Nel quarto trimestre 2020, aumenta l’export, trainato dalle regioni del Nord
Nel quarto trimestre 2020, l’Istat stima una crescita congiunturale delle esportazioni per tutte le ripartizioni territoriali: più ampia per il Nord-ovest (+6,5%) e il Sud e Isole (+5,7%), più contenuta per il Centro (+3,6%) e il Nord-est (+3,4%).
Nel 2020, rispetto all’anno precedente, l’export registra una contrazione marcata (-9,7%) e diffusa a livello territoriale: rispetto alla media nazionale, è più ampia per le Isole (-30,4%) e, in misura minore, per il Nord-ovest (-10,8%), più contenuta per Centro (-8,5%), Nord-est (-8,2%) e Sud (-6,4%).
Nel complesso del 2020, tutte le regioni, a eccezione del Molise (+26,0%), registrano riduzioni dell’export: le più ampie per Sardegna (-40,6%) e Sicilia (-24,2%), le più contenute per Liguria (-0,7%) e Basilicata (-4,4%). Le performance negative di quattro regioni – Piemonte (-12,7%), Lombardia (-10,6%), Emilia-Romagna e Veneto (-8,2% per entrambe) – spiegano circa i due terzi del calo dell’export nazionale.
Nel 2020, la riduzione delle vendite di macchinari e apparecchi da Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte, di metalli di base e prodotti in metallo dalla Lombardia e di prodotti petroliferi raffinati da Sardegna e Sicilia spiega per 3 punti percentuali la contrazione dell’export nazionale. Diversamente, l’aumento dell’export di metalli di base e prodotti in metallo da Toscana e Lazio e di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Toscana, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna e Abruzzo fornisce un contributo positivo di 1,3 punti alla variazione delle esportazioni.
Nell’insieme dell’anno, i contributi maggiori alla contrazione dell’export nazionale derivano dal calo delle vendite della Lombardia verso la Germania (-10,9%) e la Francia (-12,8%) e del Lazio verso gli Stati Uniti (-36,0%). Per contro, apporti positivi provengono dall’aumento delle vendite della Liguria verso gli Stati Uniti (+95,2%), del Lazio verso Belgio (+18,5%), Germania (+7,9%) e Polonia (+46,5%) e della Toscana verso Cina (+20,9%) e Francia (+3,7%).
L’analisi provinciale dell’export mostra performance negative per la maggior parte delle province italiane: i maggiori contributi negativi si rilevano per Milano, Firenze, Cagliari, Siracusa, Torino, Bergamo e Vicenza. Si segnalano dinamiche positive per Arezzo, Rovigo, L’Aquila, Campobasso e Siena.
Il commento
Nel quarto trimestre 2020, l’export registra una dinamica congiunturale positiva, diffusa a livello territoriale, trainata dalle ripartizioni del Nord che contribuiscono per tre quarti alla crescita media nazionale. Nel complesso, il 2020 si chiude con una contrazione dell’export marcata (la più ampia registrata dal 2009) che interessa tutte le regioni italiane, a eccezione del Molise. I contributi negativi maggiori derivano dalle grandi regioni del Nord – Lombardia, Piemonte, Veneto, EmiliaRomagna – e dal Lazio. La Lombardia, da sola, contribuisce alla flessione dell’export nazionale per 2,8 punti percentuali, di cui più di un punto determinato dal calo delle vendite di macchinari e apparecchi e di metalli di base e prodotti in metallo. Le ampie flessioni dell’export registrate per le due regioni insulari, Sardegna e Sicilia, sono dovute principalmente al crollo delle vendite di prodotti energetici.