L’ombra della crisi sanitaria si allunga: a fine 2021 il 75% dei Microsettori avranno fatturati ancora inferiori al 2019
L’Analisi dei Microsettori di Prometeia, appena aggiornata, conferma i pesanti impatti della pandemia sull’economia italiana e l’elevatissima diffusione a livello settoriale. Se alla fase di lockdown generalizzato della primavera è potuto fare seguito, nei mesi estivi, un recupero piuttosto diffuso dei livelli di attività (con l’eccezione dei settori più strettamente legati alle attività ricreative e turistiche), l’autunno, con il riaccendersi dei contagi, ha portato a un nuovo raffreddamento, trasversale ai settori. Nel complesso del 2020 chiuderanno in flessione il 90% dei 189 Microsettori analizzati e nel 72% dei casi si tratterà di un calo a doppia cifra percentuale. La riduzione dei livelli di attività per il totale delle imprese del campione è stimata nell’ordine del 15% a prezzi correnti, un impatto più consistente rispetto alla crisi del 2009 (-12%).
In un panorama di segni negativi solo il 12% dei 189 settori esaminati potrà crescere o almeno difendere i livelli di attività nel 2020. Tra questi si colloca tutta la filiera della sanità e parte di quella alimentare, risparmiate dai blocchi produttivi e sostenute dall’emergenza e dalle spese necessarie (con contrazioni per i comparti dell’alimentare e bevande più strettamente legati al canale Ho.Re.Ca). Crescite anche per commercio on-line e settori trainati dalla digitalizzazione (servizi informatici, macchine per le Tlc), che hanno visto nascere nuove opportunità con le limitazioni imposte ai movimenti.
A risultare più colpiti dallo shock contemporaneo di domanda e offerta generato dai provvedimenti stabiliti per arginare i contagi saranno i settori dei servizi di intrattenimento e turismo. Tali comparti sono stati interessati nel corso del 2020 da un periodo di blocco più esteso rispetto a quello produttivo e colpiti dall’incertezza connessa ai rischi di contagio. Riduzioni tra le più consistenti anche per i Microsettori della filiera della moda, caratterizzata da consumi rimandabili e stagionali, e per i settori dei trasporti, condizionati sia dai blocchi e riduzioni degli spostamenti sia dal maggior ricorso alla mobilità privata per contenere i rischi sanitari. Tali comparti non potranno, nemmeno a fine 2021, recuperare quanto perso, anche in ragione di una situazione sanitaria che rimarrà problematica per ancora diversi mesi, obbligando le autorità a mantenere un atteggiamento restrittivo e spingendo i consumatori alla cautela.
Il recente riacutizzarsi della pandemia porrà un freno al percorso di recupero, posticipando la ripresa alla primavera 2021. L’innalzamento dei contagi con la stagione autunnale e le difficoltà sanitarie attese permanere per tutto l’inverno ci portano a rivedere al ribasso le stime di rimbalzo per il 2021: la crescita della produzione riferita al totale economia è prevista fermarsi al +9.4% (sempre con riferimento al campione di imprese considerato nell’analisi), su un livello inferiore di oltre il 7% ai valori 2019. Solo per un quarto dei Microsettori esaminati la produzione a valore avrà riguadagnato o superato il pre-crisi Covid. Oltre ai comparti già ricordati, meno colpiti dallo shock 2020, si potranno aprire buone opportunità di recupero per i Microsettori delle costruzioni, grazie allo stimolo proveniente dal Superbonus al 110% e, nella seconda parte del 2021, dagli investimenti attivati con i fondi europei Next Generation UE. Il superamento dei livelli pre-crisi è previsto anche per i produttori di motocicli e biciclette, la cui domanda è sostenuta dai rischi connessi alla fruizione del trasporto pubblico urbano e dalla rapida diffusione dei modelli elettrici, agevolata dalla presenza di efficaci politiche di Ecoincentivo.