A febbraio 2025 l’indice di disagio sociale si è confermato a 10,3.
- Il dato è sintesi di una stabilizzazione sia dell’inflazione per i beni e i servizi ad alta frequenza d’acquisto (2,0%) sia, secondo le nostre stime, della disoccupazione estesa al 7,0%.
- In termini prospettici il permanere dell’indicatore su valori storicamente contenuti potrebbe favorire il riavvio della domanda per consumi da parte delle famiglie necessaria a sostenere la crescita e l’occupazione.
Il MIC di febbraio 2025 si conferma a 10,3. La stima riflette la stabilizzazione al 2,0% dell’inflazione per i beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto, e al 7,0%, secondo le nostre stime, del tasso di disoccupazione esteso (tab. 1). Sul versante del mercato del lavoro, dopo i significativo aumento degli occupati rilevato a gennaio, a cui si è accompagnata una marginale riduzione dei disoccupati, per il mese di febbraio 2025 si prevedono movimenti molto contenuti delle due variabili. Queste dinamiche mantengono il tasso di disoccupazione ufficiale al 6,3%. Nello stesso mese si stima una sostanziale stabilità, in termini congiunturali, delle unità di lavoro standard (Ula) destagionalizzate, interessate dalle diverse forme d’integrazione salariale. Il combinarsi di queste dinamiche avrebbe lasciato il tasso di disoccupazione esteso al 7,0%, valore già rilevato a gennaio.
Secondo le stime provvisorie, a febbraio 2025 l’inflazione dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto si è confermata al 2,0%. Il dato riflette dinamiche meno espansive dei prezzi dei prodotti alimentari e, in misura più contenuta, dei carburanti. La variazione congiunturale è stata influenzata dall’aumento dei tabacchi legato alle accise. L’insieme di questi fattori porta a ritenere possibile il permanere, nei prossimi mesi, dell’inflazione dei beni e servizi che le famiglie acquistano con maggior frequenza su valori prossimi a quelli attuali.
Le prospettive a breve rimangono incerte, come segnalano le indicazioni, per certi versi contradditorie, che emergono dai vari indicatori congiunturali. L’incertezza nella direzione di marcia dell’economia contribuisce a mantenere prudenti gli atteggiamenti di famiglie e imprese. Il permanere dell’area del disagio sociale su valori storicamente contenuti potrebbe contribuire al miglioramento della propensione al consumo delle famiglie fornendo l’input necessario al miglioramento delle aspettative di crescita e di occupazione.
Tabella 1: Prezzi, disoccupazione e Misery Index Confcommercio (MIC) in Italia
(*) i dati degli ultimi quattro mesi sono da considerarsi provvisori; (**) la disoccupazione ufficiale dell’ultimo mese è calcolata sulla base della stima delle forze di lavoro, nelle sue due componenti, sulla base di un modello ARIMA.
Figura 1: Misery Index Confcommercio (MIC)
Nota tecnica sul calcolo del Misery Index Confcommercio (MIC)
A partire dal numero di gennaio 2025 il MIC viene pubblicato con un ritardo di un mese anziché di due. Il dato dell’ultimo mese deriva dalla stima delle forze di lavoro, nelle sue due componenti, e delle ULA destagionalizzate interessate da forme d’integrazione salariale con un modello ARIMA. Il MIC da novembre 2021 è calcolato esclusivamente sulla base della disoccupazione ufficiale, delle persone effettivamente in CIG e della variazione percentuale dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto. Le modifiche apportate nella Rilevazione sulle Forze di lavoro condotta dall’Istat hanno, infatti, determinato l’assenza di alcune informazioni che contribuivano in misura significativa all’elaborazione della disoccupazione estesa (sottoccupati e scoraggiati così come definiti nelle note tecniche allegate ai bollettini precedenti).