Nel secondo trimestre del 2020, in calo del 45,3% le attivazioni dei contratti di lavoro
Nel secondo trimestre del 2020, le attivazioni dei contratti di lavoro, calcolate al netto delle Trasformazioni a Tempo Indeterminato, sono risultate pari a 1 milione e 742 mila, in calo del 45,3% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (pari a 1 milione e 442 mila contratti in meno), e hanno riguardato circa 1 milione e 474 mila lavoratori, in calo tendenziale del 36,6%, pari a -849 mila individui.
Considerando anche le Trasformazioni a Tempo Indeterminato, pari a 127 mila, il numero complessivo di attivazioni di contratti di lavoro raggiunge 1 milione e 869 mila, in calo del 44,5% (pari a oltre un milione e mezzo di attivazioni in meno), rispetto al corrispondente periodo del 2019. Il numero di attivazioni nel secondo trimestre del 2020 risulta essere il più basso valore delle serie storica delle Comunicazioni Obbligatorie.
I flussi delle attivazioni dei rapporti di lavoro risentono in maniera ancora più significativa, rispetto al precedente trimestre, dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. Considerando i dati mensili all’interno del secondo trimestre 2020, si osserva che la discesa delle attivazioni ha riguardato in misura superiore il mese di aprile, con 738 mila attivazioni in meno rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (pari a -68,9%), che costituisce circa la metà del calo complessivo osservato nel trimestre. Nel mese di maggio si registra, invece, una minore diminuzione tendenziale, pari a -467 mila attivazioni (-43,5%), che si attesta a -296 mila (-24,2%) nel mese di giugno, confermando la risalita del calo tendenziale delle attivazioni osservata il mese precedente.
La riduzione tendenziale più consistente in termini relativi si osserva per la componente femminile (-48,1%, rispetto a -41,5% per quella maschile) e nelle regioni del Centro (-52,0%). La differenza di genere osservata nel Mezzogiorno risulta essere la più elevata del Paese, con un calo pari a -42,8% per la componente femminile e pari a -34,0% per quella maschile. La decrescita tendenziale delle attivazioni registrata nel Centro del Paese risulta pari a -74,8% ad aprile, a -48,8% nel mese di maggio e a -34,7% in giugno.
Nel secondo trimestre del 2020, si registrano 1 milione e 220 mila attivazioni nel settore dei Servizi, in calo tendenziale del 51,9%, che interessa in maniera sostanzialmente simile entrambe le componenti di genere. La riduzione ha determinato un abbassamento della quota percentuale di attivazioni nei Servizi sul totale, che nel secondo trimestre del 2020 risulta pari al 65,3%, in calo di 10 punti percentuali rispetto a quella osservata nello stesso trimestre dell’anno precedente.
All’interno dei Servizi si può osservare che il comparto alberghiero e della ristorazione ha risentito in misura maggiore della crisi conseguente all’emergenza sanitaria, riportando l’impatto maggiore in termini di calo delle attivazioni, pari a -61,8%. Questo forte calo ha comportato anche una riduzione del peso che il comparto detiene nell’ambito delle attivazioni riferite all’intera economia, che scende di 8 punti percentuali rispetto al secondo trimestre 2019, attestandosi al 17,7%. I dati mensili evidenziano che in questo comparto nel mese di aprile 2020 le attivazioni subiscono la più forte caduta settoriale rispetto ad aprile 2019, pari a -94,4%; la riduzione prosegue, inoltre, in maniera sostenuta anche nel mese di maggio (-67,0%), confermandosi il comparto con maggior sofferenza sul lato delle attivazioni dei rapporti di lavoro, mentre a giugno il calo tendenziale (-30,0%) non risulta più essere quello maggiormente elevato tra i settori economici. Una dinamica di segno contrario si rileva, invece, per le attivazioni nel mese di giugno relative alle Attività svolte da famiglie e convivenze (+10,3%) e nel mese di maggio alle Costruzioni (+10,8%), mentre risulta più debole la variazione positiva per l’Agricoltura nel mese di giugno (+1,5%). Complessivamente nel secondo trimestre 2020 questi settori registrano, comunque, una diminuzione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, che per le Attività svolte da famiglie e convivenze si attesta a -4,8%, per le Costruzioni a -20,8% (-32,0% per la componente femminile) e per l’Agricoltura a -8,0% (-9,4% per le donne). Le attivazioni dei contratti a Tempo Indeterminato, comprensive di 127 mila Trasformazioni (di cui 98 mila da Tempo Determinato e 29 mila da Apprendistato), determinano un complessivo flusso in ingresso verso il Tempo Indeterminato pari a 389 mila, in calo di 218 mila