolineare come le nuove linee guida mirino ad analizzare le strategie e gli obiettivi delle imprese.
“La nuova proposta ha una duplice utilità: per gli investitori fornisce una fotografia dello stato attuale dell’impresa, orientando dunque le strategie di investimento, mentre per i clienti è un documento capace di soddisfare le imposizioni di informativa in vigore. Se guardiamo poi alla finanza sostenibile, la nuova direttiva di reportistica migliorerà la trasparenza degli investitori nell’integrazione delle proprie decisioni. Per questo motivo, la nuova direttiva avrà degli effetti importanti, da non sottovalutare” spiega Maurizio Santacroce, Amministratore Delegato di 24ORE Business School.
Per implementare la richiesta di nuove figure professionali che possano affiancare le PMI ad accogliere le nuove opportunità offerte dal PNRR e dai fondi europei, il prossimo 15 ottobre partirà, in modalità live streaming, il Master “Strategie di Sostenibilità Aziendale”, istituito dalla 24ORE Business School e volto alla formazione di giovani neolaureati che desiderano diventare esperti di sostenibilità finanziaria e ambientale, ma anche quei professionisti quali consulenti, commercialisti, revisori e imprenditori, che desiderano aggiornarsi e accompagnare le PMI nella sfida lanciata dal Next Generation Plan.
ll Master è realizzato con il contributo tecnico specialistico di GSE – Gestore dei Sevizi Energetici, con la collaborazione di KPMG, il patrocinio di Ferpi e con un network d’eccellenza composto dai Partner del Master e le associazioni del settore: ASVIS, AIR, ANDAF, Anima per il Sociale, Forum per la Finanza Sostenibile, CSR Manager Network, BlackRock .