Nel 2020, il Pil del Nord-est ha avuto la flessione più marcata
Impatto della crisi meno acuto al Mezzogiorno
Nel 2020, il Pil in volume è diminuito del 9,2% nel Nord-est, del 9% nel Nord-ovest, dell’8,9% nel Centro e dell’8,6% nel Mezzogiorno.
Il Nord-ovest mantiene il primo posto nella graduatoria del Pil pro-capite, con un valore in termini nominali di circa 34mila euro, mentre nel Mezzogiorno il livello risulta appena superiore a 18mila euro annui. Nel 2020, il reddito disponibile pro-capite delle famiglie del Mezzogiorno (14,3mila euro) si conferma il più basso del Paese, sebbene si riduca la distanza con quello del Centro-nord (21,1mila euro).
Nel 2020 Pil e consumi peggiori nel Nord-est
Nel 2020, il Pil in volume a livello nazionale è diminuito dell’8,9% rispetto all’anno precedente. Il Nord-est mostra la flessione più marcata, con una riduzione del Pil del 9,2%, influenzata da andamenti particolarmente negativi del Commercio, pubblici esercizi, trasporti e comunicazioni (-15,3% rispetto al 2019) e dell’Industria (-10,5%). Al contrario, i Servizi finanziari, immobiliari e professionali e gli Altri servizi fanno registrare la riduzione più contenuta (rispettivamente -4,9% e -5,2% rispetto al 2019).
Alla contrazione dell’attività produttiva si è accompagnato, nel 2020, una riduzione in volume dei consumi finali delle famiglie dell’11,7% a livello nazionale. Anche in questo caso il Nord-est ha mostrato la contrazione più consistente (-12,6%) e il Mezzogiorno quella più contenuta (-10,7%).
Nel 2020, il reddito disponibile delle famiglie è diminuito del 2,9% a livello nazionale, come sintesi di cadute superiori alla media al Centro (-3,2%) e al Nord (-3,4%), e di una flessione molto più ridotta per il Mezzogiorno (-1,5%).