attivazioni rispetto allo stesso periodo del 2019 (-35,9%), che risulta comunque superiore alle 325 mila cessazioni a Tempo Indeterminato. Su una riduzione di 218 mila attivazioni incide anche il calo di 59 mila Trasformazioni, che contribuisce, quindi, a spie- gare il 27,2% della variazione negativa del flusso in ingresso verso il Tempo Indeterminato (-59 mila su -218 mila). La riduzione delle attivazioni ha interessato maggiormente gli uomini (-40,4% rispetto a -30,0% registrato per le donne) e si è concentrata ad aprile per circa metà dell’ammontare complessivo del trimestre (-106 mila su -218 mila), mentre il mese di maggio ne ha assorbito circa il 30% e giugno oltre il 20%. Il calo tendenziale osservato nei tre mesi per le attivazioni a Tempo Indeterminato sono risultate pari rispettivamente a -50,3%, -32,3% e -23,0%. In termini relativi la contrazione risulta più elevata nel Mezzogiorno, in particolare nel mese di aprile, quando si osserva una variazione pari a -72,2% rispetto a -50,3% registrato per il Nord e -43,5% per il Centro. Risulta, inoltre, distribuita in modo sostanzialmente omogeneo in tutte le classi di età, anche se il calo diventa meno sostenuto per gli individui di oltre 44 anni. Riguardo ai settori di attività economica, nel secondo trimestre del 2020 la riduzione tendenziale delle attivazioni a Tempo Indeterminato risulta più evidente per il comparto relativo ad Alberghi e ristoranti (-59,6%) e per l’Industria in senso stretto (-46,3%), mentre per le Costruzioni il calo, dopo la forte caduta nel mese di aprile (-73,9%), risulta molto più contenuto a maggio (-10,2%) e a giugno (-16,9%). Significativa anche la diminuzione osservata nel secondo trimestre per i settori relativi a Commercio e riparazioni e a Trasporti, Comunicazioni, Attività finanziarie ed altri servizi alle imprese, con un calo registrato per entrambi intorno al 40%.
Nel secondo trimestre del 2020, le attivazioni dei rapporti a Tempo Determinato sono calate in maniera ancora più sostenuta rispetto al Tempo Indeterminato: la riduzione osservata rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, infatti, risulta pari a -45,7%, corrispondente a una diminuzione di 1 milione e 14 mila rapporti di lavoro attivati a Tempo Determinato. La diminuzione ha riguardato in misura superiore la componente femminile, per la quale si registra una variazione pari a -52,3%, mentre per quella maschile risulta pari a -40,3%. A livello territoriale si osserva una contrazione delle attivazioni a Tempo Determinato in misura superiore nel Centro (-59,3%) e un maggior calo percentuale per le attivazioni che interessano i giovani fino a 24 anni (-50,7%).
Le attivazioni dei contratti di Apprendistato, la cui crescita ininterrotta dal 2016 si era già arrestata nel primo trimestre del 2020, continuano a decrescere in modo particolarmente significativo anche nel secondo trimestre, quando si assiste a una diminuzione tendenziale pari a -56,6%, la più elevata rispetto alle altre tipologie contrattuali. Calano, anche se in misura inferiore, le attivazioni dei contratti di Collaborazione (-35,6%), la cui dinamica tendenziale in discesa si presenta per il settimo trimestre consecutivo e interessa in maniera sostanzialmente simile gli uomini e le donne, mentre coinvolge in misura superiore il Mezzogiorno (-38,7%).
Il calo tendenziale dei lavoratori attivati, al netto delle Trasformazioni, viene determinata per effetto di una riduzione tra gli uomini, pari a 446 mila unità (-34,6%), e di una diminuzione tra le donne, pari a 403 mila unità (-38,9%), e si può osservare una variazione negativa percentuale più contenuta con l’aumento dell’età. La decrescita più accentuata osservata per le attivazioni rispetto a quella rilevata per i lavoratori interessati ha determinato una diminuzione del numero di attivazioni pro-capite, che passa da 1,37 nel secondo trimestre del 2019 a 1,18 nel secondo trimestre del 2020. Nel secondo trimestre del 2020 si registrano 1 milione 800 mila cessazioni di contratti di lavoro, con un significativo decremento, pari al 36,2% (-1 milione 21 mila unità), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Al numero di cessazioni osservate nel trimestre si associano 1 milione 498 mila lavoratori coinvolti da cessazioni, con una diminuzione di 494 mila unità (pari al -24,8%).
La significativa riduzione osservata nel trimestre per le cessazioni interessa tutti i mesi, in particolare aprile e maggio, con una variazione tendenziale pari rispettivamente a -49,8% e -45,4%, con un parziale recupero nel mese di giugno pari a -22,1% (corrispondente a -279 mila cessazioni).
