Mappe del rischio: la vulnerabilità climatica delle imprese italiane tra territori e soluzioni assicurative
Il cambiamento climatico è una delle sfide più pressanti del nostro tempo, con impatti che si fanno sempre più evidenti e devastanti. Dall’aumento delle temperature globali all’intensificazione degli eventi meteorologici estremi, le conseguenze sono percepibili in ogni angolo del pianeta, compresa l’Italia. Le imprese, in particolare, sono chiamate a confrontarsi con rischi climatici che possono compromettere non solo la loro operatività, ma anche la loro stessa sopravvivenza.
Il Rapporto Città Clima 2023 – Speciale Alluvioni di Legambiente evidenzia la criticità della situazione: dal 2010 al 31 ottobre 2023, la mappa di Città Clima ha registrato 684 allagamenti da piogge intense, 166 esondazioni fluviali e 86 frane da piogge intense che hanno colpito duramente il tessuto economico del paese. Solo nel 2023, gli eventi estremi sono aumentati del 22% rispetto all’anno precedente, con 378 eventi meteorologici estremi che hanno causato la morte di 31 persone. Il Nord Italia è stata l’area più colpita con 210 eventi, seguita dal Centro (98) e dal Sud (70).
I settori economici più a rischio includono l’agricoltura, il turismo e la manifattura. L’agricoltura soffre particolarmente a causa delle variazioni climatiche che influenzano la produzione, la qualità e la quantità dei raccolti. Il turismo, fondamentale per l’economia italiana, è minacciato da eventi come alluvioni e ondate di calore, che possono ridurre l’affluenza dei visitatori. La manifattura, soprattutto in regioni ad alta densità industriale come la Lombardia e l’Emilia-Romagna, è esposta ai rischi di interruzioni nella catena di approvvigionamento e danni alle infrastrutture. Ricordiamo l’alluvione che ha colpito l’estate scorsa l’Emilia-Romagna, causando 8,5 miliardi di euro di danni certificati dall’UE.
Le singole regioni italiane presentano peculiarità climatiche e territoriali che influenzano la loro vulnerabilità ai cambiamenti climatici. È qui che entrano in gioco le mappe del rischio climatico, strumenti essenziali per comprendere e mitigare le minacce legate al cambiamento climatico. Queste mappe forniscono una visione dettagliata delle aree più esposte ai rischi, permettendo alle imprese di pianificare strategie di adattamento più efficaci.
Il Nord Italia, con regioni come Lombardia ed Emilia-Romagna, è particolarmente esposto a inondazioni e alluvioni. Al Centro, la Toscana è una delle regioni più colpite dagli eventi climatici estremi, con 44 eventi registrati nel 2023[1]. Al Sud, le aree costiere e le isole affrontano minacce come l’erosione costiera e le mareggiate, con città come Palermo e Napoli particolarmente a rischio.
La mappa del rischio siccità, aggiornata dall’Osservatorio Siccità del CNR e che utilizza l’indice SPI (Standardized Precipitation Index) per mostrare le condizioni di siccità su diverse scale temporali, evidenzia la Sicilia e Sardegna, oltre ad alcune zone del Piemonte e del Veneto, come le regioni italiane maggiormente colpite dalla siccità.
Per quanto riguarda il rischio di incendi, le mappe fornite dall’European Forest Fire Information System (EFFIS) mostrano la Sicilia come una delle regioni più vulnerabili agli incendi, con un’alta percentuale del territorio a rischio di desertificazione e incendi boschivi.
Le regioni italiane più a rischio di alluvioni, secondo i dati ISPRA del 2023, sono invece l’Emilia-Romagna con oltre il 60% degli edifici a rischio in caso di alluvione di media entità, la Calabria con il 17,1% del territorio considerato ad alto rischio alluvioni, il Veneto con un 10% e il Friuli-Venezia Giulia con circa il 9,6%.
In questo scenario, le soluzioni assicurative giocano un ruolo cruciale nella gestione dei rischi climatici, offrendo alle imprese una rete di sicurezza finanziaria che permette loro di riprendersi più rapidamente dagli eventi estremi. In Italia, il mercato delle assicurazioni contro i rischi climatici è in crescita: secondo l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS), a fine 2022 la raccolta premi per i rischi climatici ha raggiunto i 2,1 miliardi di euro, rappresentando circa il 6% del totale dei rami danni. Le compagnie assicurative stanno sviluppando prodotti sempre più innovativi e personalizzati per rispondere alle nuove sfide poste dal cambiamento climatico, integrando anche tecnologie avanzate come l’Internet of Things (IoT) per monitorare in tempo reale le condizioni climatiche e prevedere i rischi.
Tuttavia, la copertura assicurativa per eventi naturali estremi varia significativamente tra le diverse regioni italiane, con un divario notevole sia nella diffusione delle polizze che nel livello di protezione offerto. Le regioni come Emilia-Romagna, Toscana e Lombardia sono particolarmente esposte a rischi di alluvioni e altri eventi naturali estremi. Tuttavia, nonostante la loro alta esposizione, la copertura assicurativa è ancora relativamente bassa. Stesso discorso per Calabria, Friuli-Venezia Giulia e Veneto. In generale, vi è una marcata disparità tra le regioni del Nord e del Sud Italia. Sebbene le regioni del Nord mostrino una maggiore adozione di polizze assicurative rispetto alle regioni del Sud, la copertura non è adeguata rispetto ai potenziali danni causati dagli eventi estremi.
Nel luglio del 2023, eventi atmosferici eccezionali hanno causato ingenti danni, con un impatto significativo sul settore assicurativo. Compagnie come Helvetia hanno registrato un numero straordinario di sinistri, soprattutto a causa di tempeste, grandinate e piogge intense. Helvetia ha stimato che il carico netto dei sinistri derivanti da catastrofi naturali e grandi eventi di perdita abbia raggiunto circa 200 milioni di franchi svizzeri nel terzo trimestre del 2023, importo è stato una volta e mezza superiore a quello di tutto il 2022.
Il cambiamento climatico rappresenta una minaccia concreta e crescente per le imprese italiane, che devono affrontare rischi climatici sempre più intensi e frequenti. Le mappe del rischio climatico, insieme a soluzioni assicurative adeguate, sono strumenti essenziali per comprendere e mitigare queste minacce. Attraverso una pianificazione attenta e l’adozione di misure preventive, le imprese possono costruire una resilienza a lungo termine, assicurando la loro capacità di operare e prosperare anche in un contesto climatico sempre più incerto.
[1] Rapporto Città Clima 2023 – Speciale Alluvioni di Legambiente
CEO di Lokky