Nell’anno della crisi pressione fiscale stabile su uffici e capannoni industriali
Nel 2020 gli importi medi pagati da un’impresa localizzata in uno dei 283 Comuni oggetto del monitoraggio sulla fiscalità locale, elaborato da Assolombarda, mostrano una sostanziale stabilità rispetto a quelli pagati nel 2019 (+0,2% sia per i capannoni che per gli uffici).
Il Rapporto sulla fiscalità locale, promosso da Assolombarda e giunto alla sua nona edizione, sottolinea anche l’enorme disparità esistente tra l’imposizione della tassa dei rifiuti (TARI), nei comuni più cari rispetto a quelli meno cari: dove l’imposizione è più forte sia gli uffici che i capannoni pagano 13 volte di più rispetto a quelli meno cari. Differenze che rischiano di costituire uno scollamento, nella competitività, anche tra imprese in territori limitrofi.
È quanto emerge dal Rapporto, promosso da Assolombarda, che esamina la pressione fiscale esercitata dai Comuni della Città metropolitana di Milano e delle province di Lodi, Monza e Brianza e, per la prima volta, anche di Pavia. Quest’anno, infatti, a seguito della fusione di Assolombarda con Confindustria Pavia, l’Osservatorio comprende anche 35 Comuni della Provincia di Pavia, che risulta la più virtuosa. Il Comune di Pavia è nella 158° posizione sui 238 Comuni analizzati, mentre nelle prime cinque posizioni tra le Amministrazioni più virtuose ci sono 5 Comuni della Provincia di Pavia. Il Comune meno caro per la pressione fiscale sugli uffici è Arena Po con poco più di 2.000 euro di imposte locali, a seguire Parona, Sannazzaro dè Burgondi, Valle Salimbene, Groppello Cairoli.
“Il tema della fiscalità locale è una delle leve di competitività grazie alle quali i nostri territori possono continuare ad essere attrattivi e facilitare la messa a terra delle risorse del PNRR – ha dichiarato Alessandro Scarabelli, Direttore Generale di Assolombarda – L’esistenza di forti disparità tra i territori, ad esempio per quel che riguarda l’imposizione della TARI, deve portare le amministrazioni locali a riflettere a vantaggio dell’attrattività del territorio e della competitività delle sue imprese. Da questo punto di vista un tema che vogliamo porre all’attenzione delle Amministrazioni Comunali è quello della detassazione, dal 2021, di tutte le superfici produttive dei capannoni industriali, compresi tutti i magazzini collegati a queste attività. Ci preoccupa, infatti, l’orientamento che l’ANCI ha assunto recentemente sull’assoggettabilità alla TARI dei magazzini di prodotti finiti, orientamento che peraltro contraddice la posizione del Ministero della Transizione Ecologica e del MEF. A questo riguardo quindi auspichiamo che le Amministrazioni locali seguano le indicazioni del Ministero, anche per evitare il possibile insorgere di lunghi e costosi contenziosi”.
Ancora, se consideriamo, i nove anni della rilevazione 2012 – 2020, gli uffici hanno visto aumentare la pressione fiscale complessivamente dell’8,6%, pagando in media 615 euro in più: l’importo è, infatti, passato da 7.122 a 7.737 euro. Quasi della stessa intensità è stato l’incremento della pressione fiscale locale sui capannoni industriali pari al 8,4%: l’importo medio è passato da 36.581 a 39.671 euro. Il 2020 ha evidenziato un modestissimo scostamento medio rispetto al 2019 della tassa sui rifiuti per i capannoni (-0,4%) e una stabilità per gli uffici (0,0%). Dal 2012 la tassazione sui rifiuti è diminuita dello 0,1% per gli uffici e del 17,3% per i capannoni industriali.
Per quel che riguarda la TARI, fra le Amministrazioni dei territori di Milano, Lodi, Monza e Brianza e Pavia, nel 2020, sono stati registrati aumenti di oltre il 10% in 21 Comuni per gli uffici e in 18 per i capannoni industriali, mentre diminuzioni di oltre il 10% sono state osservate in 16 Comuni per gli uffici e in 21 per i capannoni.
Complessivamente considerando tutte le imposte rilevate, i Comuni con il livello di pressione fiscale più alto sono quelli di grandi dimensioni e più vicini ai capoluoghi, soprattutto a Milano. Infatti, i primi cinque Comuni per carico fiscale complessivo sulle imprese (aggregando il dato di uffici e capannoni considerando tutte le imposte escluso gli oneri e l’Addizionale Irpef) sono Milano, Sesto San Giovanni, Bollate, Rozzano e Cologno Monzese. Anche i capoluoghi Monza e Lodi si trovano in posizioni ad alta pressione fiscale: rispettivamente nella 7° e 10° posizione.