Essere donne e ricoprire ruoli di leadership non è più un’eccezione, ma resta una sfida. Nonostante i progressi, solo il 17% delle posizioni dirigenziali in Italia è occupato da donne e il divario salariale tra uomini e donne in ruoli manageriali si attesta ancora intorno al 12% (Fonte: ISTAT 2024).
A ostacolare la crescita professionale delle donne non è solo la mancanza di rappresentanza, ma anche dinamiche aziendali che rendono ancora difficile per molte raggiungere posizioni apicali. Il problema non riguarda solo l’accesso ai ruoli decisionali, ma anche il modo in cui una donna viene percepita quando guida un team, prende decisioni o impone una visione strategica.
Il peso della tradizione e il ricambio generazionale
In molti settori, la cultura aziendale e la tradizione rallentano l’evoluzione della leadership femminile, specialmente nelle aziende a conduzione familiare. Secondo un’indagine Deloitte 2024, solo il 9% delle aziende familiari italiane ha una donna come CEO o Presidente. Inoltre, il Family Business Survey di PwC 2024 evidenzia che solo il 30% delle aziende familiari riesce a passare con successo alla seconda generazione, e appena il 12% arriva alla terza.
Daniela Vitagliano, ex Marketing Manager di Roberto Cavalli, sottolinea come il settore Fashion & Luxury abbia una presenza femminile significativa nei ruoli di middle management, ma nei C-Level la predominanza maschile resta evidente:“In molte aziende italiane, specialmente quelle a conduzione familiare, il peso della tradizione e della cultura aziendale rallenta il cambiamento. Tuttavia, i rari casi di eccellenza che vediamo oggi dimostrano che la trasformazione è possibile. La vera svolta arriverà con il ricambio generazionale, quando il merito – e non la semplice quota rosa – sarà il criterio guida per la leadership.”
Competenze chiave per una leader oggi
Le competenze necessarie per emergere in ruoli manageriali stanno evolvendo. Secondo il Global Gender Gap Report 2024 del World Economic Forum, una leadership efficace oggi si fonda su una combinazione di intelligenza emotiva, comunicazione efficace, visione strategica e capacità di gestione del cambiamento. Saper comprendere le dinamiche di un team, trasmettere obiettivi con chiarezza e avere una visione d’insieme sono elementi determinanti per il successo di una manager. A conferma di ciò, uno studio di McKinsey & Company ha rilevato che le aziende con una leadership diversificata registrano performance finanziarie superiori del 25% rispetto a quelle con un management meno inclusivo.
Daniela Vitagliano evidenzia come la comunicazione e la leadership empatica siano fondamentali per guidare un team con efficacia. Secondo lei, essere una buona manager significa acquisire, elaborare e trasferire informazioni in modo chiaro e incisivo. La capacità di ascolto e la costruzione di un ambiente di lavoro motivante sono essenziali per ottenere risultati migliori e più duraturi. “Il modello del manager autoritario è superato: oggi serve una leadership che valorizzi le persone e ne comprenda i bisogni. La vera leadership non impone: ispira.”
Anche Giulia Arena, EMEA Integrated Media Manager di Gucci, sottolinea come la leadership non sia un traguardo, ma un percorso di crescita continuo. Essere leader significa sviluppare consapevolezza delle proprie capacità e lavorare costantemente per migliorarle, adattandole al contesto e alle esigenze del team. “Si può essere leader a ogni livello e in ogni ruolo: il segreto è la consapevolezza delle proprie caratteristiche e il desiderio di svilupparle per diventare la guida che si vorrebbe avere.”
A questo si aggiunge il punto di vista di Simona Zanette, Managing Director di Hearst, che pone l’attenzione sulla necessità di costruire una leadership attraverso l’esperienza e l’apprendimento continuo. “L’errore più grande che vedo nelle giovani donne è pensare che la leadership sia una qualità innata, quando in realtà è una competenza che si può acquisire e allenare. La capacità di adattarsi, di leggere il contesto e di prendere decisioni strategiche con rapidità sono oggi fondamentali in qualsiasi ruolo manageriale.”
Work-life balance e leadership femminile
Secondo l’OECD Better Life Index, le donne italiane dedicano in media 3,6 ore al giorno in più degli uomini al lavoro domestico e alla cura della famiglia. Il LinkedIn Opportunity Index 2024 rivela che il 42% delle donne in ruoli manageriali considera il work-life balance il principale ostacolo alla carriera.
Erica Bucciano, Ex Marketing Manager Unilever Italia, commenta:“Si parla molto di work-life balance, ma la realtà è che molte donne in ruoli di leadership sentono ancora una doppia pressione: essere impeccabili nel lavoro e nella vita privata. Se vogliamo che le donne raggiungano più posizioni decisionali, dobbiamo credere maggiormente nella flessibilità e nella possibilità di organizzare il proprio tempo, al di là di quello speso alla scrivania dentro un ufficio.”
Anche Daniela Vitagliano ribadisce l’importanza di politiche aziendali più flessibili: “Ancora oggi, la maternità è percepita come un ostacolo alla carriera. È necessario un cambio di prospettiva: non è il dipendente che deve adattarsi rigidamente al lavoro, ma l’azienda che deve valorizzare il talento offrendo maggiore flessibilità. Smart working, orari più elastici, valutazione basata sui risultati e non sulla presenza fisica sono le vere chiavi per un ambiente inclusivo.”
Il valore del networking per le donne manager
Le reti di supporto professionale stanno diventando strumenti essenziali per accelerare il cambiamento. The Circle, la community lanciata da Aryel, nasce con questo obiettivo: creare un network di professioniste nei settori del marketing, dei media e dell’adtech, promuovendo il confronto e la crescita reciproca.
‘’L’esperienza di leadership femminile non dovrebbe essere un percorso a ostacoli, ma un cammino condiviso. Abbiamo creato The Circle per questo: per mettere in connessione le donne del marketing, dei media e dell’adtech, per trasformare il know-how individuale in una risorsa collettiva.” commenta Amira Di Costanzo, Marketing & Growth Director di Aryel. “Crediamo che il networking strategico, il confronto e il supporto reciproco siano le chiavi per abbattere le barriere ancora presenti nel nostro settore. Non si tratta solo di dare voce alle professioniste di oggi, ma di creare le condizioni per quelle di domani’’, aggiunge poi Elena Soraya Aliyari, CSO & Partner di Aryel.
Se l’occupazione femminile in Italia è cresciuta fino al 56,5% nel 2024, il cammino verso una leadership realmente inclusiva è ancora lungo. Promuovere spazi di confronto e valorizzare il ruolo delle donne nei consigli di amministrazione non è solo una questione di equità, ma un investimento nel futuro delle aziende.