Nel quinquennio 2018-2022 in aumento le denunce di infortunio dei dipendenti pubblici
Nel quinquennio 2018-2022 il bilancio del fenomeno infortunistico della gestione assicurativa Inail per Conto dello Stato riferita ai dipendenti pubblici si è chiuso mostrando una tendenza in crescita. Il numero delle denunce pervenute all’Istituto nel 2022 è infatti aumentato del 14,1% rispetto al 2018 e del 35,1% rispetto al 2021, complice il rientro al lavoro in presenza a partire dal 15 ottobre 2021. Il -42,1% dei casi mortali denunciati registrato tra il 2021 e 2022 è invece dovuto principalmente alla diminuzione dei decessi da Covid-19. A segnalarlo è il nuovo numero del periodico Dati Inail, curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, che approfondisce il tema della tutela dagli infortuni e dalle malattie professionali dei dipendenti della pubblica amministrazione, caratterizzata da una frammentazione assicurativa riscontrabile anche nelle banche dati dall’Istituto. Nella gestione per Conto dello Stato rientrano, per esempio, i dipendenti dei ministeri, delle agenzie fiscali, della magistratura, così come i dipendenti e gli studenti delle università e delle scuole statali e regionali. Al contrario, per alcuni dipendenti pubblici ma non statali in senso stretto la gestione assicurativa adottata è quella dell’Industria e servizi, che comprende anche i lavoratori della sanità e assistenza pubblica.
Dal 2001 l’età media è cresciuta di sei anni, le lavoratrici sono il 59,1%. Prendendo in esame i dati occupazionali pubblicati dal Ministero dell’Economia e Finanze, tra il 2019 e il 2021, ultimo anno disponibile, l’andamento dei più di 3,2 milioni dipendenti della pubblica amministrazione non è soggetto a forti variazioni. La quota che per l’Inail rientra nella gestione per Conto dello Stato, in particolare, è maggiore nei comparti “Funzioni centrali” (81,2% nel 2021) e “Istruzione e ricerca” (98,1%), che insieme raccolgono più del 45% del totale degli occupati della PA, con percentuali molto più basse invece tra il “Personale in regime di diritto pubblico” (10,0%) e nel “Comparto autonomo o fuori comparto” (5,0%). Mettendo a confronto gli anni 2001, 2011 e 2021 emerge un costante innalzamento dell’età media (da 43,5 a 49,8 anni), del livello di qualificazione dei dipendenti, con la progressiva diminuzione della quota di personale con la sola scolarizzazione dell’obbligo, e della quota delle lavoratrici sul totale, passata dal 49,6% del 2001 al 55,0% del 2011, fino a toccare il 59,1% nel 2021.
Tre denunce su quattro riguardano casi avvenuti in occasione di lavoro. La prevalenza delle lavoratrici si riflette anche nella quota femminile sul totale delle denunce di infortunio nella gestione Conto Stato Dipendenti, che nel quinquennio 2018-2022 è pari in media al 71,5% degli infortuni e al 57,6% dei casi mortali. Dal punto di vista territoriale, fin dal 2018 ciascuna delle quattro aree Nord-Ovest, Nord-Est, Centro e Sud raccoglie circa il 22% dei casi, con l’11% delle Isole come unica eccezione. I 33.118 infortuni denunciati nel 2022 sono stati molto più frequenti durante lo svolgimento dell’attività lavorativa rispetto a quelli occorsi nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro. Oltre tre denunce su quattro (75,6%), infatti, riguardano casi avvenuti “in occasione di lavoro” e il rimanente 24,4% “in itinere”. La fascia d’età più colpita è quella compresa tra i 45 e i 64 anni con il 66,5% degli infortuni denunciati (70,0% per le donne e 58,0% per gli uomini).
Dopo la pandemia nuovo incremento delle malattie professionali. L’andamento delle denunce per malattia professionale dei dipendenti statali ricevute dall’Inail tra il 2018 e il 2022 rivela con chiarezza gli effetti della pandemia e della conseguente sospensione sia delle attività amministrative svolte in presenza negli uffici sia delle attività didattiche all’interno delle scuole, per dare spazio a modalità di lavoro e insegnamento a distanza. Se nel 2018 e 2019, infatti, sono state denunciate rispettivamente 670 e 642 patologie, con una variazione del -4,2%, nel 2020 la contrazione è stata decisamente più marcata, con un dato finale pari a 475 malattie professionali (-26,0%). L’anno successivo con 494 casi ha fatto registrare un lieve rialzo (+4,0%), mentre la ripresa delle attività in presenza nel 2022 ha portato a 545 denunce, un numero ancora inferiore ai livelli pre-Covid ma in crescita del 10,3% rispetto al 2021. Il 38,6% dei casi accertati nel quinquennio ha riguardato le malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, il 33,0% le malattie del sistema respiratorio e il 13,1% i tumori. La distribuzione delle tecnopatie fra gli uomini segue quella generale, ma con percentuali differenti: il 37,3% per le malattie osteomuscolari e il 23,1% sia per il sistema respiratorio che per i tumori. Fra le lavoratrici, invece, le patologie accertate più di frequente riguardano il sistema respiratorio (42,5%), seguite dalle malattie del sistema osteomuscolare (39,9%), da quelle del sistema nervoso (11,6%) e dai tumori (3,4%).
Il focus sulle patologie del personale docente. Dal focus di dettaglio sul corpo docente delle scuole pubbliche statali e non statali emerge che nei cinque anni analizzati le denunce di malattia professionale hanno rappresentato mediamente oltre il 20% rispetto al complesso dei dipendenti statali. Nel 2018 sono state 170, nel 2019 sono scese a 156 (-8,2%) e nel 2020 hanno toccato il minimo di 83 casi (-46,8%). I due anni successivi sono caratterizzati da un lieve trend di crescita, registrando prima 87 denunce nel 2021 (+4,8%) e poi 88 nel 2022 (+1,1%). La distribuzione sul territorio rispetto al complesso dei dipendenti statali mostra una maggiore concentrazione dei casi nelle aree del Centro, del Sud, del Nord-Ovest e del Nord-Est e un alleggerimento nelle Isole. Fra il personale docente, inoltre, è di gran lunga maggiore il ricorso alla protezione dell’Inail da parte delle donne, che in ogni anno del periodo preso in esame è stato sempre al di sopra del 75%: le patologie denunciate dalle insegnanti sono state 130 nel 2018, 118 nel 2019, 71 nel 2020, 66 nel 2021 e 72 nel 2022. Anche fra il personale docente le malattie accertate a carico del sistema respiratorio hanno rappresentato la quota più importante (77,2%), ma mentre fra gli uomini le patologie più comuni colpiscono soprattutto il sistema respiratorio (38,1%), i tumori (33,3%) e il sistema osteomuscolare (23,8%), tra le insegnanti le sole malattie del sistema respiratorio sono l’84,3% del totale.