Il decremento tendenziale percentuale delle cessazioni (-36,2%) risulta inferiore rispetto a quello osservato per le attivazioni (-45,3%), così come per i lavoratori cessati (-24,8%) nei confronti di quelli attivati (-36,6%).
I rapporti di lavoro cessati diminuiscono in tutte le ripartizioni territoriali in misura maggiore al Centro (-43,7%, pari a -309 mila rapporti) e per entrambe le componenti di genere.
Il 72,6% delle cessazioni è concentrato nel settore dei Servizi, che registra un decremento pari a -40,2% (-879 mila cessazioni); il calo interessa anche il settore Industriale (-38,4%, pari a -131 mila cessazioni), sia il comparto delle Costruzioni (-41,6%) che I’Industria in senso stretto (-36,2%), mentre resta più contenuto nell’Agricoltura (-3,9%, pari a -11 mila cessazioni).
Nel mese di aprile i Servizi registrano una forte decrescita tendenziale dei rapporti cessati estesa a tutti i settori di attività (con l’esclusione di quello relativo a Attività svolte da famiglie e convivenze) che si attenuerà nei due mesi successivi, in particolare a giugno. Le variazioni più significative riguardano Altri servizi pubblici, sociali e personali e Alberghi e ristoranti che passano rispettivamente da aprile a giugno da -73% a -41,7% e da -71,2% a -46,7%.
Anche il settore industriale mostra un graduale, seppure parziale recupero delle cessazioni sia nell’ l’Industria in senso stretto, (da -42,3% ad aprile a -29,6% a giugno), che nelle Costruzioni (da-60,2% a -24,2%).
La dinamica tendenziale delle cessazioni registra variazioni di segno negativo in tutte le tipologie contrattuali: nel secondo trimestre il decremento maggiore si registra nei Contratti di Apprendistato (- 50%), a fronte di una variazione pari a -36,3% per i rapporti di lavoro a Tempo Determinato, e pari a -35% quelli a Tempo Indeterminato, mentre si mantiene più contenuta la riduzione dei contratti di Collaborazione (-24,3%).
Rispetto al secondo trimestre 2019 emerge una maggiore riduzione dei contratti di breve durata fino a 30 giorni (-65%), in particolare quelli di brevissima durata pari a un giorno (-79,2%), quelli di 2-3 giorni (-77,2%) e la classe 4-30 giorni (-47,5%) rispetto ai rapporti di durata 91-365 giorni (-7,3%) e di durata superiore a 1 anno (-22,6%). Si osserva come, nei contratti più brevi, in particolare per quelli di durata fino a 30 giorni, la variazione negativa è maggiore per le femmine rispetto ai maschi.
Ad aprile i rapporti cessati relativi ai Contratti a Tempo Determinato, mostrano una variazione di segno negativo (- 49,2%), che si riduce a giugno (-22,3%). Per quanto concerne i Contratti a Tempo Indeterminato, le cessazioni ad aprile (pari a -50,7%) sono crollate in particolare nel comparto degli Alberghi e ristoranti (-83,3%) e nelle Costruzioni (-81,4%), riducendo però la variazione percentuale nei due mesi successivi (a giugno rispettivamente -24,5% il primo e -35,6% il secondo). Nel settore degli Alberghi e ristoranti solo per i contratti di Collaborazione le cessazioni riprendono a crescere già dal mese di maggio (+28,8%), restando su valori positivi anche a giugno (+1,1%).
Considerando le cause di cessazione dei rapporti di lavoro, sono esclusi dal decremento solo i Pensionamenti (+32,7%). Le contrazioni più significative si osservano per le Cessazioni promosse dal datore di lavoro: la Cessazione di attività (-46,7%), i Licenziamenti (-53,1%,) dove la variazione scende a -65,8% nel caso delle cessazioni di contratti che riguardano gli uomini, e Altro (-54,8%).
Relativamente ai contratti di lavoro in somministrazione, nel secondo trimestre del 2020 si registrano poco più di 168 mila attivazioni e circa 171 mila cessazioni. Rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, le attivazioni risultano in calo del 54,0%, mentre le cessazioni sono in diminuzione del 50,1%. La riduzione osservata nel trimestre per le attivazioni risulta per effetto di un calo pari a -70,0% nel mese di aprile, a -53,8% nel mese di maggio e a -39,6% nel mese di giugno. La Lombardia, che rappresenta la regione più importante per numero di attivazioni in somministrazione (in genere pari a circa il 24% del Paese) registra ad aprile una diminuzione di 19.614 attivazioni, che spiega il 24,5% del calo nazionale. Anche il Lazio e il Veneto (entrambe con oltre 9 mila attivazioni in meno) mostrano una decrescita significativa, che contribuisce a spiegare altre quote significative della variazione totale, per il Lazio pari all’11,3% e per il Veneto pari all’11,3%.